martedì 14 ottobre 2014

La posizione dei giornalisti campani, dopo l'esclusione dalla Fnsi di qualsiasi rappresentanza territoriale.

Per i giornalisti italiani gli effetti della crisi generale sono drammatici. Le più gravi difficoltà economiche dal secolo scorso a oggi hanno trovato il settore dell'informazione in una fase di trasformazione ,di cambiamento, caratterizzata dalla polverizzazione dell'offerta, che ha messo in ginocchio non solo chi lavora per informare, ma anche  editori incapaci di guardare oltre la transizione. La grande massa di colleghi che rientrano nella sfera del lavoro autonomo o finto tale e' sempre più vessata, la questione uffici stampa e' in perenne stallo e  intanto  non si riesce ancora a riformare una legge ordinistica vecchia di oltre mezzo secolo. Al Sud la congiuntura e' ancora più difficile e molti colleghi sono in uno stato di vera e propria disperazione. La necessità' di un sindacato forte  non e' più rinviabile. Siamo estranei rispetto  ad antiche   responsabilità di  dirigenti che hanno creato  i presupposti del dissesto dell'associazione napoletana della stampa. E' una vicenda che non ci riguarda. E' importante , invece, per noi costruire un soggetto che tuteli , promuova ed assista il lavoro di chi fa informazione. Abbiamo sperato di poterlo fare all'interno dell'unica casa dei giornalisti italiani, la Fnsi. Alcuni di noi hanno dato vita al sindacato  giornalisti della Campania  (  in sigla SGC,  che ha poi fatto richiesta di essere federato ), altri vi si sono iscritti, altri ancora non hanno aderito alla nuova iniziativa, solo perché attendevano che dalla casa di tutti di Roma arrivasse l'indicazione che si era sulla strada giusta o viceversa l'individuazione di un altro percorso.   Ci amareggia vedere che si va verso il congresso con l'esclusione del giornalismo campano . Ci sentiamo traditi.Ne trarremo le conseguenze se non si troverà una soluzione,  che potrebbe essere quella di una sessione statutaria del prossimo congresso, che approvi prima dello svolgimento dell' assise quadriennale ordinaria una norma transitoria. Un'iniziativa necessaria per non perdere l'unitarietà' del sindacato dopo oltre un secolo di vita.La Campania rappresenta circa il dieci per cento della popolazione nazionale.Non saremmo noi ad essere sconfitti in caso di esclusione, ma tutte le altre associazioni nel loro federarsi in un soggetto non più nazionale. Non crediamo che la categoria possa permetterselo. Siamo purtroppo in bilico fra qualche strapuntino cui qualcuno pensa e la bella proposta del presidente dell'associazione di stampa del Friuli Venezia Giulia di celebrare a Napoli il congresso. Sarebbe la soluzione politicamente più forte per riaffermare il tutti per uno, uno per tutti. Anche senza alcuna struttura, siamo personalmente pronti a collaborare, ma soprattutto e' fondamentale per noi esserci a pieno titolo. Un mosaico senza un pezzo , peraltro consistente, non e' tale. Ed e' evidente che a perdere non sarebbe chi non vede la propria parte di disegno inserita, ma anche tutti gli altri che danno l'apporto ad un' opera destinata a rimanere incompleta. Il congresso rischierebbe di celebrare la sconfitta del giornalismo italiano nel suo momento più difficile. 


Fonte: comunicato stampa 
Massimo Calenda
TGR

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