Domani, per
l’ormai consueto appuntamento del martedì al Duel Village, Caserta FilmLab
presenta Still Life, scritto, diretto e prodotto da Uberto Pasolini. Le
proiezioni ci saranno alle 18 e alle 21, e saranno presentate dal direttore
artistico di Caserta FilmLab, Francesco Massarelli. Il film ha riscosso molto
successo aggiudicandosi il Premio Orizzonti a Venezia. Nel campo della pittura
il termine inglese Still life si può tradurre in italiano con "natura
morta" cioè una raffigurazione pittorica di oggetti inanimati (fiori,
frutta, ortaggi, selvaggina, oggetti d'uso). Nel campo della fotografia questo
termine è stato ripreso per descrivere la tecnica fotografica di qualsiasi
oggetto inanimato. Le due definizioni rendono molto bene l’idea circa la vita
del protagonista all’inizio della pellicola. John May è un funzionario comunale
dedito alla ricerca dei parenti di persone morte in solitudine. Diligente e
sensibile, John scrive discorsi celebrativi, seleziona la musica appropriata
all'orientamento religioso del defunto, presenzia ai funerali e raccoglie le
fotografie di uomini e donne che non hanno più nessuno che li pianga e ricordi.
La sua vita ordinata e tranquilla, costruita intorno a un lavoro che ama e
svolge con devozione, riceve una battuta d'arresto per il ridimensionamento del
suo ufficio e il conseguente licenziamento. Confuso ma null'affatto rassegnato,
John chiede al suo superiore di concedergli pochi giorni per chiudere una
'pratica' che gli sta a cuore e che ha il volto di Billy Stoke, un vecchio uomo
alcolizzato che aveva conosciuto un passato felice. Di quel passato fa parte
Kelly, la figlia perduta per orgoglio molti anni prima. Lasciata Londra per
informarla della dipartita del genitore, John si muove tra i vivi e assapora la
vita che ha il volto di una donna e il sapore di una cioccolata calda.
Al suo secondo
film, Pasolini raggiunge Londra per darci un'idea di cinema coerente e matura. Diversamente
da Foscolo, John è convinto che "all'ombra dei cipressi e dentro l'urna
confortata di pianto" il sonno della morte possa essere meno duro.
Interpretato con lirica sospensione da Eddie Marsan, John May ricopre una
funzione sociale rilevante che eleva lo spirito nel momento in cui accoglie e
custodisce e che ci sprona a vivere con responsabilità civile il nostro ruolo nella
società.
Nessun commento:
Posta un commento