“Il vuoto denso della periferia”
di Bruno Saviani
Si presenta venerdì 14 dicembre alle ore 18 il libro
“Il vuoto denso della periferia” di Bruno Saviani, edizioni Saletta dell’Uva.
L’appuntamento è al chiostro di Sant’Agostino di Caserta, con ingresso su via
Mazzini. Interverranno il critico d’arte Enzo Battarra, il filosofo Lucio
Saviani e l’architetto Davide Vargas. I saluti istituzionali saranno portati
dal sindaco della città Carlo Marino e dal presidente dell’Ordine degli
architetti Rossella Bicco. Introdurrà l’assessore comunale alla Pubblica
Istruzione Maddalena Corvino.
Bruno Saviani, casertano, classe 1971, esercita
la professione di architetto come libero professionista ed è docente di arte. È
stato consigliere dell’Ordine degli Architetti di Caserta e ha diretto il “Laboratorio
permanente di Architettura del Mediterraneo”. Ha curato la pubblicazione dei
quaderni di architettura, con la partecipazione e il contributo di artisti,
filosofi, storici dell’arte.
Queste le sue parole: «La periferia, con la carenza di
limiti precisi, la casuale formazione di un mobile tessuto sociale, è vissuta
come lenta perifrasi e lungo giro di un “vuoto di memoria”. I repentini
attraversamenti, le incessanti ridefinizioni del rapporto tra centri e
periferie richiedono invece l’impegno di risposte strategiche e inedite. Ed è
sul piano di queste risposte strategiche inedite che va collocata l’espressione
“vuoto denso”, solo in apparenza ossimorica e paradossale, che è invece
l’interpretazione e la proposta teorica al centro delle pagine del libro».
E sull’idea di progetto questa la posizione di Bruno
Saviani: «Il progetto è oggi soprattutto un'appendice che tende il pensiero in
avanti e sfida la regola. Il progetto non deve dare alcuna soluzione, ma
sfidare una contromossa, attirare l'opposto di sé. Il prossimo passo in avanti
di un architetto nel futuro potrà essere proprio la prima mossa nel gioco
dell'architettura delle verità prossime. L'architettura, o arte cubica,
rilancia continuamente (progetta) le tre dimensioni della contemporaneità: spazio,
tempo e confine, moltiplicando la percezione dell'identità».
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