Giovanni Bruno, Direttore Sky Sport, approfondisce il tema della candidatura di Roma 2024 in esclusiva per AnnuarioUssi.info.
Le Olimpiadi per la gente cominciano il giorno della cerimonia di apertura. I Mondiali di calcio hanno le partite di qualificazione, I Giochi sono diversi: sono come un fiore che nasce nel deserto, inatteso anche se aspettato quattro anni.
Le Olimpiadi per chi lavora in tv cominciano molto prima del giorno della cerimonia inaugurale. C’è un lavoro di anni. E, attenzione, non ne parlo per captatio benevolentiae, anzi posso tranquillamente confessare che, al pari di tanti altri, pagherei per andare ai Giochi, per viverli 24 ore al giorno come con Sky vi abbiamo permesso di fare per Londra 2012.
Il tempo, ovvero la programmazione, il rispetto delle scadenze, la continuita’del lavoro, e’il segreto dei Giochi. Per gli atleti e’una questione di secondi, anche meno: una medaglia, un record, sono il soffio di un momento. Per gli altri, addetti ai lavori e non, invece si parla di anni.
Resto a Londra, anzi torno a Londra: la squadra di Coe ha cominciato a lavorare ai Giochi ben prima che l’evento gli fosse assegnato nel 2005, eppure da subito hanno cominciato a pensare a settembre 2012, a cosa sarebbe successo, soprattutto a cosa doveva succedere finite Olimpiadi e Paralimpiadi. Prima di cominciare a costruire gli impianti hanno disegnato le nuove linee del trasporto pubblico, e con quella eleganza che e’tipica per loro hanno dato il nome di alcune leggende dello sport, viventi, ai treni veloci che hanno cominciato ad avvicinare il centro al Parco Olimpico. Un anno prima dei Giochi hanno terminato la costruzione del villaggio olimpico e così hanno potuto venderlo agli onnipresenti e onnipotenti arabi dimostrando che rispettare i tempi di consegna per una costruzione, quale che sia, significa risparmiare e passare subito all’incasso. E certi impianti non li hanno mai considerati definitivi, lasciando al contrario al mondo in eredita’la consapevolezza che certe arene possono e devono essere temporanee come sono state quelle di Londra per nuoto e basket.
Questo per dire che, pur non sapendo se Roma sara’sede dei Giochi del 2024, le Olimpiadi sono gia’cominciate. Non possiamo permetterci rinvii, ma solo rispetto dei tempi. E di quella che gli inglesi hanno chiamato legacy, ovvero eredita’. Dobbiamo parlare adesso, non dopo, del Paese, del Paese sportivo ma non solo di quello sportivo, che vogliamo consegnare finite Olimpiadi e Paralimpiadi.
Ci serve tempo, dunque pre-visione, e ci serve un’idea di legacy, dunque una visione. Non credo ci possa bastare l’idea di tentare perche’lo sport, appurato che la societa’non puo’fare nulla per lo sport, si puo’mettere in moto per la societa’. Per dare un po’di coraggio a tutti, per dimostrare che peccati nostri, del Paese, non sono una condanna definitiva ma semplicemente comportamenti che possiamo evitare, che dobbiamo evitare.
Ci servono la pre-visione e la visione di quello che vogliamo sia lo sport nel 2024, dopo dieci anni in cui continueremo a ripeterci che sport=salute, che sport=integrazione e inclusione. Ma poi pre-visione e visione non bastano se non c’è anche una chiamata prima e una accettazione poi al Gioco di squadra.
Perche’agli inglesi e’riuscito di far quadrare il cerchio, Inspire a generation hanno detto, perche’tutti hanno capito che i Giochi erano una occasione collettiva per migliorare, per crescere, ma anche e soprattutto una bella idea di come tutti immaginavano il futuro. Il Paese con la maggiore cultura sportiva al mondo ha accettato di immaginarsi come Paese Sportivo anche nell’era dei social network, del tempo che corre veloce, delle generazioni che si allungano.
Noi abbiamo la stessa idea di sport come Paese ? Prima di costruire gli impianti per i Giochi, ovvero prima di censire tutte le arene che potranno ospitare le gare delle Olimpiadi nelle nuove olimpiadi nazionali, dovremmo pensare ai mezzi di trasporto pubblici per arrivare a far fiorire questo deserto. Dobbiamo davvero affermare l’equazione sport=salute portando i nostri programmi nelle scuole smettendo di aspettare che sia la scuola a chiederlo.
Dobbiamo fare tante cose, ma e’giusto sottolineare che l’impegno messo da Malago’, e pure da Renzi, un primo risultato l’ha ottenuto: oggi ci sentiamo forti, ci vediamo centrali nella discussione sul futuro del Paese, sappiamo di poter essere una risorsa.
Il problema resta quello dell’inizio: i Giochi sono gia’cominciati. Non abbiamo tanto tempo. Il 2024 e’come l’anno che verra’di Lucio Dalla: tra un anno arrivera’. Dunque, come Dalla, sarebbe bello cantare: noi ci stiam preparando, e’questa la novita’
Fonte: annuario USSI
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