mercoledì 7 maggio 2014

Operazioni estetiche. L'amputazione del quinto dito del piede per indossare tacchi alti? I podologi avvertono dei rischi di questa pratica, che sta conoscendo un boom negli Stati Uniti.


I filler al collagene - che non è altro che una sostanza iniettabile nel derma o nel tessuto sottocutaneo per correggere imperfezioni della pelle, ritoccare inestetismi del viso come rughe o cicatrici, e ripristinare i volumi perduti - nelle suole dei piedi è stato fino ad oggi il metodo più 'in' per poter indossare alcuni tacchi senza morire nel tentativo di calzarli.
Tuttavia, questa soluzione, che aveva già molti detrattori tra i podologi e altri medici specialisti, non è la più aberrante perchè oggi c'è chi fa una scelta realmente drastica: farsi amputare il quinto dito del piede.
La moda, come tante stravaganze arriva dagli Stati Uniti, dove questa pratica sta conoscendo un vero e proprio boom tra le donne che soffrono di dolore ai piedi come conseguenza della routine dei tacchi.
Questa nuova tendenza è enfaticamente respinta dagli esperti, che mettono in guardia dai problemi gravi che può portare.
"Amputare il dito piccolo del piede per motivi estetici è immorale da parte del chirurgo che eseguirà l'operazione, anche se la decisione finale sarà del paziente. Un'altra cosa è di dover amputare per ragioni di salute, perché il paziente ha dolore o una grave malformazione che coinvolge una mancanza di mobilità" ha evidenziato il podologo Borja Perez, portavoce per il Collegio dei podologi della Galizia.
L'esperto riconosce che il mignolo o quinto dito, essendo in costante contatto con la scarpa è più probabile che causi disagio e sviluppi patologie, quali borsiti o deformità al resto delle dita, e ha anche un recupero più lento e complicato. Anche malattie come il diabete, quelle vascolari periferiche e l'osteomielite possono forzare l'amputazione di questa e di altre dita.
Tuttavia, egli insiste che l'amputazione deve essere sempre l'ultima soluzione chirurgica. "L'amputazione singola è una soluzione quando i precedenti chirurgici e trattamenti specifici hanno fallito", ha sottolineato.
Lo specialista ha aggiunto che queste amputazioni chirurgiche tendono ad essere parziali, poiché l'assenza di questo dito comporta sovraccarico in altre zone del piede e colpisce l'equilibrio del corpo durante la dinamica.
Disagi nel dito piccolo sono comuni durante l'utilizzo prolungato di tacchi alti e scarpe a punta stretta, perché oltre al carico completo del corpo proiettato sulla precedente zona del piede, c'è un impegno per lo spazio a causa dell'aderenza della scarpa.
Per alleviare questi fastidi, lo specialista raccomanda l'uso di plantari, anche se chiarisce che è meglio non abusare dei tacchi che superano i cinque centimetri, che possono deformare i piedi, sovraccaricare altre parti del corpo, come le ginocchia, le gambe e la colonna vertebrale, nonché compromettere l'equilibrio. "Questo non significa che un paio di scarpe col tacco alto non possano essere usate in un matrimonio, ma l'uso continuativo quotidiano, può causare malformazioni e calli alle dita e danneggiare la schiena, poiché il corpo si proietta in avanti".
Secondo il dottor Pérez, l'attenzione alla salute del piede è scarsa. "Scarpe fatte con materiali come plastiche sono più rigide, creano più pressione e fanno sudare di più, così causando molti più problemi di una calzatura fisiologica", dice.
I piedi sono stati oggetto di aberranti maltrattamenti nel corso della storia per l'estetica. Forse l'esempio più noto e pratico è il "Piede di loto", che pochi anni fa era molto popolare in Cina e che consisteva nell'applicare un bendaggio sempre più stretto ai piedi delle ragazze per prevenirne la crescita. "Questa pratica stava causando significative deformità del piede ", ricorda il portavoce del Collegio dei podologi della Galizia. Oggi sono rimaste in Cina poche donne con il "Piede di loto", che sono quasi tutte persone anziane con gravi problemi di mobilità.
La tendenza dell'amputazione del dito ci fa fare quindi un salto indietro nel passato, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, anche perchè è di tutta evidenza che dovrebbe apparire agli occhi di tutti quale un fatto obsoleto e fuori dal tempo che le ragioni estetiche e della moda possano prevalere sulla nostra salute, anche se le spinte emulative ci spingono a modificare il nostro corpo con tatuaggi, piercing e deturpazioni varie che ci fanno dimenticare le pericolose conseguenze che possono comportare.
                                                                                                                                                                                   
                                                                                                       Fonte: comunicato stampa Giovanni D’AGATA

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