domenica 2 febbraio 2014

Le precisazioni del giornalista Antonio Arricale

Alla c.a. del direttore responsabile
di CASERTACE
Dr. Gianluigi Guarino


            Egregio direttore,
leggo con disappunto la tua nota che – mio malgrado – tende ad invischiarmi in una polemica politica che non mi riguarda. In questi giorni ho ricevuto parole di attenzione e solidarietà da molti: imprenditori, colleghi, sindacati, rappresentanti politici, ma anche semplici persone che nulla hanno avuto mai a che fare con il ruolo ed il lavoro decennale di comunicatore istituzionale da me svolto. Ringrazio tutti. Mi è stato di aiuto e conforto in questo non facile momento.
Non son un “retroscenista” – non bravo come te, almeno – né mi affascina il compito di dovere trovare a tutti i costi una chiave di interpretazione maliziosa in tutte le cose che accadono. Spesso la lettura dei fatti è più semplice di quanto si pensi. E probabilmente è stata anche già evidenziata, magari su altri giornali, da colleghi più umili e meno bravi di noi. Soltanto che non ci siamo soffermati a leggere. Ma questo è un limite di tutti noi giornalisti, specialmente di provincia: ci vantiamo di fare il nostro, ma trascuriamo negligentemente di leggere gli altri giornali. Anzi, spesso non leggiamo neanche il nostro. Provo, allora, a suggerirti in due parole la chiave di interpretazione, così come l’ho desunta dalla lettura delle cronache dei giorni scorsi (non da interno!) della tensione – se c’è – tra il gruppo Udc e il presidente degli industriali: housing sociale.
Per il resto, sempre con riferimento alla lettura dei giornali, i nomi dei quattro licenziati in tronco dal presidente di Confindustria Caserta sono stati pubblicati il 30 e il 31 gennaio scorsi con tutta evidenza dal Mattino.
Infine, il riferimento a Firema. Non voglio addentrarmi nello specifico delle reazioni “politiche” – e se ci sono state – alla crisi di questa importante azienda. So soltanto che alla Firema nessun dipendente è stato mai licenziato in tronco: sono state avviate, invece – come è giusto che sia – tutti i percorsi di tutela previsti dalla normativa vigente in materia di lavoro e di crisi industriale. Non solo. Arrivata ad un passo dal fallimento, grazie alla guida di un management capace, oggi l’azienda non soltanto ha superato il momento più difficile, ma è tornata a produrre treni, ha riassorbito le maestranze in mobilità e si avvia, quest’anno, a fare nuove assunzioni. Segno insomma, che di crisi non si debba necessariamente morire, ma anzi si può uscire e rilanciare. Firema è l’esempio da seguire, tutt’altro che da stigmatizzare.
Ti ringrazio dell'attenzione 
                                                                                             Antonio Arricale

Nessun commento:

Posta un commento