venerdì 13 novembre 2015

Anche a Caserta si celebra la Giornata Mondiale del Diabete


Anche quest’anno il 14 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, la principale campagna per la prevenzione e la diffusione delle informazioni sul diabete, istituita nel 1991 dalla International Diabetes Federation (Idf) e dalla World Health Organization (Oms).
Per questa occasione, come ogni anno, il dottor Mario Parillo dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta ha organizzato per domani sabato 14 novembre dalle ore 9.30 alle 13 un punto d’incontro presso il Circolo Nazionale, in piazza Dante angolo via Mazzini.
In quella sede sarà possibile valutare il rischio di diabete e avere informazioni sulla prevenzione e sulla gestione della malattia.
Il diabete mellito è una patologia in continua e costante crescita in tutto il mondo, anche in Italia. Dopo i 60 anni interessa più del 10 % della popolazione.
 La malattia può causare danni a livello oculare, renale e nervoso, aumentando in modo significativo il rischio cardiovascolare e quindi la probabilità di avere un infarto. Tutte queste complicanze possono però essere evitate se la glicemia è mantenuta sotto stretto controllo.
Il cardine della terapia del diabete sono le modifiche dello stile di vita: l’alimentazione e l’attività fisica. A queste si possono associare diversi farmaci ipoglicemizanti.
Nella maggior parte dei casi il diabete tipo 2 si associa a eccesso di peso, per cui il primo scopo della terapia deve essere la perdita di peso anche di lieve entità.
Lo stile di vita è anche essenziale per la prevenzione della malattia. E questa è la notizia più importante: attività fisica e corretta alimentazione possono prevenire l’insorgenza del diabete.
Chi sa di essere a rischio perché sovrappeso o per familiarità deve iniziare a cambiare il suo stile di vita e potrà prevenire il diabete. Diversi studi hanno infatti dimostrato che in soggetti predisposti le modifiche dello stile di vita riducono del 50% il rischio di diabete.
È quindi importante identificare i soggetti a rischio e cercare di porre la diagnosi quanto più precocemente.


Fonte: L’addetto stampa (Enzo Battarra)

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