LA COMMEGGIATA
Incrocio tra la
commedia e la sceneggiata: dal Divo, al Capitano…allo Sceriffo.
Oggi vi racconterò di una nuova arte, della
quale noi tutti da anni, quasi inconsapevolmente, ne siamo spettatori; per
molti apprezzabile...per altri ridicola.
Caratteristica principale di questa nuova arte
scenica è l'espressione comunicativa: il "blablattere".
I teatri prediletti: Palazzi romani e regionali.
Quali furono o sono i capi della compagnia? Andreotti, D’Alema, Berlusconi,
Casini, Renzi, Verdini, Salvini, Meloni
ecc.
Quando noi pensiamo alla commedia, immediato è
il ricordo di un grande Maestro: Eduardo de Filippo; quando, invece, ricordiamo
la cosiddetta sceneggiata la mente corre subito ad un noto cantante napoletano:
Mario Merola.
Ebbene, la "Commeggiata" altro non è che la interazione, se non la
completa osmosi, tra la commedia e la sceneggiata: una vera arte teatrale, che
da ormai decenni, viene praticata in tanti palazzi importanti, soprattutto,
nella nostra capitale. Diversi, i capi compagnia che si sono succeduti e
spesso, come avviene per le squadre di calcio o nelle compagnie teatrali, vi
sono dei cambiamenti, passaggi quasi camaleontici, a seconda dell'annata, della
tematica in voga.
La commeggiata vanta un pubblico assai variegato,
completamente rapito dalla bravura dei teatranti, abili ipnotizzatori di intere
platee; capaci di elargire benessere con promesse di immediata felicità, i
teatranti fanno dimenticare la realtà, cancellano problemi, miserie e brutture:
il "blablattere", infatti, si caratterizza, nei modi, per la spiccata
e, badate, apparente, disposizione benevola nei confronti di un pubblico che
non aspetta di sentire altro.
Che meraviglia vedere tanti capi compagnia
mettere in scena commeggiate a vantaggio del popolo! Ma cosa si nasconde dietro
le quinte? Calato il sipario, che succede?
L'Italia può vantare un passato ricco di
attori abili ingannatori, forse i veri ispiratori di questa arte, che hanno
ottenuto un successo indescrivibile: basti pensare ad Andreotti, quasi il
precursore della commeggiata; e poi Gava, Cossiga, D’Alema, Scalfaro...e
ancora, Scotti, Pomicino, Mastella, ecc.
Oggi, questa forma teatrale ha preso ancora
più piede e, mantenendo fede agli insegnamenti dei capostipiti, ha affinato i
propri strumenti, rendendo ciechi e sordi i folli seguaci, sempre più lontani
dai valori etici e privi di identità.
I capi compagnia dell’ultimo ventennio:
Berlusconi, Bossi, Casini, Renzi, Monti, Salvini, Meloni. A turno, le loro
compagnie, attratte sempre più dalle luci della ribalta, provvedono a
caratterizzare l'organico, per poter mettere in scena spettacoli per tutti i
gusti. Ad esempio, nella compagnia di Berlusconi c’era il bombolo di turno, ben
interpretato da Bondi; la piagnucolona o, come dicono a Napoli, la "chiagnazzara",
fu ben interpretata dalla Gelmini, così come per il ruolo della bisbetica
indomata fu scelta la Santachè. Non poteva certo mancare "a
bellella", magistralmente portata in scena dalla Carfagna.
La compagnia di D’Alema, invece, negli anni ha
subito molteplici cambiamenti, nonostante il regista/capo compagnia fosse
rimasto al posto di comando (sia sul palco che dietro le quinte): in Sicilia si
dice che cambiano i pupi ma il puparo è sempre lo stesso. Per non parlare di
Bossi o di Salvini, bravissimi nell'esasperare la scena, con le loro fumate
nere, i loro schiamazzanti copioni.
Oltre ai palazzi della capitale, la
commeggiata trova spazio anche presso le regioni. Il massimo esponente
della nuova arte è lo
"Sceriffo": il governatore della Campania, infatti, è secondo solo al
Divo e ha tutte le intenzioni di superarlo in maestria.
Che bello essere in prima fila tutti i giorni,
vedere ed ascoltare questa magica arte, sentire di farne parte, perdersi nelle
voci che tessono intricate ragnatele per intrappolare prede.
Che bello alimentare inganno e menzogna,
esserne prima vittime e poi sostenitori; credere ad ogni parola, alimentare
speranze prive di fondamento e, soprattutto, avere memoria corta. Dimenticare.
Che bella la commeggiata...
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