20 anni di cura del cardiopatico
Il Servizio di Elettrofisiologia diretto dal dr. De Simone
compie il ventennale
comunicato stampa
11 dicembre 2018
Venti
anni fa nasceva il Laboratorio di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione
della Casa di Cura “San Michele” di Maddaloni,
riconosciuta a livello nazionale per la pianificazione d’eccellenza che da
sempre riserva all’Alta
Specialità del Cuore e dei Vasi.
«Il
nostro team vanta una lunga esperienza nel campo dell’elettrostimolazione
cardiaca ed esegue le più moderne procedure sia diagnostiche che terapeutiche
che vanno dallo studio elettrofisiologico, all’ablazione di tutte le aritmie
cardiache, ivi comprese fibrillazione atriale,
tachicardia ventricolare sia endocardica che epicardica, all’impianto di pacemaker
e defibrillatori sia transvenosi che
sottocutanei»,
spiega il responsabile del Servizio, il dr. Antonio De Simone, che, attualmente
coadiuvato
dal dr. Vincenzo La Rocca, dal
tecnico di fisiopatologia Flavia Venturini, e da infermieri specializzati in cardiologia invasiva nelle figure di Luigi Cerreto, Mattia Petrone e Domenico
Tedesco, realizza
ogni tipo di procedura interventistica, collocandosi come Centro di riferimento
sul territorio nazionale. In questo senso un contributo importante arriva anche
dal sistema 3D Rhythmia, una tecnica di mappatura tridimensionale ad altissima risoluzione per la diagnosi e il trattamento delle aritmie, da
tempo sperimentata con successo alla “San Michele”.
«Tecnicamente l’«ablazione cardiaca» è una procedura terapeutica che per
alcune aritmie richiede particolari conoscenze esclusive di centri ad alta
specializzazione. A tal proposito ricordiamo che il nostro laboratorio ha
contribuito all’introduzione nelle linee guida internazionali dell’ablazione
della fibrillazione atriale già nel lontano 2005 ed è stato il primo centro
ospedaliero del Centro Sud – e il secondo in Italia (l’altro è stato il ‘San
Raffaele’ di Milano) – ad essersi dotato del sistema Rhythmia oltre tre anni
fa, ottenendo risultati che con altri sistemi di ablazione è molto più
difficile raggiungere» ricorda il dr. De Simone.
In particolare a Maddaloni
si è “fermata” anche la Sindrome di Brugada, grazie alla tecnica ablativa che
il dr. De Simone, per la prima volta nel Centro-Sud, ha adoperato nel 2018.
Ricordiamo che l’ablazione delle aritmie ventricolari in pazienti con la
Sindrome di Brugada è praticata da pochi centri in Italia, quasi tutti
concentrati a Milano. «La Sindrome di Brugada è un’aritmia di origini
genetiche, i cui sintomi sono legati all’insorgenza di aritmie ventricolari che
possono portare anche a morte improvvisa. – chiarisce il dr. De Simone – La
terapia non è farmacologica e, fino a poco tempo fa, l’impianto di un
defibrillatore rimaneva l’unica soluzione salvavita dimostrata. Una recente
alternativa è la nuova tecnica di ablazione (necrosi coagulativa mediante
radiofrequenza) delle cellule malate situate nella zona epicardica
dell’infundibolo del ventricolo destro per trattare le aritmie ventricolari
associate alla sindrome di Brugada».
Un ulteriore commento
bisogna farlo per i pazienti con scompenso cardiaco per i quali da molto tempo
vengono utilizzati dispositivi impiantabili dedicati. Fra i primati del centro
il primo impianto in Italia di dispositivo
biventricolare over the wire nel lontano 1999, lo sviluppo della tecnologia di
controllo remoto per i pazienti portatori di defibrillatore, e ultimamente
l’applicazione clinica di un algoritmo per la diagnosi precoce in controllo
remoto di uno scompenso acuto.
L’impegno del servizio di Elettrofisiologia
ed Elettrostimolazione della Clinica San Michele è garantito da ben 58
pubblicazioni su riviste scientifiche negli ultimi venti anni a livello
nazionale e internazionale (2 su Circulation, 3 su European Heart Journal, 6 su
Europace, 3 su Heart Rhythm, 6 su International Journal of Cardiology, 3 su
Journal American College of Cardiology, 12 su Pacing Clinical
Electrophysiology).
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