domenica 13 aprile 2014

Caserta FilmLab presenta "Peur(s) du noir " al Jarmusch club di Caserta. Terzo film del ciclo "i cult di animazione in lingua originale".

Continua la programmazione di Caserta Filmlab con i cult d'animazione in lingua originale al Jarmusch club. Domani 14 aprile sarà la volta di Peur(s) du noir. Paure del buio è un film d'animazione collettivo del 2007, nazionalità francese, diretto da Blutch, Charles Burns, Marie Caillou, Pierre Di Sciullo, Lorenzo Mattotti e Richard McGuire. Ciascuno dei sei illustratori e autori di fumetti coinvolti nel progetto, con differenti esperienze precedenti nel campo dell'animazione, ha realizzato un episodio del film, senza titolo ma sul tema comune della paura, con un diverso stile grafico ma rispettando la scelta estetica e narrativa del bianco e nero (con l'eccezione dell'episodio di Marie Caillou, in cui appare per qualche secondo il rosso). Due episodi, quelli di Blutch e Pierre Di Sciullo, incorniciano e inframmezzano gli altri quattro. Attraverso queste sei storie fra di loro interconnesse si raccontano i motivi ancestrali che legano la sensazione della paura all'oscurità. Piccoli racconti su grandi paure che appartengono alla sfera privata di ogni individuo. C'è un uomo che si aggira in una campagna di cui non è dato sapere né il nome né il tempo né il luogo conducendo dei cani rabbiosi che scatena contro passanti innocenti; un giovane studioso di scienze è vittima di una cavalletta che anni prima aveva catturato nel bosco; una giovane ragazza giapponese è vittima di esprimenti sul sonno e gli incubi; un coccodrillo terrorizza una cittadina e, infine, un uomo è vittima del buio e dell'inverno nella sua casa isolata. Tutte le storie sono intramezzate da una voce di donna fuoricampo che racconta le sue paure "sociali": perdere il proprio tenore di vita, avere una vita qualunque, essere considerata solo "carina". Un anno di lavoro di questi maestri dell'animazione ha prodotto un piccolo gioiello di genere, una sorta di pamphlet sulle piccole paure che si nascondono nei meandri oscuri della mente. Ecco che, questa carrellata di storie alla Edgar Allan Poe ci trasporta al di là della linea immaginaria dei terrori atavici: la paura dei cani e delle bestie feroci, dei fantasmi, degli insetti e, ovviamente, quella del buio. Coraggioso il tentativo di rompere gli schemi della narrazione e soprattutto di come è rappresentata la realtà fantastica e onirica. Soprattutto l'ultimo episodio è, in questo, un piccolo manifesto: lo schermo è per lo più al buio, un piccolo cono di luce illumina dettagli che si confondono e trasformano: è la carta da parati o il vestito di uno spirito? Una bottiglia o un'arma? Piccole storie per spaventare senza conformismi. Il film ha fatto il giro del mondo grazie agli innumerevoli festival sparpagliati per tutto il globo, e anche al Festival del cinema di Roma. Il lavoro è la riprova che l'Europa in genere è da sempre la culla del cinema d'animazione di un certo livello, quel tipo di animazione che si concentra principalmente sull'artisticità del disegno, sulla peculiarità del tratto.
Fonte: comunicato stampa

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