domenica 4 maggio 2014

Salute. Si potrebbero evitare 37 milioni di morti premature con uno stile di vita più sano

Salute. Si potrebbero evitare 37 milioni di morti premature con uno stile di vita più sano

Sigarette, alcool o cibo troppo salato: si potrebbero evitare almeno 37 milioni di morti premature entro il 2025 in tutto il pianeta se la popolazione a livello mondiale adottasse uno stile di vita più sano. Ad evidenziarlo, uno studio pubblicato sabato scorso sull’autorevole rivista medica britannica The Lancet.
Gli scienziati dell’Imperial College di Londra hanno calcolato che l'eliminazione o la riduzione di sei fattori di rischio sanitario impedirebbe o ritarderebbe la morte di almeno 37 milioni di persone.
Questi obiettivi di stile di vita sano sono per ridurre il consumo di tabacco di un terzo o la metà, limitare quello di alcol del 10%, e ridurre del 30% la quantità di sale consumato, per ridurre del 25% il numero di persone che soffrono di pressione alta e fermare l'aumento del numero di persone obese e diabetiche.
Il firmatario principale dello studio, il professor Majid Ezzati ha detto che questi sforzi tesi alla riduzione dei fattori di rischio gioverebbero maggiormente per le fasce di popolazione a reddito basso e medio, con 31 milioni di morti premature che sarebbero evitate o ritardate.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non si tratta della “scoperta dell’acqua calda”, ma della conferma con dati scientifici che una vita più sana attraverso la riduzione o l’eliminazione dei principali fattori di rischio indicati nella ricerca, produce un sostanziale miglioramento delle condizioni di salute dell’intera popolazione.
                                                                                                                                                                                        
                                                                                                                                                                                                      Fonte: comunicato stampa Giovanni D’AGATA

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