giovedì 3 dicembre 2015

All’Ospedale di Caserta solidarietà e chirurgia mini invasiva nel reparto di Cardiochirurgia

Nei mesi scorsi è iniziato presso la Cardiochirurgia aziendale un percorso di adozione di tecniche chirurgiche innovative che, applicato a diverse patologie di interesse cardiochirurgico, sta consentendo l’esecuzione, su un numero di pazienti sempre maggiore, di interventi chirurgici con procedure meno traumatiche, definite mini invasive.
“Una di queste tecniche – riferisce il direttore dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia Luigi Piazza – è stata recentemente impiegata anche per risolvere una grave patologia a carico della valvola mitralica di un giovane rifugiato politico afgano di 24 anni, ricoverato in scompenso cardiaco presso la nostra Azienda. La sua giovane età ha permesso di intervenire con una piccola incisione di 7-8 cm sulla parete laterale toracica, invece di praticare una grossa incisione sulla parete anteriore, che avrebbe necessitato anche della sezione dello sterno. Pochi giorni dopo l’intervento chirurgico il paziente è stato dimesso in ottime condizioni fisiche. È questa una metodica che stiamo attuando con successo presso la nostra Unità Operativa, incontrando anche l’adesione convinta dei pazienti”.
La chirurgia mini invasiva consente quindi di poter accedere alle strutture cardiache, quali valvole e coronarie, con incisioni minime e, quindi, con minor trauma tissutale. Questo permette di dare una risposta terapeutica efficace anche a pazienti che, per età e per compromissione generale, non potrebbero essere operati per l’elevato rischio connesso all’invasività della chirurgia tradizionale. Gli interventi cardiochirurgici che necessitavano prima di incisioni cutanee di diversi centimetri possono essere oggi effettuati attraverso accessi minimi di pochi centimetri, con un minor danno delle strutture interessate, con un più rapido recupero funzionale e precoce dimissione ospedaliera, oltre a un aspetto cosiddetto “cosmetico” delle cicatrici, che rappresenta un ulteriore vantaggio, soprattutto nei soggetti giovani di sesso femminile.
Se si considera che l’aumento dell’età media della popolazione ha avuto, come naturale conseguenza, una più elevata percentuale di pazienti ultraottantenni sottoposti a interventi cardiochirurgici, si comprende l’importanza pratica dell’adozione della chirurgia mini invasiva in soggetti con fragilità aumentata per il notevole invecchiamento di organi e tessuti e per patologie associate all’età.
Molti pazienti anziani con danni valvolari, soprattutto stenosi aortica, che prima si vedevano rifiutato l’intervento chirurgico per l’elevato rischio operatorio, vengono invece oggi operati utilizzando tecnologie che consentono di risolvere patologie gravi, con minimo impatto traumatico e con rapido recupero.


Fonte: L’addetto stampa (Enzo Battarra)

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