Cittadini di Caserta a
Convegno per partecipare al governo della città
Davvero molti i Casertani del
rione Acquaviva che si sono recati al primo convegno organizzato
dall'Associazione "Casa di vetro" sul tema "Partecipazione dei
cittadini al governo della città". Il meeting si è tenuto giovedì 2 marzo,
alle ore 20:00, nel salone multimediale della parrocchia di Nostra Signora di
Lourdes, gentilmente messo a disposizione dal parroco, don Antonello Giannotti.
Dopo il saluto della Presidente
dell'Associazione, avvocato Annarita Di Martino, che ha vivamente ringraziato i numerosi
presenti, ha preso la parola l'avvocato Gloria Martignetti che ha illustrato una
petizione da inviare al sindaco di Caserta, circa la normativa vigente sulle
modalità necessarie per la richiesta di referendum consultivi, abrogativi o
propositivi, al Consiglio Comunale. L'avvocato Martignetti ha spiegato che il
referendum consultivo è l'istituto con cui tutti gli elettori del comune possono esprimere la loro
volontà ed i loro orientamenti in merito a temi, iniziative, programmi e
progetti d'interesse generale, pertanto, pur non avendo valore vincolante per
l'amministrazione rappresenta uno strumento dal profondo valore politico
giacchè consente ai cittadini di dare voce alla volontà popolare.
Purtroppo, esaminando il
regolamento dello statuto cittadino, ha rilevato una grave incongruenza. Mentre,
infatti si legge che: “Ai sensi dell'art. 33, comma 1, dello Statuto della
Città di Caserta è consentito "lo svolgimento di referendum consultivi, propositivi ed
abrogativi, quando lo richiedano un numero di elettori non inferiore al 3% (tre
per cento) degli iscritti nelle liste elettorali" disciplinato dal
"Regolamento per la disciplina del Referendum Comunale", in base all’art.
2 - comma 1 - del predetto Regolamento, è scritto che: "Il
referendum consultivo è indetto
su iniziativa del Consiglio Comunale previa deliberazione adottata dal
Consiglio stesso a maggioranza assoluta dei consiglieri in carica. Il quesito da sottoporre agli
elettori va
presentato, entro
30 giorni dall'esecutività della deliberazione consiliare, al giudizio di ammissibilità
del Collegio dei Garanti. In caso di parere favorevole del Collegio, il Sindaco indice
referendum con le modalità previste dal successivo articolo 10. Il referendum propositivo o abrogativo è indetto quando lo richiedano almeno
il 10% dei cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune e può
essere articolato anche in più proposte fino ad un massimo di tre".
Orbene, la previsione di cui
al comma 1 dell'art. 2 del Regolamento, impedisce di fatto ai cittadini di
accedere a tale strumento restringendo, in concreto, la possibilità di
utilizzarlo solo su iniziativa dei rappresentati della maggioranza politica
(avendo previsto la necessità di una delibera a maggioranza assoluta).
La previsione di cui al comma
2 dell'art. 2 del Regolamento "il referendum propositivo o abrogativo è indetto quando lo
richieda almeno il 10% dei cittadini .... ", infatti, risulta essere in palese
contrasto con "il 3% degli iscritti nelle liste elettorali" di cui all'art. 33 dello Statuto
Comunale.
In considerazione
di quanto su esposto, l’Avvocato ha proposto ai cittadini di voler
sottoscrivere la petizione
(modifica dell'art. 2 comma 1 e 2 del Regolamento per la disciplina del referendum
comunale) così che possa essere iscritta all'Ordine del Giorno del prossimo
Consiglio Comunale.
La proposta è stata accolta
con un forte applauso e tutti i cittadini presenti si sono messi spontaneamente
in fila per sottoscrivere il documento. Alla fine, con grande soddisfazione
degli organizzatori del Convegno, sono state raccolte circa un centinaio di
firme. C’è da credere che la città si stia svegliando da un lungo torpore.
Diac. Manlio Maglio
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