domenica 1 giugno 2014

2 Giugno e i Fuochi di Sant'Elmo.



IL 2 GIUGNO ACCENDI ANCHE TU SUL TUO BALCONE UNA FIAMMELLA IN ONORE DI S. ERASMO
PER RICORDARE IL FUOCO DI S. ELMO

Sant’Erasmo o Sant’Elmo, è senz’altro il Santo più affascinante a cui si rivolgeva e si rivolge la gente di mare.  La sua luce, i cosiddetti fuochi di S.Elmo, sono molto noti ai marinai in quanto presaghi di una imminente procella (devastante tempesta di mare), forse adesso con le imbarcazioni moderne e senz'altro più sicure, una tempesta di mare spaventa di meno, ma è sempre bene affidarsi alla protezione di S. Elmo.
L’elenco dei suoi templi in riva al mare è infinito, e citandoli si farebbe il giro delle coste italiane e del mondo. La leggenda dice che...
...naufrago, Sant’Elmo fu raccolto da una nave, salvato e condotto a terra. Il capitano non volle altra ricompensa che una prova della potenza che in quanto santo egli doveva possedere: Sant’Elmo gli promise così di avvertirlo con un fuoco, dell’imminenza della burrasca, affinché egli potesse farvi fronte. Il santo mantenne la promessa, e cominciò a far apparire i suoi fuochi per salvare anche altre navi.
Dei prodigi di Sant’Elmo raccontano - tra i tanti - nei loro diari Fernando Colombo (nell’ottobre 1493), figlio dell’Ammiraglio, e Antonio Pigafetta (da Primo Viaggio al globo terraqueo, I) che con Magellano circumnavigò la Terra; Pigafetta vede sugli alberi della sua nave durante la tempesta ben tre santi in un colpo solo, Erasmo, Niccolò e Chiara.                      
Fonti sicure attestano l’esistenza di un sant’Erasmo vescovo di Formia, martire al tempo di Diocleziano e Massimiano (303) e sepolto nella località costiera del Lazio meridionale. Di storico su di lui si sa, però, poco. La «Passio» che lo riguarda, compilata nel VI secolo, è leggendaria. Venerato nel Lazio e in Campania, è menzionato, oltre che negli antichi martirologi, anche nel Calendario marmoreo di Napoli. Nell’842, dopo che Formia era stata distrutta dai Saraceni, le reliquie furono nascoste nella vicina Gaeta. Quando furono ritrovate, nel 917, il martire venne proclamato patrono della diocesi del Golfo. Nel 1106 Pasquale II consacrò la cattedrale di Gaeta, dedicandola alla Vergine e a sant’Erasmo. È invocato contro le epidemie e le malattie dell’intestino per il fatto che, nel martirio, gli sarebbero state strappate le viscere. I marinai lo venerano con il nome di Elmo.
Patronato: Malattie dell’addome
Etimologia: Erasmo = amabile, piacevole, simpatico, dal greco
Emblema: Argano, Bastone pastorale,  Palma
FUOCO DI SANT'ELMO
                       

Il fuoco di Sant'Elmo è una scarica elettro-luminescente provocata dalla ionizzazione dell'aria durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico.  Benjamin Franklin nel 1749 osservò che si trattava di un fenomeno di natura elettrica.  Fisicamente, si manifesta come un bagliore brillante, bianco-bluastro, che in alcune circostanze appare come un fuoco, spesso in getti doppi o tripli, che scaturisce da strutture alte e appuntite, come alberi maestri, guglie e ciminiere.
Anche se viene chiamato "fuoco", il Fuoco di Sant'Elmo è in effetti una specie di plasma, causato dalla massiccia differenza di potenziale atmosferico, combinata all'effetto punta. Può anche apparire tra le punte delle corna del bestiame durante un temporale, o tra oggetti appuntiti nel mezzo di un tornado, ma non si tratta dello stesso fenomeno del fulmine globulare, anche se i due sono correlati.
Nell'antica Grecia, l'apparire di un Fuoco singolo era chiamata Elena, se doppio invece era detto Castore e Polluce. È anche chiamato "corposants" in molte lingue tra cui l'inglese, il cui significato deriva dal portoghese "corpo santo".
Il fenomeno prende il nome da Sant'Erasmo di Formia (detto anche Sant'Elmo), vescovo e martire, santo patrono dei naviganti, che consideravano la sua comparsa di buon auspicio. Il nome è dovuto al fatto che il fenomeno spesso appare sulla testa dell'albero maestro delle navi durante i temporali in mare. Una leggenda narra, inoltre, che quando il Santo venne arso vivo, forse sotto Diocleziano, sulla cima della pira del rogo si vide comparire una fiamma bluastra, ritenuta dai presenti l'anima del Santo che si innalzava al cielo.
Riferimenti al Fuoco di Sant'Elmo, spesso detto anche "corposanti" o "corpusanti", dallo spagnolo Cuerpos Santos, si possono trovare nelle opere di Giulio Cesare, di Plinio il Vecchio, nel diario che Antonio Pigafetta scrisse durante il suo viaggio con Ferdinando Magellano, in "Viaggio di un naturalista intorno al mondo" di Charles Darwin, in "Moby Dick" di Herman Melville e nell'omonimo film interpretato da Gregory Peck, e, più recentemente, in "Mattatoio n. 5" di Kurt Vonnegut
'Guardate lassù!' strillò Starbuck. 'I Corpi santi! I Corpi santi!' Tutti gli alberi maestri avevano alle loro estremità un fuoco pallido; e sfiorati a ogni triplice estremità del parafulmine da tre pallide fiammelle affusolate, tutti e tre gli alti alberi stavano bruciando silenziosi nell'aria sulfurea, come tre giganteschi ceri davanti a un altare. »



Il nome scientifico è arco circumorizzontale. I raggi solari colpiscono i cirri (nuvole che si formano ad altezze maggiori di 6 mila metri) con un'inclinazione di 58° e i cristalli di ghiaccio esagonali di cui le nubi sono fatte, rifrangono la luce come un unico, gigantesco prisma. Visibile a temperature molto fredde e nelle zone più elevate del mondo

Il fenomeno si verifica quando i raggi di luce passano attraverso strati d'aria a temperatura diversa. E' facile che si verifichi nelle regioni polari, ma anche sullo stretto di Gibilterra, di Messina o nei grandi laghi. E' possibile osservare uno strano miraggio sollevato rispetto alla linea dell'orizzonte in cui gli oggetti che dovrebbero apparire sull'orizzonte si rifletto allungati e distorti.

Una sorta di ombra dell'osservatore incredibilmente ingigantita e riflessa nella nebbia


Un fenomeno atmosferico che si verifica sul lago Maracaibo, in Venezela. Una massa di lampi si riversano sull'acqua circa 160 notti l'anno e per circa 10 ore a notte. I lampi si verificano ovviamente con o senza temporali

Un fenomeno legato alla rifrazione solare visibile anche per alcune ore, meglio se la superficie da cui si osserva è completamente piatta, fino all'orizzonte

Palle di luce di diverse colorazioni che si alzano dall'acqua o dalla foresta nelle immediate vicinanze del lago Paasselkä, un lago di origine meteoritica


Particolarmente curioso osservarlo nel deserto ma il miraggio avviene ogni volta che i raggi del Sole incontrano uno strato d'aria più calda rispetto agli strati sovrastanti. E' la tipica illusione ottica che si verifica in estate quando guardiamo la strada verso l'orizzonte che sembrerà miracolosamente bagnata.

Una striatura verde al di sopra del sole o della luna al tramontare o al sorgere, quando il sole è completamente appiattito all'orizzonte.

Un fenomeno atmosferico che si verifica in determinati periodi dell'anno e a certe latitudini. QUI trovate le info su quando e dove osservare l'aurora boreale



IL 2 GIUGNO ACCENDI ANCHE TU SUL TUO BALCONE UNA FIAMMELLA IN ONORE DI S. ERASMO
PER RICORDARE IL FUOCO DI S. ELMO

Sant’Erasmo o Sant’Elmo, è senz’altro il Santo più affascinante a cui si rivolgeva e si rivolge la gente di mare.  La sua luce, i cosiddetti fuochi di S.Elmo, sono molto noti ai marinai in quanto presaghi di una imminente procella (devastante tempesta di mare), forse adesso con le imbarcazioni moderne e senz'altro più sicure, una tempesta di mare spaventa di meno, ma è sempre bene affidarsi alla protezione di S. Elmo.
L’elenco dei suoi templi in riva al mare è infinito, e citandoli si farebbe il giro delle coste italiane e del mondo. La leggenda dice che...
...naufrago, Sant’Elmo fu raccolto da una nave, salvato e condotto a terra. Il capitano non volle altra ricompensa che una prova della potenza che in quanto santo egli doveva possedere: Sant’Elmo gli promise così di avvertirlo con un fuoco, dell’imminenza della burrasca, affinché egli potesse farvi fronte. Il santo mantenne la promessa, e cominciò a far apparire i suoi fuochi per salvare anche altre navi.
Dei prodigi di Sant’Elmo raccontano - tra i tanti - nei loro diari Fernando Colombo (nell’ottobre 1493), figlio dell’Ammiraglio, e Antonio Pigafetta (da Primo Viaggio al globo terraqueo, I) che con Magellano circumnavigò la Terra; Pigafetta vede sugli alberi della sua nave durante la tempesta ben tre santi in un colpo solo, Erasmo, Niccolò e Chiara.
L'articolo che segue è tratto da L'Enciclopedia dei Santi edito da: Città Nuova - Roma
Fonti sicure attestano l’esistenza di un sant’Erasmo vescovo di Formia, martire al tempo di Diocleziano e Massimiano (303) e sepolto nella località costiera del Lazio meridionale. Di storico su di lui si sa, però, poco. La «Passio» che lo riguarda, compilata nel VI secolo, è leggendaria. Venerato nel Lazio e in Campania, è menzionato, oltre che negli antichi martirologi, anche nel Calendario marmoreo di Napoli. Nell’842, dopo che Formia era stata distrutta dai Saraceni, le reliquie furono nascoste nella vicina Gaeta. Quando furono ritrovate, nel 917, il martire venne proclamato patrono della diocesi del Golfo. Nel 1106 Pasquale II consacrò la cattedrale di Gaeta, dedicandola alla Vergine e a sant’Erasmo. È invocato contro le epidemie e le malattie dell’intestino per il fatto che, nel martirio, gli sarebbero state strappate le viscere. I marinai lo venerano con il nome di Elmo.
Patronato: Malattie dell'intestino
Etimologia: Erasmo = amabile, piacevole, simpatico, dal greco
Emblema: Argano, Bastone pastorale, Intestini, Palma
Fonti degne di fede attestano l'esistenza di un s. Erasmo, martire, vescovo di Formia, il cui culto era molto diffuso nella Campania e nel Lazio. La più antica è il Martirologio Geronimiano in cui Erasmo è ricordato il 2 giugno, S. Gregorio Magno alla fine del sec. VI, scrivendo al vescovo Bacauda di Formia, attesta che il corpo del santo era conservato in quella chiesa: "Formianae ecclesiae in qua corpus beati Herasmi martyris requiescit" (Reg. Ep., I, 8). Lo stesso pontefice ricorda due monasteri dedicati ad Erasmo: uno a Napoli (Reg. Ep., IX, 172) e l'altro posto "in latere montis Pepperi" presso Cuma (Reg. Ep., I, 23). Anche Roma aveva un monastero dedicato al santo sul Celio, nel quale fu educato da giovane il papa Adeadato (m. 619) che poi, da pontefice, lo ampliò e lo arricchì di beni e privilegi (Lib. Pont., I, 346). Altri monasteri intitolati ad Erasmo erano presso Formia (detto anche di Castellone) e presso Itri "in valle Itriana".
Il nome di Erasmo, oltre che nei martirologi storici, donde è passato nel Romano, era inserito nel Calendario marmoreo di Napoli. Nell'842, dopo che Formia era stata distrutta dai Saraceni, le sue reliquie vennero trasferite a Gaeta e nascoste in un pilastro della chiesa di S. Maria, dove furono rinvenute nel 917 dal vescovo Bono. Da quel tempo Erasmo fu proclamato patrono di Gaeta e furono anche coniate monete con la sua effigie. I1 3 febbraio 1106 Pasquale II consacrò la cattedrale di Gaeta in onore della Vergine e di Erasmo Nel Medio Evo il santo fu annoverato tra i cosidetti santi Ausiliatori e invocato specialmente contro le epidemie, mentre i marinai lo venerano come patrono col nome di S. Elmo.
Sulla personalità di Erasmo purtroppo siamo male informati poiché la passio, compilata con molta probabilità verso il sec. VI, è favolosa e leggendaria, né può aver maggior valore una biografia attribuita, senza solido fondamento, a Gelasio II (1118-19). Da questi scritti appare evidente come gli autori niente sapessero di sicuro intorno ad Erasmo se non ch'era stato vescovo di Formia ed era morto martire al tempo forse di Diocleziano.
Secondo la passio, dunque, Erasmo era oriundo di Antiochia. Quando scoppiò la persecuzione era già vescovo e si nascose per sette anni in una caverna del monte Libano. Ritornato in città fu arrestato e condotto al tribunale dell'imperatore che con lusinghe e tormenti cercò di persuaderlo a sacrificare agli dei; ma Erasmo rimase saldo nella fede e fu rinchiuso in carcere. Liberato miracolosamente, si recò nell'Illirico dove in sette anni convertì quattrocentomila persone. Arrestato ancora una volta per ordine di Massimiano, fu condotto a Sirmio dove abbatté un simulacro e convertì altre quattrocentomila persone, molte delle quali furono immediatamente uccise, mentre Erasmo, dopo essere stato ancora tormentato orribilmente, era rinchiuso in carcere. Fu liberato allora dall'arcangelo Michele che lo condusse a Formia, ed ivi sette giorni dopo placidamente morì.

Fonte: Gen. Elia Rubino



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