venerdì 11 novembre 2016

LA NOTIZIA DEL GIORNO

LA NOTIZIA DEL GIORNO

L’annuncio del Ku Klux Klan: “Parata per la vittoria di Trump”

Ieri incontro fra Obama e nuovo inquilino della Casa Bianca: “Clima disteso, ma restano differenze”. Gelo fra Michelle e Melania. Gli obiettivi e la nuova squadra presidenziale. Intanto continuano le manifestazioni di protesta: scontri e nuovi arresti. Junker: "Non conosce il mondo, perdiamo 2 anni". Il Papa: "Non giudico". E la foto della "nuova" Hillary diventa virale

Scambio di cortesie tra i due “presidenti” Usa, che si sono incontrati ieri pomeriggio alla Casa Bianca. L'uscente Barack Obama ha descritto come "un'eccellente conversazione" il suo primo incontro alla Casa Bianca con il neo-eletto e suo successore, il repubblicano Donald Trump, cui ha promesso che farà "tutto ciò che gli sarà possibile" affinché il il nuovo inquilino del 1.6000 di Pennsylvanya Avenue abbia successo. Trump ha ricambiato la gentilezza di Obama e usando toni presidenziali e non quelli cui ci ha abituato durante la campagna elettorale, si è detto "impaziente di lavorare con il presidente" Obama. Da oggi inizia il considdetto periodo di transizione,regolato de norme precise, tra le due amministrazioni, fino a quando a mezzogiorno del 20 gennaio 2017 Trump giurerà e si insedierà quale 45esimo presidente degli Stati Uniti. A guidare la squadra di Trump è il governatore repubblicano del New Jersey, Chris Christie. Sembra che l'incontro sia stato meno imbarazzante di quanto ci si potesse aspettare. Lo ha detto Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, nel suo briefing alla stampa. Nel colloquio, ha aggiunto, Barack Obama ha parlato anche dei temi legati al suo imminente viaggio in Germania, Grecia e Perù.
Monito staff di Trump a Obama: non persegua sua agenda
E, all'indomani dell'incontro alla Casa Bianca tra il neoeletto presidente e Barack Obama, il team di Donald Trump ha ammonito Obama, alla vigilia del suo viaggio in Europa, a non fare passi rilevanti in politica estera durante la transizione perché potrebbe "mandare segnali contrastanti". "Sulle questioni grandi, trasformative in cui il presidente Obama e il presidente eletto Trump non sono allineati, non penso che sia nello spirito della transizione tentare di far passare punti dell'agenda contrari alle posizioni" di Trump, ha confidato a Politico un suo consigliere per la sicurezza nazionale.
First Ladies, fra convenevoli e gelo
Diverse ma non troppo. La democratica Michelle Obama, che il popolo dem vede già come prossima candidata alle elezioni del 2020, e Melania Trump,ex modella e adesso First Lady, hanno parlato serenamente per alcuni minuti, senza essere osservate da fotografi e giornalisti. Un clima cordiale, anche se qualcuno ha insinuato che la scelta di non fare una foto di gruppo fra le due coppie presidenziali, derivi proprio dalla non eccessiva simpatia di Michelle verso Melania. Certo che le due donne non potrebbero essere più diverse, sia per atteggiamento che per storia di vita, e non si sa se Michelle abbia mostrato a Melania l'orto creato con tanta cura in questi anni (e che qualcuno ha già insinuato Mrs Trump voglia trasformare in un campo di golf) o le abbia indicato da quale delle finestre si possa guardare dritto nell'Oval Office con il presidente alla sua scrivania, come pare abbiano fatto in passato altre first lady. Si sa però che Michelle e Melania hanno parlato di come sia crescere figli a Washington. Un incontro fra donne, dunque, che non ha alimentato ulteriormente il gossip.


Il programma

Al di là dei sorrisi e delle parole di circostanza, il presidente eletto - come emerge dal sito ufficiale del 'transition team' e dall'incontro con lo speaker Paul Ryan - non sembra intenzionato a rinunciare alle sue promesse su tasse, sanità e immigrazione. Promesse che potrebbero essere realizzate nel piano per i primi 100 giorni. Fra i punti centrali della sua politica l’abolizione dell’Obamacare, il sistema sanitario voluto da Obama che in molti hanno criticato, e la rivoluzione in ambito fiscale, con la riduzione delle imposte sulle persone fisiche e un netto taglio alle imprese. Prioritaria, poi, la stratta sull’immigrazione e la riforma di Wall Street, con lo smantellamento della Dodd-Frank, la legge approvata nel 2010 sull'onda della crisi e uno dei successi di Barack Obama, ed il ritorno a politiche pro-crescita.
 E la sua squadra
In queste ore, infine, si decide anche uno degli aspetti più  cruciali della presidenza:la squadra di governo. Il transition team avrebbe già delineato una 'short-list' per le posizioni chiave, con i fedelissimi del presidente eletto in pole position e nessuna donna in corsa. Secondo le prime indiscrezioni l’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon potrebbe arrivare al Tesoro, mentre il nome di Rudy Giuliani, ex sindaco di New York braccio destro di Trump, sembra favorito per il ruolo di segretario alla Sicurezza nazionale o direttore della Cia. Più difficile che Giulinai venga nominato alla Giustizia, ruolo per cui è in corsa anche Chris Christie. L’unica donna che sembrerebbe un possibile membro della squadra Trump è l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin, alla quale potrebbe andare la guida dell'agenzia per le risorse naturali, mentre il neurochirurgo pediatrico Ben Carson, ex rivale alla Casa Bianca di Trump, potrebbe approdare alla Sanità. A capo dello staff Trump valuta il numero uno del Republican National Committee Rience Priebus o l'ex speaker della Camera Newt Gingrich. Infine nella short list per la Difesa ci sarebbero oltre al senatore Session, il parlamentare della California Duncan Hunter e Jim Talent, dell'American Enterprise Institute. Alla Casa Bianca come consigliere è quasi certo arrivi Kellyanne Conway, la manager di origini italiane della campagna di Trump. Per la comunicazione sono in corsa Jason Miller e Hope Picks, che ha fatto da portavoce per la campagna di Trump dopo aver lavorato nelle public relation della società di Ivanka Trump.
Ancora proteste
Nonostante il “clima disteso” fra Obama e Trump, non si placano le proteste contro l’elezione di Donald Trump. Le manifestazioni hanno proseguito per la seconda notte consecutiva in diverse città americane, tra le quali Los Angeles, Washington e New York, dove si è tenuto un altro raduno sotto la Trump Tower. La polizia di Portland, nell'Oregon, è intervenuta per fermare una manifestazione contro il presidente degenerata in "rivolta" e ha arrestato 29 persone.
Polizia spara proiettili di gommna Portland
Ed è proprio la città dell’Oregon una delle più colite. Automobili danneggiate, edifici vandalizzati, principi di incendio, le proteste contro l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca sono sfociate nella violenza. La polizia in un 'tweet' ha preannunciato la mano dura: "A causa di un diffuso comportamento criminale e pericoloso, la protesta e' adesso considerata una rivolta. La gente è avvisata", ha scritto. E per disperdere i manifestanti gli agenti hanno sparato pallottole di gomma e usato spray al peperoncino. Dopo un inizio pacifico, con i cittadini che camminavano a braccetto e e rallentavano il traffico, intorno alle 19 ora locale sono cominciati gli atti di vandalismo. I manifestanti sono stati visti portare mazze da baseball e sono cominciati a circolare su Twitter i video di persone, che tracciavano scritte oltraggiose sui muri, tipo 'F...k Trump', oppure "Non odio, non razzismo" o semplicemente "Rivolta". I manifestanti hanno anche rotto parabrezza di auto e vetrine. Un gruppo, #PDXResistance, ha scritto su Twitter che la manifestazione era pacifica ma ci sono state infiltrazioni di facinorosi.
Il tweet di Trump
E nei confronti dei manifestanti è intervenuto lo stesso Trump con un tweet in cui critica i "contestatori di professione incitati dai media". Subito dopo, però, il nuovo inquilino della Casa Bianca ha smorzato i toni e, sempre su Twitter, ha tentato un'apertura verso chi protesta, lodandone la "passione". "Amo il fatto che piccoli gruppi di manifestanti la scorsa notte abbiano (messo) passione per la nostra nazione. Torneremo tutti insieme e saremo orgogliosi" ha scritto il nuovo presidente degli Stati Uniti”.
Love the fact that the small groups of protesters last night have passion for our great country. We will all come together and be proud!
Il ritorno del Ku Klux Klan
Ed a poco più di 24 ore dall’elezioni di Trump, il gruppo razzista del Ku Klux Klan, in una nota ufficiale sul proprio sito, comunica l'intenzione di organizzare un corteo per la vittoria del magnate in North Carolina per il 3 dicembre. Il Ku Klux Klan aveva mandato un messaggio di congratulazioni con il suo ex leader David Duke in cui si affermava che "il clan ha avuto un ruolo enorme nell'elezione di Trump". Sul sito in cui viene dato l'annuncio, l'organizzazione esprime la grande gioia per l'esito delle elezioni: sotto l'immagine del nuovo presidente eletto, compare infatti la scritta 'Trump's race united my people', dove 'race' può essere inteso sia per corsa che per razza. Nel sito compare anche un lungo appello scritto in prima persona: "Lasciatemi cominciare parlando della falsità circolante sui media che siamo un gruppo di odio. Lasciatemi dire che nulla è più lontano dalla realtà. Non odiamo nessuno. Tuttavia odiamo alcune cose che certi gruppi stanno facendo alla nostra razza e alla nostra nazione. Odiamo le droghe, l'omosessualità, l'aborto e la mescolanza di razze perché questa cose sono contro le leggi di Dio e stanno distruggendo tutte le nazioni bianche".
Juncker: “Con Trump perderemo due anni”E proprio sul rischio di una recrudiscenza razzista è intervenuto oggi il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker: "Con Trump perderemo due anni: il tempo che faccia il giro del mondo che non conosce"ha detto, rispondendo alle domande dei ragazzi alla Corte di Giustizia Ue a Lussemburgo. "Gli americani in generale non hanno attenzione verso l'Europa", ha detto Juncker secondo quanto riporta il giornale lussemburghese Le Quotidien. "Riguardo a Trump, credo di capire che lui pensi che il Belgio sia un villaggio da qualche parte nel nostro continente... In breve, dovremo mostrargli e spiegare cos'è l'Europa".
Papa Francesco: "Io non giudico"
Del nuovo presidente americano perla oggi, in un’intervista a Repubblica, anche Papa Francesco "Io non do giudizi sulle persone e sugli uomini politici, voglio solo capire quali sono le sofferenze che il loro modo di procedere causa ai poveri e agli esclusi” afferma il Pontefice, che poi aggiunge “Quello che noi vogliamo è la lotta contro le diseguaglianze, questo è il male maggiore che esiste nel mondo. È il danaro che le crea ed è contro quei provvedimenti che tendono a livellare il benessere e favorire quindi l’eguaglianza".
Hillary nei boschi
Cosa avrà fatto Hillary Clinton all’indomani della bruciante sconfitta alle presidenziali Usa? Una passeggiata nei  boschi. A testimoniarlo un selfie scattato da una supporter democratica, Margot  Gerster, e postato nella serata di ieri sui social network, dove è diventato immediatamente virale. Il bosco è quello nei pressi di Chappaqua, la località a nord di New York dove la candidata democratica risiede con il marito Bill. La  giovane mamma stava passeggiando con le sue bambine quando si è  imbattuta nella coppia, a spasso con i propri cani. Uno scatto postato immediatamente sui social, che è subito divenuto virale in rete.

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