COMUNICATO
STAMPA
5 aprile 2023
Porre il valore della Domenica al centro del
programma pastorale. Questo l’invito che il vescovo di Nola, Francesco Marino, rivolge alla diocesi
che guida dal 2017, con la lettera La Pasqua della settimana. La Domenica nella
vita cristiana oggi, scritta come augurio per il tempo pasquale che sta
per iniziare, in occasione dei venticinque
anni della Lettera apostolica Dies Domini, sulla santificazione della Domenica,
donata alla Chiesa da papa Giovanni
Paolo II, il 31 maggio 1998.
Cinque i
paragrafi in cui il successore dei santi vescovi Felice e Paolino articola
l’epistola, utilizzando come filo rosso del discorso l’Inno domenicale della
Liturgia delle Ore: «Auspico, pertanto, - scrive monsignor Marino - che anche
attraverso queste mie semplici riflessioni, la Dies Domini sia riletta e
approfondita nella sua densità teologica e pastorale. Infatti, a partire
dalle radici bibliche e patristiche si rivela una grande catechesi mistagogica
sul valore di quel giorno che cadenza il ritmo delle nostre settimane e ci
ridona il centro della nostra fede. È per questo che San Paolo ci ricorda che
“Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la
vostra fede” (1Cor 15, 14)».
Ricordando che la Domenica è dai cristiani
considerata, da sempre, inizio e fine della settimana, e per questo definita «l’edizione settimanale della Pasqua»,
monsignor Marino sottolinea che, seguendo le sollecitazioni della Dies Domini, è questo il tempo in cui le
comunità parrocchiali devono adoperarsi per vivere la Domenica:
-
sempre con
«il carattere pasquale della festa», perché essa «segni una diversità
rispetto al resto della settimana», cercando «con l’aiuto delle associazioni,
dei movimenti e dei gruppi ecclesiali, strumenti e sussidi pastoralmente
efficaci e teologicamente fondati perché se ne valorizzi la natura e lo scopo»;
-
come
«occasione privilegiata e da individuare, salvo eccezioni motivate,
per la celebrazione dei sacramenti,
in particolare del Battesimo e della prima Comunione dei fanciulli, che se da
un lato teologicamente ricevono luce proprio dal legame con la risurrezione di
Cristo, dall’altro domesticamente mantengono anche un’opportunità bella per
ritrovarsi a festeggiare tra i componenti della famiglia»;
-
come
momento per lasciarsi raggiungere dalla «pace» del
Signore per essere segno di un’umanità «riconciliata»: «In questo tempo, così
segnato dalla guerra tra Ucraina e
Russia e dai tanti conflitti dimenticati; come pure in questo contesto
segnato dalla crisi ambientale ed
energetica e non meno in questo frangente così condizionato da tante forme
di depressione e di burnout post-covid
che rende stanchi e affaticati nel cuore, abbiamo bisogno di invocare una pace
che l’inno domenicale ci mostra dilatato in ogni luogo: “Pace fra cielo e
terra, pace fra tutti i popoli pace nei nostri cuori”».
-
coniugando
il “Pane eucaristico” «a quello che, per diversi motivi, manca sulle tavole di
molte persone, in Italia e nel mondo. Così affermò Papa Francesco al termine
del Congresso eucaristico di Matera: “L’Eucaristia è profezia di un mondo
nuovo, è la presenza di Gesù che ci chiede di impegnarci perché accada
un’effettiva conversione: conversione dall’indifferenza alla compassione,
conversione dallo spreco alla condivisione, conversione dall’egoismo all’amore,
conversione dall’individualismo alla fraternità”. Da qui la responsabilità dei
cristiani e della Chiesa ad adoperarsi
per il bene comune, inteso – ci ricorda la Dottrina Sociale della Chiesa -
non come la somma di interessi individuali, ma come bene di tutto l’uomo e di
tutti gli uomini. In questa consapevolezza, come vescovo, in occasione della prossima tornata elettorale che interesserà
molti Comuni della nostra Diocesi nel rinnovo dei sindaci e degli
amministratori, incoraggio e faccio appello ad un maggior e rinnovato interesse
per la “cosa pubblica”. Non è un bel
segnale la scarsa partecipazione alla vita democratica del Paese, piuttosto
va letto e interpretato come sintomo di un malessere che deve essere affrontato
in modo organico, ripensando una formazione politica che aiuti a tessere le
fila del pensiero culturale e favorendo un dialogo con la gente e le
Istituzioni. È necessario ribadire i
valori fondamentali dell’attenzione ai poveri, della salvaguardia del creato,
della custodia paesaggistica, dell’integrazione dei migranti, della dignità del
lavoro, della sussidiarietà alle famiglie. […] Il cammino sinodale che
stiamo vivendo nella nostra Chiesa diocesana a partire dall’icona di Emmaus,
come ho espresso nella lettera Pastorale per l’anno 2020 “Da Emmaus alle nostre
parrocchie. Una traccia per ritornare in comunità”, ci sta facendo riscoprire
sempre più il legame tra Eucaristia celebrata bene e carità vissuta
intensamente. La celebrazione eucaristica, infatti, rappresenta il paradigma
della sinodalità e concentra le dimensioni essenziali della Chiesa: il cammino
dei discepoli, l’incontro con il Risorto, l’ascolto delle Scritture illuminate
dal mistero pasquale, l’accoglienza del forestiero, la frazione del pane, la
missione, il confronto con gli Apostoli. È alla luce di questi principi vitali
che incoraggio quanti si impegneranno
nella vita politica a sentire sempre la Chiesa loro compagna di cammino
nella ricerca e nella promozione del “genuinamente umano” (GS, 1), senza
ingerenze, tornaconti, ma accomunati dall’unica missione caritativa e inseriti
in un dialogo reciproco franco e rispettoso»;
-
per
ravvivare «la tensione per la dimensione trascendente dell’essere umano. Lo
riaffermiamo in un tempo, il nostro, in cui stiamo perdendo il valore della persona, la quale non può
essere assolutamente ridotta alla sua sola materialità biologica. Penso in
questo momento alla mercificazione del corpo umano, alla perdita del valore
della genitorialità, al dramma dell’aborto e dell’eutanasia come pure alla
scarsa attenzione dedicata agli anziani e a quanti vivono disabilità. È in
gioco la natura divina dell’esistenza umana. Nella Pasqua noi riscopriamo quel germe di eternità che Dio ci ha
riconquistato a prezzo del Sangue del suo Figlio. Il mistero dell’uomo va
oltre la temporaneità delle cose che passano: egli è già entrato nella vita
eterna e attende la domenica senza tramonto nella quale vivrà in pienezza per
sempre con il Signore e con quanti sono già nel regno eterno»;
-
per far
memoria del valore «profetico» del riposo domenicale: «La
domenica deve essere sempre più messa al centro e valorizzata nella prassi
pastorale delle nostre parrocchie: è la catechesi per eccellenza,
l’appuntamento essenziale per chi crede,
che acquista concretezza nella sua connessione con quanto avviene nel mondo,
restituendo senso e profondità a tutte le attività, anche caritative, che
altrimenti perderebbero il loro radicamento. Ma anche per chi non crede la domenica può essere kerygma della potenza e dell’onore a Dio attraverso l’annuncio di
una nuova umanità in cui agisce ormai la presenza del Signore Risorto, che
invita a rileggere i fatti passando da una ripetizione ciclica e sincronica ad
una ritualità sapienziale e diacronica, che fa emergere la tensione verso il
compimento della storia oltre l’enigma della routine quotidiana. In questo
senso si può parlare della domenica come evangelo dell’umano possibile e
accessibile».
Il vescovo Marino chiude la lettera con
una raccomandazione: «Non perdiamo la
buona consuetudine di augurare sempre esplicitamente e consapevolmente una
“Buona Domenica!”. Già pronunciando quest’espressione rendiamo il nome di
un giorno della settimana, l’occasione catechetica per risvegliare nel cuore di
tutti la nostalgia di Dio, Signore del tempo e di annunciare a quanti
incontriamo sul nostro cammino il Signore Risorto».
Tutte le celebrazioni del Triduo pasquale presiedute dal vescovo Marino
si svolgeranno presso la cattedrale di Nola. Giovedì 6 aprile alle 9:30, sarà celebrata la Santa Messa Crismale,
durante la quale i presbiteri rinnoveranno le promesse fatte nel giorno
dell'ordinazione e saranno consacrati gli oli santi destinati ai sacramenti, e alle
19, la Santa Messa in Coena Domini, per fare memoria dell'Ultima Cena del
Signore e commemorare l'istituzione dell'Eucarestia e del Sacerdozio
Ministeriale. Venerdì 7 aprile, alle
18:30, sarà invece possibile prendere parte all’azione liturgica della Passione
del Signore. Sabato 8 aprile, alle
22:00, la Veglia nella Santa notte di Pasqua. Domenica 9 aprile, alle 11:30, la Santa Messa di Pasqua.
Nessun commento:
Posta un commento