Trasmetto nota protocollata quest'oggi al Comune, avente quale destinatario il Sindaco, nella sua qualità e per conoscenza indirizzata al Ministro per i Beni e le Attività Culturali On. Dario Franceschini, al Soprintendente alla Reggia di Caserta Arch. Fabrizio Vona e alla Presidente delle Ente provinciale del Turismo dott. Lucia Ranucci.
L'oggetto è una datata notizia di stampa, senza esito ad oggi, che riporta della scomparsa dei resti mortali di Luigi Vanvitelli dalla Chiesa di San Francesco di Paola, posta ai confini tra Caserta e Casagiove.
La città di Caserta ha l'onere morale di fare tutto il possibile per dare degna sepoltura a Luigi Vanvitelli verso cui ci connota una storica irriverenza, iniziata con la profanazione della sua casa, continuata con lo scarso valore che diamo alla Reggia e da ultimo con la dispersione delle sue spoglia mortali. Lo dobbiamo alla Sua importante storia umana e professionale, lo dobbiamo al suo essere stato il progettista della nostra culla cittadina, lo dobbiamo alla nostra coscienza di uomini, cristiani e cittadini casertani.
Dopo 30 anni, dalla rimozione delle ossa, si dia pace e degna sepoltura a questo nostro straordinario antenato e concittadino.
Al
Sindaco di Caserta Dott. Pio Del Gaudio
e, p.c. Al
Ministro per i Beni e le Attività Culturali
On. Dario
Franceschini
Al Soprintendente della Reggia di Caserta
Arch.
Fabrizio Vona
Al Presidente Dell’Ept di Caserta
Dott. ssa
Lucia Ranucci
Collegata ad una attività
ispettiva relativa all’insistenza di un abuso sul tetto del Teatro Comunale di
Caserta, lo scrivente consigliere
comunale è venuto a conoscenza di notizie inerenti ad una scomparsa dei resti
mortali di Luigi Vanvitelli.
A tal riguardo, si
allega, una ricerca di un giornalista casertano Giuseppe Sangiovanni, ripresa in questi giorni dallo studioso di
storia casertana Nando Astarita, che
postosi, qualche anno fa, sulle tracce delle spoglie mortali di Luigi Vanvitelli,
afferma, attraverso atti e parole di autorevoli interlocutori, che quei resti
mortali, pur certificati in entrata nella Chiesa di San Francesco di Paola,
alle porte di Casagiove, sono poi usciti nel 1984 per una serie di indagini
necroscopiche e mai più vi hanno fatto rientro.
Due lapidi, la prima del
1823 e la seconda del 1879, ricordano in modo fuorviante ancora l’esistenza di
quei resti nella piccola Chiesa periferica alla Reggia, tant’è che il Sangiovanni
così tracciava le scarne notizie:
“Nei primi mesi estivi del 1984, dopo l'intervento
della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Caserta, le spoglie rinvenute furono
spostate all'istituto di medicina legale di Caserta. Si apprese,
successivamente, che tali resti furono spediti a Napoli e poi al laboratorio di
Laboratorio di Antropologia della Soprintendenza di Chieti, per ulteriori studi
sull'identità dei reperti: si prospettava di effettuare una prova al Carbonio,
per la datazione dei resti, con la tecnica radiometrica del Carbonio 14”.
La certezza della
presenza di Luigi Vanvitelli nella Chiesa di San Francesco di Paola,
contrariamente ad alcune indicazioni turistiche poste erroneamente a pochi
passi dalle Reggia, si rileva dal:
“vecchio registro, Liber Mortuorum, ben tenuto dal
Parroco della chiesa San Francesco di Paola, datato 1700, dove si registravano
i morti tumulati nella chiesa, ove si legge: " A dì Primo di Marzo 1773-
Passò da questa a miglior vita il Sig. D. Luigi Vanvitelli Ingegnere del Re,
munito con tutti i sacramenti, nella Terra di Caserta, e per
"divozione" volle e fu sepolto nella nostra chiesa Parrocchia di San
Francesco di Paola della città di Caserta”.
“All'epoca la Soprintendenza scattò foto per
immortalare i reperti, i resti in una cassa e di un drappo damascato d'oro sul
quale era incisa una "V" di metallo brunito alta un centimetro (come
riportò il 29 luglio 1984 il giornale "La Repubblica) - che "fece
pensare" che erano proprio quelli i resti di Vanvitelli”.
L’avvenuta ricezione
delle spoglie mortali in quel di Chieti, si coglie poi da una relazione del
Professore Luigi Capasso, Professore Ordinario di Antropologia nella Facoltà di
Medicina e Chirurgia dell'Università "G. d'Annunzio" di Chieti che
dichiarò di aver ricevuto:
“ 5 frammenti di costole umane, molto minuti, peraltro
in pessimo stato di conservazione ed una serie minuta di frammenti di osso
spongioso, assolutamente non identificabili in quanto a collocazione topgrafica
di provenienza dello scheletro, peraltro con dubbio che potesse anche trattarsi
di scheletro non umano. Nessuna relazione scientifica fu redatta al momento,
stante la totale inconsistenza e frammentarietà del materiale biologico.
Inoltre, detto materiale non sarebbe stato sufficiente neppure per servire come
substrato per una datazione al radiocarbonio, sia per le ridotte quantità, sia,
soprattutto, per la totale contaminazione con terreno (questo si era presente
in abbondanza nel "campione sepolcrale" allora trasmesso), sia per la
presenza di muffe attuali. Quindi, "le spoglie mortali" del
Vanvitelli, sono tecnicamente frustul ossei indeterminabili".
Ciò premesso, La invito
a voler aprire ufficialmente un fascicolo intestato a Luigi Vanvitelli che dopo
aver visto profanare la sua casa ed il trattamento poco reale e funzionale che
si fa della Reggia, ha visto anche disperdere le sue spoglia mortali, ciò che
ci impone umanamente e per un atto di gratitudine e di riverenza storica, di
attivare ogni iniziativa utile per individuare questi erranti resti mortali a
cui dare una definitiva e degna sepoltura.
Lo dobbiamo alla storia
umana e professionale di Luigi Vanvitelli, lo dobbiamo al suo essere stato il
progettista del nostro lascito reale, lo dobbiamo alla nostra coscienza di
uomini, di cristiani e cittadini casertani.
Dopo 30 anni si dia pace
e degna sepoltura a questo nostro straordinario concittadino.
Caserta 10 novembre 2014
Il Consigliere Comunale
Antonio Ciontoli
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