domenica 30 giugno 2019

Ordinazioni Presbiterali 29 giugno 2019 – Festività dei SS. Pietro e Paolo: Il Card. Sepe gioisce per l'Ordinazione di 13 Presbiteri


Ordinazioni Presbiterali
29 giugno 2019 – Festività dei SS. Pietro e Paolo
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·                   Mentre ci uniamo alla Chiesa Universale per celebrare gli Apostoli Pietro e Paolo, la nostra Chiesa che è a Napoli gioisce per l’ordinazione presbiterale di tredici suoi figli.
·                   Pietro e Paolo “sono i Santi Apostoli che nella vita terrena hanno fecondato con il loro sangue la Chiesa”
·                   In continuità apostolica, oggi, ricevendo l’Ordine del Presbiterato, Mario, Cristiano, Domenico, Nicola, Emanuele, Michele, Paolo, Vincenzo, Carlo, Emanuele, Michele, Raffaele, Pio, donano la loro vita a Cristo e alla Chiesa per compiere la missione alla quale sono stati chiamati: la salvezza delle anime che saranno loro affidate.
·                   Cari Ordinandi, Cristo vi ha scelti come fece con i discepoli lungo il mare di Galilea e vi ha chiamati a seguirlo lasciando tutto per diventare pescatori di uomini. Tra poco sarete unti col crisma sacerdotale e lo Spirito Santo scenderà su di voi per assimilarvi e configurarvi totalmente  e definitivamente a Cristo: diventerete alter Christus: o, meglio, ipse Christus!
Questa è, infatti, la vostra identità , come ce la descrive l’evangelista Marco (3,13): “Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne fece dodici perché stessero con lui e per mandarli a predicare”.
In questo passo, udiamo la totale gratuità di Cristo nella scelta: “chiamò a se quelli che egli volle”, ad evitare che qualcuno possa pensare di essere autosufficiente e degno di essere scelto, ma c’è anche il riferimento certo e saldo dell’identità del discepolato di Cristo.
“Perché stessero con lui” è la prima e fondamentale relazione con il Maestro: bisogna imparare da Lui l’essere totalmente e definitivamente di Dio e dei fratelli. Il legame indissolubile con Cristo è lo stesso legame di Cristo col Padre, nello Spirito Santo. “Senza di me non potete far nulla”. L’insegnamento è chiaro e non ammette limitazioni o dubbi: “Io sono la vite, voi , i tralci”; se ci stacchiamo dalla vite siamo perduti!
         Questa unione con Cristo si costruisce con la preghiera. Come ci ha insegnato Gesù, che trascorreva in preghiera prolungata e solitaria la sua attività missionaria. In realtà la tenuta umana, spirituale e pastorale di un presbitero dipende dalla sua vita di preghiera, dal modo in cui celebra i santi Misteri, dalla fedeltà alla meditazione, dalla recita assidua e fervorosa della Liturgia delle Ore, dall’adorazione eucaristica, dalla confessione delle proprie colpe, dalla recita del Rosario e dalle altre pratiche di  pietà.
         Cari Amici: non ci sono, non dovranno mai esserci scuse per tralasciare la preghiera: nessun appuntamento, o impegno, o riunione, o altro potrà mai giustificare la mancanza della preghiera nella vostra giornata. Seguiamo l’esempio dei Santi, che hanno saputo unire con sapienza l’apostolato con la preghiera; l’essere per gli altri, con l’essere in Dio e per Dio.
         È la preghiera lo strumento principale che ci immerge nel Mistero di Dio, ci fa conoscere la sua volontà e ci insegna a camminare per la strada della santità.
         Siate santi: è questa la volontà di Dio; è questo quello che il mondo chiede a noi. Non abbiate paura di essere santi, anche se questo vi richiederà sacrifici, incomprensioni, difficoltà. “Gaudete et esultate” ci incoraggia Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica, pubblicata nel marzo dell’anno scorso e dedicata alla “chiamata alla santità nel mondo contemporaneo”. Ma Questa santità va incarnata nel contesto attuale, con i suoi rischi, con le sue sfide e le sue opportunità, che sono proprio quelle che derivano dalla partecipazione alla missione e alla grazia di Cristo Sacerdote.
         Santità incarnata la si vive nella carità, nel servizio al povero, all’ammalato, al carcerato, a chi vive ai margini della società, all’immigrato. Vivere la santità nella preghiera e nella carità farà sì che il vostro ministero presbiterale sarà ricco di gioia e di frutti spirituali, superando ogni tentazione di vivere un’esistenza sacerdotale “mediocre, annacquata e inconsistente”.
         La santità è il volto più bello del presbitero, che trova la fonte perenne nell’Eucaristia. In un’omelia al Clero di Roma, il Papa San Giovanni Paolo II diceva: “Accostandovi all’altare, vostra quotidiana scuola di santità, di comunione con Gesù,… scoprite sempre più la ricchezza e la tenerezza dell’amore del Divin Maestro, che oggi vi chiama ad una più intima amicizia con Lui. Se lo ascoltate docilmente, se lo seguirete fedelmente, imparerete a tradurre nella vita e nel mistero pastorale il suo amore e la sua passione per la salvezza delle anime”.
         Cari Amici, facciamo nostra questa esortazione del grande Papa e affidiamo alla materna intercessione di Maria, Madre di Cristo e dei sacerdoti, la nostra vita e il nostro ministero presbiterale.

                   Dio vi benedica e
                  ‘A Maronna v’accumpagna


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