domenica 13 dicembre 2020

Fioristi sul lastrico, tre botteghe su dieci chiuderanno nel 2021

  

 Fioristi sul lastrico, tre botteghe su dieci chiuderanno nel 2021

 

Federfiori Confcommercio chiede l’intervento delle istituzioni

 

 

Pasquale Sostini: “Il comparto ha registrato perdite superiori all’ottanta per cento”

Lucio Sindaco: “Il clima di incertezza sta creando più danni dell’emergenza Covid”

 

Il 30% dei fioristi chiuderà bottega nel 2021. E non solo per colpa dell’emergenza Covid. E’ il dato drammatico lanciato da Federfiori Confcommercio al termine di un anno che ha fatto registrare perdite di fatturato superiori all’80%. Senza ristori e in assenza di eventi, il comparto è destinato a crollare. ‘E’ vero che i negozi di fiori e piante non hanno subito limitazioni di orario e sono regolarmente aperti – fa notare Pasquale Sostini, presidente provinciale di Federfiori Caserta – ma sono stati privati del loro principale indotto (cerimonie, eventi, feste, manifestazioni, fiere, convegni) che da solo incideva nella misura dell’80%. Impossibile sopravvivere soltanto con la vendita da banco, peraltro diminuita rispetto al passato a seguito di una forte contrazione, e al contempo far fronte anche al pagamento di tasse, canoni di locazione e spese fisse che sono invece rimaste invariate. Il Governo aveva garantito dei ristori per il comparto che tuttavia fino ad ora non sono stati inseriti in nessun decreto. Non ne comprendiamo i motivi considerato che stiamo subendo gli stessi danni e le stesse perdite di altre attività commerciali. E in ogni caso non si intravedono spiragli prima della prossima primavera. Difficilmente infatti il settore florovivaistico potrà ripartire se non ripartirà la filiera del wedding e delle cerimonie. Una forte discriminazione è stata poi operata ai danni delle nuove attività, quelle avviate all’inizio del 2020, che sono state escluse persino dai bonus concessi durante il primo lockdown’. Sono migliaia i fioristi in provincia di Caserta. Tutti alle prese con le stesse difficoltà. Che riguardano anche l’approvvigionamento della materia prima perché la crisi ha investito anche i produttori e non soltanto i venditori di fiori. ‘Con i negozi aperti – conclude il presidente Sostini – è chiaro che occorra fare rifornimento della merce necessaria, che quasi sempre però resta invenduta e trattandosi di merce deperibile, finisce al macero. Dunque il danno e la beffa insieme per i fioristi’. ‘Noi puntiamo tantissimo sul comparto florovivaistico – sottolinea Lucio Sindaco, presidente provinciale di Confcommercio Caserta – prima dell’emergenza Covid avevamo infatti avviato la programmazione di una serie di iniziative che oltre ai fioristi avrebbero coinvolto anche produttori internazionali, che avevano già dato la loro piena disponibilità a collaborare per un rilancio del settore. La diffusione del virus ci ha costretto a sospendere tutto ma speriamo nel 2021 di poter rimettere sul tavolo i vari progetti. Nel frattempo auspichiamo un intervento deciso del Governo affinché metta fine ad una grave ingiustizia che sta penalizzando questo settore, peraltro altamente specialistico, come e più degli altri. E’ evidente infatti che se non ripartiranno gli eventi, le cerimonie e i congressi difficilmente i fioristi potranno risollevarsi. Dalle istituzioni esigiamo dunque il riconoscimento dei ristori e soprattutto l’adozione di provvedimenti tarati su una visione a medio-lungo termine che consenta ai commercianti di programmare attività e possibili investimenti. Questo clima di incertezza rappresenta infatti una ulteriore aggravante alla già drammatica situazione che stiamo vivendo’.

 

 

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