Gli operatori della Comunicazione si
assumono la grande responsabilità di saper ascoltare. Di saper incontrare le
persone. Ascoltare le loro storie. Saper ascoltare le loro vite. Questo noi lo
sperimentiamo soprattutto nelle persone che soffrono. Le persone che bussano
alle porte del nostro Paese. Sappiamo ascoltare le loro vite? Guardarle negli
occhi? Metterci faccia a faccia? Guardiamo i loro volti. Perché la capacità
d’informare, ascoltare, leggere la realtà è la capacità di annunciare. Siamo
chiamati ogni giorno a leggere e interpretare i fatti della nostra vita. Ma in
questa realtà ci sono sempre le storie delle persone. C’è la vita. Vorrei
imparassimo a raccontarla». Questo l’invito del Vescovo delle diocesi di
Pozzuoli ed Ischia, S.E.R. Mons. Gennaro Pascarella, rivolto nel corso della
Santa Messa celebrata in memoria di San Francesco di Sales, patrono dei
giornalisti, lo scorso lunedì 24 gennaio, presso il Vocazionario di Pianura.
Organizzata dall’associazione della Stampa campana “Giornalisti flegrei”
insieme al Centro studi sul Giornalismo “Franco Mancusi”, la celebrazione è
stata l’occasione per dare al Vescovo la statuina di don Giustino, divenendo
una tappa del tour delle Istituzioni locali alla riscoperta del parroco
pianurese di cui il 15 maggio ci sarà la cerimonia di canonizzazione. «Il ruolo
degli operatori della Comunicazione è sempre più delicato; l’ascolto è
difficile in una realtà costantemente bombardata da messaggi, e la voce dei più
deboli appare lontana, un’eco che appena si coglie, ma è a loro che dobbiamo
tendere l’orecchio, perché anche la loro storia che va raccontata». Sono queste
le parole di Claudio Ciotola, presidente dell’associazione, che attraverso le
dirette social, ha permesso anche a chi non poteva fisicamente essere presente,
di partecipare all’evento, organizzato nel pieno rispetto delle normative
anticovid. «Ricordiamo sempre l’ascolto e il rispetto delle persone che
raccontiamo. Raccolti in eucarestia, abbiamo ascoltato la parola di Dio, e ci
siamo posti in ascolto delle parole di Papa Francesco. La parola di Dio è
performativa, disse Benedetto XVI, per questo ci muove all'azione. Che ci muova
all’azione, quindi, e che ogni parola da noi adottata metta in moto dei
processi. Chiediamo al Signore che ci aiuti e che questi processi siano sempre
rispettosi della vita umana. Comunichiamo le cattive notizie - ha ricordato
Pascarella -, comunichiamo anche le buone notizie: la vita di Don Giustino.
Grazie per quanto racconterete». Non casuale, infatti, la scelta del Vocazionario,
«questa è la cappella di don Giustino, e celebriamo qui oggi questa funzione
ricordando anche il suo insegnamento di ascolto e rispetto delle persone. Tutte
le persone, a partire proprio dalle più deboli, dalle più fragili, dalle
ultime. A noi preme sottolineare il rispetto della realtà che viviamo. Con
spirito critico e rispettoso dei valori deontologici e della dignità della vita
di ogni uomo». Nelle parole di Don Ciro Sarnataro, vicario generale della
Società Divine Vocazioni, un insegnamento caro a molti dei presenti, tra cui
Ciro Biondi, Lillo Bonaccorso, Luigi Borrone, Antonio Di Maio, Antonio
Grimaldi, Fabio Iacolare, Tonino Morra, Mario Orlando, Luigi Panico, Rosaria
Polverino, Rosario Scavetta ed Ennio Silvano Varchetta, un insegnamento che è
la strada su cui continuano a muoversi i giornalisti flegrei.
Rosaria Morra
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