mercoledì 13 marzo 2019

Auditorium Centro Sociale di Salerno - venerdì 15 marzo, ore 21:00

Auditorium Centro Sociale di Salerno - venerdì 15 marzo, ore 21:00
Stagione Mutaverso Teatro: in scena Docile, della compagnia Menoventi
prima e unica data in Campania


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La stagione Mutaverso Teatro, diretta da Vincenzo Albano, porta all'auditorium del Centro sociale di Salerno (Via Cantarella, 22,quartiere Pastena), uno spettacolo che, ancora una volta, è un prima ed unica data in Campania. Venerdì 15 marzo alle ore 21 al Centro sociale la compagnia Menoventi mette in scena "Docile", di Gianni Farina e Consuelo Battiston, con Consuelo Battiston ed Andrea Argentieri; regia di Gianni Farina, in collaborazione con Masque Teatro – progetto interregionale di residenze artistiche 2017. Linda Barbiani non ha vinto ricchi premi alla lotteria della nascita; la dea bendata le ha assegnato umili origini e nell’umiltà è cresciuta. I genitori le hanno lasciato in eredità un habitus maldestro e naïf, un marchio di origine che manifesta scarsa familiarità con la cultura e con il pensiero critico. Linda ha imparato l’arte del non lasciare traccia, dell’accontentarsi e della remissività che le permette di passare inosservata e di non creare problemi a nessuno. Un giorno l’Ufficio di Collocamento le consiglia di frequentare un corso di empowerment e in quel contesto incontra una persona che stimola la sua sensibilità e la sua fervida fantasia: «esprimi un desiderio». Qui comincia la storia, una fiaba dei nostri tempi in cui anche i desideri degli sfigati possono avverarsi...
Per la compagnia Menoventi il tessuto della realtà e le sue infinite increspature sono materia di lavoro e  luogo denso in cui agire l’attore e i suoi strumenti. -20 sono i gradi del “termometro alla rovescia” che scandisce la sua ricerca: un percorso che avanza per sottrazione, rubando al pubblico tutto ciò che possiede per sentirsi al sicuro nel buio della sala. Il lavoro della compagnia faentina, nata nel 2004 dall’incontro tra Consuelo Battiston, Gianni Farina e Alessandro Miele, si muove in questa direzione, attraversando i confini della rappresentazione, abitando radicalmente il teatro fino a traboccare fuori dalla sua cornice.
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