venerdì 22 maggio 2015

Campania: quanti altri morti e quanto altro dolore dovremo attendere, prima di avere una Sanità adeguata alle esigenze dei cittadini malati e al rispetto professionale degli operatori sanitari?



La Sanità in Campania è molto malata e i partiti che l’hanno gestita tacciono le proprie responsabilità anche in queste elezioni riproponendosi di continuare gli stessi misfatti. Le vittime non sono solo i malati ma anche tutto il personale sanitario costretto a lavorare in condizioni precarie, con attrezzature vecchie e inadeguate, in un sistema sanità organizzato da politicanti cinici e incompetenti. Soprattutto è intollerabile assistere alla sordità e cecità dei politicanti regionali di fronte ai dati conclamati dell’inquinamento ambientale sistemico in Campania forniti da molti anni da Arpac e Istituto Sup. di Sanità e alle letali conseguenze sulla salute.
Eppure le soluzioni ci sarebbero!

1. La più semplice sarebbe la prevenzione, risparmiare denaro e risparmiare sofferenze, ma è una scelta troppo economica per gli affaristi della malattia. Poi partire dai bisogni del territorio e dalle conseguenze del disastro ambientale per arrivare alla efficacia terapeutica, cioè la salute del cittadino, e di conseguenza alla efficienza ossia la spesa adeguata alla prestazione e non il semplice risparmio fine a se stesso. TUTTO QUESTO IN CAMPANIA E’ NEGATO!
2. E’ noto che in sanità è in continuo aumento la conoscenza, l’uso delle tecnologie e la specializzazione con ovvia suddivisione delle competenze accanto alla riconosciuta necessità di una umanizzazione dei rapporti che favorisca le relazioni fra operatori sanitari e pazienti compresi i loro congiunti. Ne consegue sul piano logico che è opportuno accentrare le grandi competenze (interventi di alto impatto sanitario, strumentazione diagnostica di livello superiore) e decentrare le piccole (interventi ambulatoriali, diagnostica di primo livello) tenendo conto delle esigenze del territorio (epidemiologia ossia tipologia anagrafica dei pazienti, geografia del territorio, registri di malattie), delle risorse economiche e dei livelli essenziali di assistenza stabiliti in Italia. TUTTO QUESTO IN CAMPANIA E’ NEGATO!
3. Spetterebbe alla ASL sia la prevenzione sia l’assistenza domiciliare integrata e l’organizzazione dei servizi territoriali (medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, esami diagnostici di primo livello, interventi a medio-basso impatto). L’AZIENDA OSPEDALIERA DI RILIEVO NAZIONALE invece è chiamata sia alla emergenza-urgenza sia alla soluzione di malattie ad alto impegno (per es. interventi per patologie tumorali o fortemente invalidanti per le quali il primo criterio di efficacia è la numerosità dei casi che assicura la dovuta esperienza degli operatori e di tutto il sistema). TUTTO QUESTO IN PROVINCIA DI CASERTA E’ NEGATO!
Quale è la situazione della Campania e della nostra provincia e del nostro Ospedale di Caserta?
Personale medico sotto organico e mal distribuito, infermieri privati del necessario aggiornamento, personale ausiliario in prevalenza precario e mal pagato, tecnologia spesso vetusta o mancante del tutto come la Risonanza Magnetica nell’Ospedale di Caserta, posti letto insufficienti sia per acuti sia per lungo-degenze, assistenza domiciliare quasi assente, centri unici di prenotazione non collegati fra loro, percorsi diagnostico-terapeutici quasi assenti, registri inesistenti, nessun collegamento operativo fra strutture ospedaliere e ASL.

Cosa dovrebbe fare la politica regionale se fosse moralmente e culturalmente preparata?

·        Programmare un piano di prevenzione per le patologie di maggiore incidenza
·        Organizzare politiche sanitarie adeguate alla catastrofe ambientale della Campania
·        Tavoli permanenti di lavoro fra ASL e AORN per singoli percorsi
·        Revisione periodica e pubblica delle prestazioni sanitarie e audit continuo del sistema
·        Trasformazione di strutture inadeguate e con posti letto in ambulatori o service
·        Trasferimento di personale laddove necessario in attesa di nuove assunzioni
·        Ridurre i ricoveri ordinari a favore di day hospital, day service e prestazioni territoriali con una ovvia riduzione delle spese
·        Promuovere concretamente l’assistenza domiciliare

Fonte: comunicato stampa Sergio Tanzarella

                                

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