Sono state sequestrate legate e picchiate nella propria abitazione per rapina. Scene di puro terrore quelle che sono avvenute questa mattina, verso mezzogiorno, in via Giotto a Caserta, a Parco Gabriella, nel cuore della città. Vittima della violenta rapina Maddalena Zinzi, per tutti Mara, 38 anni, figlia dell'ex presidente della Provincia Domenico nonché sorella del neo consigliere regionale di Forza Italia Gianpiero.La figlia di Zinzi era in casa insieme ad un'altra donna ed alla figlia di 3 anni sono state sorprese da due uomini col volto coperto ma dal classico accento rom, che le hanno legate e picchiate per farsi indicare la combinazione della cassaforte. I due, dopo aver preso tutto quello che vi era all'interno, davanti agli occhi in lacrime della bambina, hanno lasciato poi l'abitazione. Mara Zinzi è riuscita a contattare il fratello col cellulare che si è portato sul posto ed ha allertato la polizia. Le ragazze sotto shock sono state portare in ospedale a Caserta per essere medicate.
DA CASERTACE
CASERTA – Una vicenda spaventosa, che Gianpiero Zinzi
ricostruisce al telefono con voce emozionata. E’ stato lui ad arrivare per
primo, insieme a sua madre, nell’appartamento di Parco Gabriella, teatro, fino
a pochi minuti prima di un episodio criminale con pochi precedenti in provincia
di Caserta. In pieno giorno, almeno tre persone, stando alle poche notizie che
sono state fornite agli inquirenti dalle vittime sotto choc, sono riuscite ad
entrare con uno stratagemma nella casa di via Giotto in cui abita Mara Zinzi,
in quel momento presente insieme alla sua figlia piccola, Giulia, e alla baby
sitter.
La ricostruzione che molto a fatica, con
grande disponibilità, compone, è raccapricciante: “Pretendevano che la
cassaforte fosse aperta immediatamente. Hanno picchiato e torturato mia sorella
e la baby sitter. Sono arrivati addirittura a minacciare la piccola Giulia con
un coltello. Hanno continuato a percuotere sia mia sorella sia la colf anche
dopo essere riusciti a portar via alcuni oggetti dalla cassaforte.
Poi hanno insistito, ma fortunatamente
hanno deciso di andare via. E’ stata la bimba a portare il telefono a mia
sorella, che pur legata è riuscita a comporre il numero di casa mia e dei miei
genitori. Ero con mia madre. Ci siamo precipitati e in quei lunghi minuti che
hanno separato la nostra partenza da via Falcone dall’arrivo a Parco Gabriella
siamo stati attraversati da pensieri angoscianti, perchè non sapevamo cosa
avremmo trovato.
Abbiamo aperto il portone con un
doppione delle chiavi che avevamo e abbiamo trovato Mara ferita e tumefatta,
legata come la baby sitter. Ora la bimba è con noi a casa. Speriamo che questo
incubo non lasci strascichi su di lei“.
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