CAVE, IL PERICOLO NON E’ SCAMPATO,
DESIDERIO: SI APRA UNA DISCUSSIONE SUL PIANO DI RICONVERSIONE CHE DEVE
INCLUDERE ANCHE I LAVORATORI O ALTRIMENTI ASSISTEREMO AD ALTRI TENTATIVI DI
COLPI DI MANO
«Il mancato accoglimento del subemendamento presentato al Def della Regione per
consentire un ampliamento dell’attività estrattiva non deve far tirare un
sospiro di sollievo alla città, ma deve essere letto come il tentativo di una
certa politica di ‘mettere mano’ ad un tema delicato come quello delle cave
attraverso un colpo di mano. Pensare che si possa prendere una decisione così
vincolante per il futuro di Caserta, sfruttando le maglie larghe della
normativa con un subemendamento ad una materia che nulla ha a che vedere con
l’ambiente ci impone di tenere la guardia altissima. E’ quasi banale dire che,
chiaramente, chi pensa di poter decidere il presente e il futuro dei casertani
con sotterfugi, mi troverà sempre dall’altra parte. Per questo motivo faccio
leva sulla professionalità e sul senso civico del presidente del consiglio
avvocato Michele De Florio affinché colga l’opportunità della mia mozione e
convochi ad horas un consiglio comunale per discutere in maniera chiara della
questione cave. C’è bisogno di aprire un tavolo di discussione serio, che nel
consiglio chiaramente vede solo il momento iniziale, nel quale affrontare il
problema con tutti gli attori. Caserta come città ha già dato in materia
ambientale e immaginare che possano essere consentite proroghe o deroghe
all’attuale normativa è assurdo. E’ necessario predisporre un piano di
riconversione che includa anche i lavoratori attualmente impegnati nelle cave
che devono essere parte attiva del processo di riconversione. Se necessario
deve essere garantita loro una formazione professionale che gli permetta di
continuare a lavorare in questa nuova mansione. Non possiamo permettere che la
parte debole della catena possa diventare il paravento di operazione più grandi
a danno della città. Attraverso questo processo virtuoso non si perderebbe
neanche un posto di lavoro e, anzi, molto probabilmente, se ne creerebbero di
nuovi. L’attività di cava, per sua stessa definizione, ha un inizio e una fine
e nel caso di Caserta, questa fine, è stata spostata oltremodo nel tempo. A
questo va aggiunto che il policlinico, che sarà pronto tra 27 mesi come hanno
dichiarato il sindaco Marino e il presidente De Luca, è tecnicamente
incompatibile con le cave. Appare evidente che oggi più che mai la città abbia
bisogno di questo policlinico che assume il ruolo di un importante presidio
sanitario, indispensabile dopo lo scoppio della pandemia, e di possibilità
concreta per una nuova stagione di sviluppo per Caserta». Lo dichiara il
consigliere di opposizione Roberto Desiderio.
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