A cinquant'anni esatti
dall'ultimo grande convegno che ne ripercorse la storia e i fasti, Capua
capitale longobarda torna ad essere al centro di un incontro internazionale di
studi, che si svolgerà fra il 4 e il 7 giugno, promosso dalla Società di Storia
Patria di Terra di Lavoro e l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con
il patrocinio dell'Amministrazione Provinciale di Caserta.
Emersa come centro egemone sin dalla metà del IX secolo, nel X secolo Capua
rivestì il ruolo di capitale di un principato che la univa a Benevento
divenendo, oltre che snodo politico fondamentale dell'Italia meridionale, anche
luogo rilevante di produzione artistica e culturale. La carismatica figura del
principe Pandolfo Capodiferro, alleato strategico degli imperatori tedeschi
sulla scena italiana, portò all'apice le fortune della città campana rendendola
crocevia di scenari politici di rilevanza europea. Ancora nell'XI secolo Capua,
benché di nuovo separata da Benevento, mantenne la sua leadership territoriale
sotto la guida degli eredi di Pandolfo, sino alla conquista normanna del 1062.
Ma il passaggio ai nuovi dominatori non ne spense la vitalità, dato che Capua
rimase ancora per quasi un altro secolo fulcro di uno stato che dominò buona
parte della Campania e del Lazio meridionale.
I quattro giorni durante i quali si svolgerà il convegno saranno l'occasione
per discutere e approfondire tutti gli aspetti storici, archeologici,
artistici, economici e culturali della città e di un territorio – quello di
Terra di Lavoro – come pochi altri in Italia ricco di memorie e testimonianze
riconducibili ai secoli dell'Alto Medioevo. L'apertura dei lavori, la mattina
del 4 giugno, presso il Museo Provinciale Campano vuole rendere omaggio sia a
questa prestigiosa istituzione culturale, custode di alcune delle opere d'arte
più belle del territorio riconducibili al periodo compreso fra IX e XII secolo,
sia alla memoria dei due maggiori studiosi del Medioevo capuano e di Terra di
Lavoro del XX secolo, dei quali nel 2014 è ricorso il centenario della nascita:
Nicola Cilento e Giuseppe Tescione. Il primo, per lungo tempo professore di
storia medievale al Suor Orsola Benincasa e poi all'Università di Salerno, di
cui fu anche rettore, al cui impulso si deve la nascita dell'archeologia medievale
nel Meridione italiano; il secondo, medico per professione, ma storico per
vocazione, è da considerarsi a buon diritto lo "scopritore" della
storia medievale di Caserta e il primo critico dei suoi principali monumenti.
L'obbiettivo del convegno è quello di contribuire alla conoscenza ed promozione
di un patrimonio storico e artistico unico e prezioso, ma forse non ancora
compreso in tutto il suo valore. La densità dei siti e dei monumenti che lo
testimoniano è altissima: distribuiti fra Capua, tutta la Provincia di Caserta
e le aree più meridionali del Lazio (che sino al 1926 appartenevano alla
Provincia di Terra di Lavoro) e quelle più occidentali del Molise, essi
rivelano aperture tanto agli influssi provenienti dal Mediterraneo arabo e
bizantino, quanto a quelli delle aree transalpine (soprattutto tedesche e
francesi), a dimostrazione di una realtà culturale cosmopolita ed evoluta. Un
vero "gioiello della corona" che può collocarsi a buon diritto e con
pari merito accanto alle eccellenze più conosciute del territorio casertano,
come la Reggia e gli altri monumenti dell'età borbonica e i siti e musei che
serbano le tracce dell'età classica. Il convegno è aperto al pubblico e si
svolgerà nei giorni 4 e 5 giugno presso la sala convegni del Museo Provinciale
Campano di Capua e nei giorni 6 e 7 a Caserta, presso la sede della Società di
Storia Patria di Terra di Lavoro, in via Passionisti 7. Per informazioni
rivolgersi alla segreteria della Società di Storia Patria (tel 0823 464 674) o
al Laboratorio di Archeologia tardoantica e medievale dell'Università Suor
Orsola Benincasa
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