lunedì 12 giugno 2017

LA NOTIZIA DEL GIORNO

LA NOTIZIA DEL GIORNO

Grillo: “Gongolate, ma vi illudete”. Renzi: "Vado ad Amatrice"

Affluenza in forte calo, si ferma al 60,07%. Al ballottaggio centrosinistra-centrodestra, 5S solo in 8 centri su 140. L’esito del voto restituisce un quadro politico bipolare. Orlando vince a Palermo, rivincita Pizzarotti a Parma. Il segretario del Pd esulta per “flop” populisti. Salvini: “Renzi sconfitto”. I dem esclusi a Verona. Secondo turno il 25 giugno nelle grandi città.

Il primo dato ad emergere dal primo turno delle elezioni in 1.004 comuni è il risultato amaro del Movimento 5 Stelle. Per il movimento di Beppe Grillo nessun ballottaggio nei centri più grandi. E perde anche Mira, uno dei primi comuni conquistati nella sua storia. I cinque stelle saranno al secondo turno solo in 8 centri. Buon risultato per il centrodestra, tiene il Partito Democratico. Guarda tutti i risultati
Il ritorno del bipolarismo. Renzi: “Dati buoni”
Secondo molti commentatori, il voto in 1.004 Comuni, con oltre nove milioni di italiani (affluenza in forte calo al 60,07% contro il 66,85 delle elezioni precedenti), riconsegna - dunque - un quadro politico soprattutto bipolare, con i candidati di centrosinistra e quelli di centrodestra che si sfideranno ai ballottaggi tra due settimane. Un risultato che rompe con il tripolarismo visto in questi ultimi anni e che spinge verso la formazione di coalizioni. Intanto, Matteo Renzi parla di "dati buoni", ma sceglie per il post-comunali una visita a sorpresa ad Amatrice. "Buoni i dati delle amministrative, adesso avanti per i ballottaggi. In bocca al lupo ai sindaci già eletti. Il giorno dopo delle elezioni solitamente si fanno tante analisi, chiacchiere e discussioni, come è persino naturale. Noi oggi abbiamo fatto una scelta diversa. Con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti abbiamo preso una macchina e siamo saliti a Accumoli e Amatrice per fare il punto sui cantieri. Senza dirlo ai giornali, senza dirlo a nessuno", scrive su fb il giorno dopo le comunali. L’analisi del segretario dem dopo lo spoglio è che “i populisti alla prova di governo deludono in Italia come in Francia”. Ora sarà ballottaggio in molti dei 21 capoluoghi di provincia, dunque, e 4 capoluoghi di regione al voto. A sfidarsi al secondo turno (il 25 giugno per le grandi città) saranno principalmente centrodestra e centrosinistra. 
Stop M5S. Ma Grillo: “Gongolate su fine M5S ma vi illudete”
Lo stop del M5S comincia anche da Genova, patria di Beppe Grillo diventata terreno di una faida interna. Ma il leader dei Cinque Stelle non ci sta. E su Facebook  rivendica la presenza capillare del Movimento e una crescita che - sottolinea - "è lenta ma c'è'. "Il M5S è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al MoVimento. "I risultati sono indice di una crescita lenta, ma inesorabile". "Adesso - dice - il primo obbiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio. A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier. Dopo ci saranno le politiche e l'obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia. L'importante è non mollare mai". "Tutti gongolano - dice Grillo - esponendo raffinate analisi sulla morte del M5S, sul ritorno del bipolarismo, sulla fine dei Grillini. L'hanno detto dopo politiche, europee, regionali e referendum. Fate pure anche ora".
Palermo, Orlando verso vittoria al primo turno
L’unico ad essere eletto al primo turno dovrebbe essere il sindaco uscente di Palermo Leoluca Orlando. Lo spoglio per le Comunali 2017 è ancora in corso, ma dovrebbe essere accreditato del 46% delle preferenze e dunque si eviterà anche il ballottaggio (in Sicilia basta il 40% per vincere al primo turno). Tra i cinque sfidanti in corsa per Palazzo delle Aquile il secondo posto va a Fabrizio Ferrandelli, esponente del centrodestra, che ha raccolto circa il 31% dei voti. Ugo Forello del Movimento 5 Stelle si ferma al 16%. "Abbiamo raggiunto questo risultato grazie all'impegno generoso di tutti, per questo ringrazio tutti i candidati, pur non sapendo ancora chi è eletto e chi non lo è, a partire dai singoli associati fino alle forze politiche ai partiti. Ringrazio ancora il consiglio comunale passato e il presidente Salvatore Orlando per come ha risolto tanti problemi della nostra citta" aveva detto nella notte Leoluca Orlando, quando da subito era apparsa probabile la sua conferma. Per lui si prospetta un risultato netto e si tratterebbe del quinto mandato, non consecutivo. Orlando aveva 38 anni quando per la prima volta, era il 1985, fu nominato sindaco. “Questo risultato – ha detto ancora –basta per avere conferma della bontà dell'amministrazione di questi anni, che è stata riconosciuta dai palermitani che chiedono di non fermare il cambiamento dopo i 10 anni disastrosi di governo di centrodestra”. “Il mio partito si chiama Palermo”, ha concluso Orlando. Che attorno a sé non ha voluto simboli di partito, creando un’ampia coalizione con sette liste e aggregando oltre alla sinistra, che lo aveva sostenuto cinque anni fa, anche il Pd (all'opposizione nella consiliatura appena terminata), i centristi di Casini, buona parte di Ap e Sicilia futura dell'ex ministro Totò Cardinale. Infine la promessa: “È l’ultima volta che mi candido, preparerò il terreno per il mio erede nel 2022”.

Parma, Pizzarotti al ballottaggio: "Città abbandonata da M5S"
A sorridere c’è anche Federico Pizzarotti, sindaco uscente di Parma e ed ex esponente M5S appoggiato dalla lista civica “Effetto Parma”. Per lui l’esito del voto rappresenta una sorta di rivincita dopo i dissidi con il Movimento: andrà infatti al ballottaggio contro l'esponente del centrosinistra Paolo Scarpa. Restano fuori dalla corsa dunque i 5 stelle, che proprio con il sindaco uscente avevano conquistato cinque anni la città. Intervistato da Sky TG24 Pizzarotti ha commentato il risultato sostentendendo che “Parma negli ultimi anni è stata abbandonata dal movimento, nei momenti di difficoltà non ci sono stati”.  Pizzarotti ha anche allontanato, per ora, possibili discese in campo della sua formazione al livello nazionale. “È evidente che ci sono gruppi che guardano a noi – ha sostenuto il candidato – ed è altrettanto evidente il nostro impegno e il nostro programma riguardano la città, con la coerenza di rimanere qui cinque anni come abbiamo fatto l'altra volta. Al momento altri scenari sono sicuramente interessanti dal punto di vista geopolitico, ma non interessanti per noi”.
Pd escluso a Verona
Anche a Verona si andrà al ballottaggio in queste elezioni amministrative 2017 che decretano il successore del sindaco in carica Flavio Tosi, rappresentante del partito Fare! ed ex leghista. A sfidarsi, il 25 giugno, saranno il candidato del centrodestra Federico Sboarina (29,26%) e la compagna dell'ex primo cittadino, Patrizia Bisinella, di Fare!, che ha ottenuto il 23,54%. Mentre è terza, distanziata di circa un punto dalla seconda posizione, la candidata del Partito democratico Orietta Salemi (22,48%).

Centrodestra e centrosinistra. Salvini: “Impegno per coalizione compatta”
Chi tira il fiato è il centrodestra, che guardava alle comunali come un test per un'alleanza tra Fi e Lega. "Noi abbiamo fatto - sostiene Maurizio Gasparri - l'alleanza classica ed a Genova abbiamo una condizione buona dove il sindaco uscente di centrosinistra nemmeno si è ricandidato autocertificando un fallimento. Il centrodestra ci può essere, vedremo lo scenario nazionale". Ma per fare un'analisi più approfondita sulle alleanza a livello nazionale bisognerà aspettare l'esito dei ballottaggi: il Pd dovrà contare in quante città resterà alla guida per verificare se ha ancora senso un'alleanza classica di centrosinistra. Ma contro l'autosufficienza del Pd fa sentire la sua voce l'area che va da Pisapia a Si: "Laddove la sinistra è dentro il centrosinistra va, dove il Pd sceglie l'autosufficienza esce fuori", è quanto viene sostenuto. Il leader della Lega Matteo Salvini, intanto, va all'attacco: “Non capisco perché il Pd esulti della presunta disfatta dei Cinque Stelle. Se c'è uno sconfitto è Renzi”. Così il segretario leghista commenta i risultati delle elezioni amministrative, sottolineando il flop del Pd a Genova e a La Spezia dove i pentastellati hanno anche sfiorato il 20%. Secondo Salvini i Cinque Stelle alle urne “sono andati meglio” del Pd e Renzi “ha dovuto mascherarsi dietro liste civiche. Noi e i 5 stelle ci mettiamo la faccia". E, aggiunge, il segretario del Pd “fa il contento per mettere a tacere i vari Bersani e D'Alema. Speriamo tragga le conseguenze di questa ennesima sottrazione di fiducia alla coalizione di governo”. Salvini ha poi lanciato un appello a Silvio Berlusconi in vista del discorso coalizione. Quando si tornerà a votare "faremo di tutto per una coalizione più compatta possibile”, ha detto. "Se Berlusconi vuole l'unità del centrodestra, dovrebbe scegliere il maggioritario".

Lampedusa: sconfitta Giusi Nicolini
Dalle amministrative 2017 emerge anche il caso di Lampedusa. Salvatore detto Totò Martello con 1.566 voti, ridiventa sindaco di Lampedusa e Linosa dopo quindici anni. Secondo arrivato è Filippo Mannino che andrà all'opposizione e che ha raggiunto il traguardo dei 1.116 voti. Terza e fuori dall'amministrazione il sindaco uscente, Giusi Nicolini che, con 908 voti non è riuscita ad avere consiglieri di opposizione. Nicolini è componente della segreteria nazionale del Pd, ha ricevuto il premio Premio Unesco per la Pace. A ottobre scorso Nicolini è stata una delle quattro donne "simbolo dell'eccellenza italiana" che ha accompagnato il premier Matteo Renzi alla Casa Bianca per la cena con l'ex presidente degli Stati Uniti, Obama.

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