È nelle librerie da febbraio l’ultima fatica letteraria del docente universitario ed ex sindaco di Gioia Sannitica (Ce) Michelangelo Raccio. “Management ed economia dell’ambiente per lo sviluppo sostenibile”, il titolo del libro edito da MReditori Di Giovanna Ragusa.
Una riflessione sulla natura e sull’uomo, innanzitutto. Una riflessione sulle responsabilità che l’uomo ha sulla natura e sulla preziosità che essa offre a prescindere. Sette capitoli che ci parlano di economia e management dell’ambiente non senza un’esortazione iniziale ad avere cura dell’ambiente, sempre. In nome di quel rapporto ancestrale che ognuno di noi ha con esso e che prescinde da ogni altra cosa. Innanzitutto individua lo scenario in cui sono numerosi i tasselli necessari affinché lo sviluppo economico sia compatibile con l’ambiente e lo fa anche attraverso l’analisi delle leggi a riguardo. Nel tracciare questi scenari l’autore analizza a fondo il rapporto tra l’uomo e la natura e quindi evidenzia il pericolo in cui versa la biodiversità, minacciata da fattori esterni che necessitano ora di dovute attenzioni. “Spesso abbiamo assistito a tali scenari apocalittici con impotenza e rabbia”, scrive Raccio.
L’autore parla della necessità di indirizzare le produzioni verso un modello economico in grado di rigenerarsi ed in grado di innescare un processo di rinnovamento continuo di tutti i sistemi sociali. In netto contrasto con il modello economico tradizionale considera l’ambiente come fonte dalla quale attingere e non come risorsa da preservare.
Un processo, quello di sviluppo, che scrive Raccio: “[…]segue le stesse leggi della fisica: trasforma la materia che prende dall’ambiente e la restituisce allo stesso sotto forma di scarto di produzione o di rifiuto finale, implicando l’uso di un certo quantitativo di energia, una parte della quale, secondo il noto concetto di entropia, non può essere più recuperata”.
Va affrontato un discorso globale, che non si riduca solo alle misure che adottano i paesi cosiddetti sviluppati. Questo testo è quasi un j'accuse e perciò anche un appello alla coscienza civica di tutti coloro che a vario titolo sono gli attori di un processo di sviluppo compatibile con l’ambiente. Tanto è stato fatto ma tanto c’è ancora da fare è la morale di questo scritto.
Un linguaggio forbito, quello usato. All’altezza dei temi trattati, con sempre calzanti parallelismi con la matematica, la fisica, non tralasciando l’aspetto romantico dell’uomo come parte di un tutto che è l’ambiente, la natura. L’applicazione di concetti di economia sull’ambiente è buona pratica per l’elaborazione di strategie di sviluppo. Importante per il territorio matesino è il settimo capitolo, dove si propone con originalità un modello di sviluppo per il neonato Parco Nazionale del Matese dove si coinvolgono istituzioni, associazioni, imprenditori e società civile. Un caso applicativo, quello del Parco Nazionale del Matese, che è esempio concreto di sviluppo sostenibile.
Geniale l’uso della parola resilienza. Una parola particolarmente attuale ma non usata in questo caso per elogiare l’uomo che ha resistito con forza alla pandemia, bensì riferita alla natura che resiste alle continue minacce dell’uomo.
Adele Consola
Giornalista freelance
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