sabato 6 marzo 2021

UNA CORDATA SOCIALE PER LA SOLIDARIETA’, LA GIUSTIZIA, LA PACE

 


 

Nel buio di questo tempo difficile l’esortazione del nostro Papa Francesco a sentirci profondamente fratelli e sorelle tra noi e con tutti ci ha raggiunto come una luce capace di indicare la strada. In questo periodo instabile e apparentemente appiattito sul presente, l’invito del Presidente Mattarella ad abitare il tempo con l’audacia e la lungimiranza dei costruttori ci ha toccato come un monito a non perdere di vista la possibilità di rinascita non solo personale ma sociale e comunitaria che si cela tra le pieghe tortuose dei dolori e dei travagli di tutti, specialmente degli ultimi e dei poveri.

 

Per questo come Pastore di questa Chiesa partenopea, in comunione con il popolo di Dio che mi è affidato e solidale con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che sorreggono la nostra Napoli, invito tutti - Chiesa, istituzioni, società civile - ad una cordata sociale fondata sul valore della fraternità e vissuta con l’atteggiamento di chi vuole costruire il presente rendendo così possibile il futuro.

 

Se può essere comprensibile che la pandemia da Covid-19 imponga alle istituzioni il dovere di operare anche scelte difficili come la chiusura di attività importanti e di servizi fondamentali, da cui dipende la vita di tanta gente, non è comprensibile e giustificabile che a tali chiusure non corrispondano altrettante aperture fatte di concreti sostegni economici, di parole dialoganti, di attenzioni quotidiane alla ferialità dei tanti volti che hanno perso la luce della speranza e alle tante storie che, nel timore di un mancato lieto fine, si lasciano prendere da una disperazione capace con facilità di tramutarsi in rabbia sociale.

 

È il grido di queste storie, il pianto di questi volti, che mi spinge a parlare come Vescovo di una Chiesa che non può dirsi indifferente alle grida di dolore di tanti, ai lamenti disperati di troppi!

 

Il cuore di questa città del Sud, che mi ha accolto come figlio, prima ancora che come fratello e padre, non smette di battere all’unisono con i cuori di tutte le periferie esistenziali e con quelli di tutti i sud del mondo e con essi, nel bel mezzo di questa pandemia, grida al cielo e agli uomini: Giustizia! Pace!

 

Solo con questi due doni possiamo ripartire insieme! Ma essi non sono frutto del caso e se per un credente possono essere dono di Dio, per tutti sono anche frutto dell’impegno degli uomini.

 

Per questo chiedo a tutti, e alle istituzioni in modo particolare, di dar vita ad una cordata sociale in cui a partire dal riconoscersi fraternamente parte di un corpo più vasto ci si metta insieme per costruire il bene comune!

 

Non è pensabile che in un tempo così complesso e rischioso a sofferenza si aggiunga sofferenza.

 

Per questo guardo con enorme preoccupazione alla sospensione del blocco dei licenziamenti, agli sfratti coatti dei cittadini indigenti, alla demolizione di case che, seppur abusive, in questo momento per alcune famiglie sono l’unica tana in cui rifugiarsi dal virus. Chiedo pertanto attenzione e aiuti concreti affinché le imprese non siano costrette a dover lasciare a casa i propri dipendenti, affinché chi ha perso il denaro a causa della crisi non debba vedersi privato anche di un tetto, affinché a causa di pur legittimi provvedimenti si eviti a delle famiglie, in piena crisi sanitaria, di ritrovarsi in strada sole e disperate.

 

Per questo guardo con speranza all’inizio della vaccinazione e all’innesto economico derivante dall’utilizzo dei fondi europei: se queste due importanti cure, una sanitaria e l’altra economica, verranno modulate con giustizia allora la pace sociale verrà salvaguardata! Per il bene e la sicurezza di tutti!

 

Come Vescovo, consapevole di non possedere le competenze tecnico scientifiche necessarie a valutazioni più approfondite, desidero insieme a tutta la mia Chiesa partenopea dare voce al gemito dei poveri, alle attese degli ultimi, alle richieste di coloro che rischiano di vedersi rubata la speranza! Come comunità cristiana non ci tireremo indietro e faremo la nostra parte nella speranza che le istituzioni e la società civile diano vita ad una cordata sociale all’insegna della solidarietà, della giustizia e della pace. Solo così scaleremo insieme questa montagna insidiosa, senza lasciare indietro nessuno, affrettando nella notte l’aurora di un mondo nuovo.

 

 

Napoli, 4 marzo 2021

 

 

don Mimmo Battaglia

Arcivescovo Metropolita di Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

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