giovedì 17 ottobre 2013

Dei modi del dipingere l’invisibile

24 ottobre – 7 dicembre 2013

Napoli, Palazzo Reale
AICA|Andrea Ingenito Contemporary Art


Achille Perilli torna a Napoli con la personale Dei modi del dipingere l’invisibile, che dal 24 ottobre 2013 sarà allestita nell’Ambulacro dell’Appartamento Storico di Palazzo Reale e continuerà negli spazi espositivi della galleria AICA|Andrea Ingenito Contemporary Art.

L’esposizione comprende le opere pittoriche a partire dagli anni Cinquanta ad oggi, le ceramiche, chiamate Distorti, e le inedite Tegole pompeiane, così denominate dal maestro, presentate a Palazzo Reale.

Questa parte dell’esposizione, curata da Patrizia Di Maggio, esporrà in uno dei più rappresentativi monumenti cittadini i bassorilievi in terracotta policroma creati dall’artista nel laboratorio della Fornace Falcone di Montecorvino Rovella a partire dal 1996.
Ispirate agli elementi di copertura delle insulae degli scavi di Pompei, le tegole, realizzate secondo i più tradizionali procedimenti artigianali, sono un gruppo omogeneo di piccole e raffinate sculture con le quali Perilli ha inteso richiamarsi alla storia e alla tradizione archeologica e artistica di Napoli, al cui fascino il maestro non ha potuto sottrarsi.

Il progetto complessivo della mostra, ideato da Andrea Ingenito, riunisce alcune delle più interessanti opere dell’artista, del quale intende documentare la poliedrica produzione, che parte dagli anni fondamentali del Gruppo “Forma 1” (1947) e giunge fino ad oggi: «un’arte al passo con il tempo, che si evolve e si materializza senza mai perdere il contatto con la manualità», come lo stesso Perilli ha di recente affermato.
La selezione delle opere ha inteso infatti favorire un dialogo tra la riflessione sullo spazio, espressa nelle tele, e quella sul tempo delle sculture, evidenziando l'evoluzione e la molteplicità di interessi di uno dei maestri dell’arte del Novecento.

I dipinti testimoniano quanto lo studio della costruzione geometrica dello spazio e della sua percezione sia costante e appassionato nell’arte del maestro: partito dalle rigorose strutture dell’Arte Concreta, ne ha sviluppato le premesse attraverso l’uso creativo della prospettiva e della geometria, fino a rendere ogni tela un labirintico spazio pittorico.
I Distorti nascono dalla seduzione esercitata su di lui dall’argilla e dall’atavico processo di lavorazione e cottura, e trovano un significativo completamento nella memoria storica e archeologica rappresentata dalle Tegole pompeiane.

In occasione dell’inaugurazione, all’AICA sarà presentata la videointervista concessa dal maestro alla giornalista Livia Iervolino nella sua casa studio di Orvieto e realizzata esclusivamente per la mostra dal videomaker Pasquale Napolitano.



 
 


            
Note biografiche
Achille Perilli (Roma, 1927) esordisce giovanissimo, nell’immediato dopoguerra, ed è tra i fondatori del gruppo “Forma 1”, di cui sottoscrive il manifesto (apparso sul primo numero della rivista omonima) insieme a Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Antonio  Sanfilippo e Giulio Turcato.
Nel 1949 aderisce al MAC (Movimento per l’Arte Concreta) con Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet. Negli anni successivi (1957 al 1960) condivide con Gastone Novelli la direzione della rivista “L’esperienza moderna” e fonda la rivista “Grammatica” (dal 1964 al 1976), a cui aderiscono - tra gli altri - i poeti del “Gruppo 63”.
Sempre a contatto con gli ambienti culturali più all’avanguardia, nel 1971 scrive il Manifesto della Folle Immagine nello Spazio Immaginario; nel 1972 partecipa alla costituzione del “Gruppo Altro” dando origine ad una ricerca sul linguaggio “intercodice” (basato cioè sulla fusione dei tradizionali linguaggi specifici artistici), e nel 1982 pubblica il manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico.
Ha al suo attivo la partecipazione alle Biennali di Venezia del 1962 e del 1968, e numerose mostre nazionali e internazionali. Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Personalità poliedrica, Perilli intesse da sempre con letterati, musicisti, uomini di teatro e poeti, rapporti che continuano a contribuire alla straordinaria ricchezza del suo linguaggio.
Partita da composizioni astratte in continuità con la tradizione della Avanguardie europee, la sua arte è in continua evoluzione, dalla pittura del segno alle sperimentazioni geometriche, dalle machinerie ovvero strutture mutanti determinate da una metodologia irrazionale, alle ceramiche (i Distorti), dalle sculture in terracotta denominate Argille a quelle in legno dette gli Alberi.

Fonte: comunicato stampa


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