martedì 4 ottobre 2016

Ottobre 1987 Moscati fu proclamato Santo | Agli Incurabili torna a vivere il medico-santo con l'evento di NarteA

 Moscati rivive al Complesso degli Incurabili 
in memoria della beatificazione
 “Giuseppe Moscati, un lampo nell'eterno”  

Testi e regia Febo Quercia 
con Raffaele Ausiello, Annalisa Direttore, Peppe Romano e Chiara Mazza  
con la partecipazione di Gennaro Rispoli e Vinicio Lombardi
Costumi Antonietta Rendina

Nell'ottobre 1987 Giuseppe Moscati fu proclamato santo da Giovanni Paolo II.  I suoi insegnamenti e le sue gesta sono raccontateattraverso il teatro proprio nei luoghi dove il medico-santo visse realmente: a Napoli va in scena sabato 8 ottobre 2016 (repliche dalle ore 18:30) “Giuseppe Moscati, un lampo nell'eterno” ideato dall'Associazione Culturale NarteA all'interno del Complesso degli Incurabili. La pièce teatrale scritta e diretta da Febo Quercia, con l'interpretazione degli attori professionisti Raffaele Ausiello, Annalisa Direttore, Peppe Romano e Chiara Mazza, è in collaborazione con il prof.re Gennaro Rispoli, presidente del Museo delle Arti Sanitarie, che ha collaborato per la realizzazione della Fiction Rai con Beppe Fiorello. Il contributo di partecipazione sosterrà il restauro della Farmacia Storica degli Incurabili.

Oggi Napoli ha perduto un grande medico, ma i poveri hanno perso tutto”. Viene accolta così la notizia della morte di Giuseppe Moscati, uomo di fede e di scienza, esempio di carità cristiana e grande innovatore nel campo della medicina e della ricerca. Moscati verrà proclamato santo per il coraggio mostrato non solo nelle circostanze eccezionali, come l'eruzione del Vesuvio e l'epidemia di colera, ma soprattutto per quanto dimostrato nelle sfide di tutti i giorni, nella dedizione disinteressata verso malati e poveri. 

Giuseppe Moscati, un lampo nell'eterno farà rivivere nel museo e nelle sale Moscati, oltre che nella Farmacia storica, la vita di un uomo che resterà impresso nell'eternità, poiché “non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo […]; e solo pochissimi uomini sono passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell’eternità della vita…”.

L'amore che guarisce. Non molti, a dire il vero, conoscevano Moscati: la maggior parte si accontentò di veder confermato un punto essenziale dell’insegnamento conciliare, ossia che anche i laici sono chiamati alla santità e possono realizzarla nel mondo attraverso l’esercizio della loro professione secolare; qualcuno ne sapeva di più e poteva predicare a lungo sulle particolari virtù di questo “nuovo Santo”; pochi sono stati disposti a confrontarsi con un dato irriducibile: la concezione di laicità vissuta e difesa da Moscati. Il suo amore fu per tutti i bisognosi, la sua coerenza evangelica fu emblematica, il sacrificio di sé fu ammirevole. Moscati non ebbe limiti, non rispettò distinzioni.

Limitarsi a credere o meno alle sue gesta, non impegna la persona in alcuna responsabilità verso l’eternità. Moscati vedeva questo “limite” accettato da tanti uomini, ne soffriva e andando controcorrente, seguiva la Verità, senza cedimenti o compromessi o reticenze. Il suo modus vivendi fu imperterrito: "Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio."

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