martedì 3 giugno 2014

Legrottaglie: "Lascio il calcio per fare l'allenatore. Il sogno? Panchina Milan, Juve o Catania. Chiarisco mie dichiarazioni post Sassuolo. Italia? Difficile vinca in Brasile"

ESCLUSIVA- Nicola Legrottaglie: "Lascio il calcio per fare l'allenatore. Il sogno? Panchina Milan, Juve o Catania. Chiarisco mie dichiarazioni post Sassuolo. Italia? Difficile vinca in Brasile"

03.06.2014 16:44 di Redazione ITA Sport Press Twitter: @ItaSportPress
Nicola Legrottaglie lascia il calcio all’età di 37 anni. Il difensore ex Juve e Milan chiude la sua lunghissima carriera di calciatore dopo due stagioni a Catania. L’Atleta di Cristo, ai microfoni di Itasportpress.it ha parlato della stagione appena conclusa e anche del suo progetto futuro. “Ho deciso di appendere le scarpette al chiodo e di pensare ad altro. Il calcio mi ha regalato tante soddisfazioni anche se dispiace molto di aver chiuso con una retrocessione. Non so ancora se organizzerò una partita d’addio visto che nessuno me lo ha chiesto. Da adesso in poi penserò a fare il corso per diventare allenatore di calcio perché l’idea di trasmettere i miei insegnamenti comportamentali, spirituali e le mie idee tattiche ai giocatori e farli esprimere al meglio, mi stuzzica. Non è detto che ci riesca ma ci proverò a diventare un buon tecnico".
Sogno Milan, Juve o Catania - "Il sogno sarebbe allenare grandi club in futuro come il Milan o la Juventus ma anche allenare il Catania in futuro sarebbe fantastico. Alle pendici dell’Etna ho vissuto molti momenti belli ma anche qualcuno brutto, ma quello che non mi è mai mancato, è stato l’ affetto dei tifosi. La gente si ricorderà di quello che ho fatto in questi due anni in maglia rossazzurra con record di gol personali e record di punti della squadra".
Dichiarazioni dopo Sassuolo-Catania - Vorrei fare una precisazione: le mie dichiarazioni post match col Sassuolo sono state fraintese perché io non avevo cose da spiegare o critiche da fare verso qualcuno. Io volevo dire che il gruppo non doveva essere messo in discussione perché i giocatori si erano impegnati fino alla fine senza mai risparmiare energie. E’ chiaro che quando si retrocede la colpa è anche dei calciatori ma non avevo frecce avvelenate da scagliare. Non so darmi una spiegazione su cosa è mancato in questa stagione sfortunata ma le colpe sono di tutti. Io non credo che aver cambiato tanti allenatori abbia compromesso la stagione. La retrocessione l’abbiamo meritata e bisogna fare mea.
Nazionale - Giusto lasciare a casa Giuseppe Rossi? "Lo capiremo durante i Mondiali. Prandelli avrà avuto i suoi buoni motivi anche se da fuori sembra una scelta discutibile. Mi fido del c.t. comunque. Difficile che la Nazionale arrivi fino in fondo perché ci sono avversari più forti ma l’Italia è stata sempre una mina vagante. Abbiamo qualcosa in meno degli altri ma gli azzurri si esaltano quando non partono con i favori del pronostico".

Fonte: ItaSportPress

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