venerdì 15 ottobre 2021

Assemblea Ordinaria annuale delle Fondazioni associate alla Consulta Nazionale Antiusura "San Giovanni Paolo II" Approvazione del Rendiconto sociale al 31.12.2020 Napoli, 15 – 16 Ottobre 2021

 

Assemblea Ordinaria annuale delle Fondazioni associate alla

Consulta Nazionale Antiusura "San Giovanni Paolo II"

Approvazione del Rendiconto sociale al 31.12.2020

Napoli, 15 – 16 Ottobre 2021

 

 

N. 5.065 ascolti, n. 663 posizioni istruite ed Euro 17.261.362 erogati  con la garanzia dei fondi statali. Sono alcuni dei dati che emergono dal Bilancio al 31.12.2020, approvato questo pomeriggio dall’Assemblea ordinaria annuale alla Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II.  I dati di sintesi  mostrano la capacità di resilienza delle Fondazioni durante la pandemia che nonostante le limitazioni incontrate e le condizioni avverse di varia natura hanno messo in campo processi di ascolto approfonditi. In  25 anni di attività le Fondazioni associate, che  ad oggi sono 32, hanno effettuato n. 144.065 ascolti, istruito n. 22.659 posizioni ed erogato Euro 472.655.946. Quasi un quarto di secolo al servizio dei più fragili e indifesi contro la piaga dell’usura.

 

Il 2020 costituisce anche per il mondo delle Fondazioni Antiusura uno spartiacque tra un prima e un dopo pandemia da - Covid 19. Il magistero di Papa Francesco, illumina nuovamente “Un virus che non conosce barriere, frontiere o distinzioni culturali e politiche deve essere affrontato con un amore senza barriere, frontiere o distinzioni. Questo amore può generare strutture sociali che ci incoraggiano a condividere piuttosto che a competere, che ci permettono di includere i più vulnerabili e non di scartarli, e che ci aiutano ad esprimere il meglio della nostra natura umana e non il peggio.” (Udienza generale del 9 settembre 2020)

In questo scenario fenomeni molto dolorosi e complessi come l’usura, il sovraindebitamento, la ludopatia e il “gioco” d’azzardo, hanno continuato a manifestarsi nel  Paese con i tratti inediti di un contesto sociale ed economico totalmente sconvolto dalla pandemia. Nell’isolamento quasi assoluto dei primi mesi del 2020 e nel successivo altalenarsi di aperture e di chiusure che il nostro Paese ha vissuto nella seconda metà dell’anno, le Fondazioni Antiusura, seppure costrette a rallentare le modalità tipiche del loro servizio, hanno continuato ad offrirlo, aiutando persone, famiglie, micro imprese a conduzione familiare. Il nemico comune da contrastare, si è rivelato ben presto essere la mancanza di quella liquidità indispensabile semplicemente per vivere nel giorno per giorno. Pandemia, dunque, come drammatico fattore di crisi per l’accesso al mercato legale del credito, da un lato e, dall’altro, come straordinaria opportunità di sviluppo del mercato illegale, proprio grazie alla sua straordinaria capacità di fornire liquidità e “credito”.

Nel 2020 la CEI, che da sempre ha assicurato la propria attenzione e sostegno, e la Consulta Nazionale con le Fondazioni Antiusura associate hanno intensificato la ricerca di un più forte rapporto di collaborazione, proprio sul terreno della solidarietà alle troppe persone e famiglie colpite dal fenomeno dell’usura o alle prese con livelli crescenti di sovraindebitamento. Non è un caso dunque se proprio in coincidenza dell’esplodere della pandemia da coronavirus -19, si è registrata in numerose aree del Paese, una maggiore integrazione fra gli sforzi della Consulta Nazionale Antiusura, le Fondazioni e le Caritas territoriali.

L’interlocuzione con la Consulta Ecclesiale degli Organismi socio-assistenziali è proseguita sul solco tracciato in diversi anni di collaborazione.

Con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in particolare con la Direzione V del Dipartimento del Tesoro, è proseguita, anzi si sono rafforzati, il dialogo e la collaborazione, corroborati dalla sintonia sugli obiettivi comuni, costruiti nel corso di decenni.

È proseguita anche nel 2020, seppure più diradata per il gravare del contesto pandemico, l’interlocuzione con rappresentanti del Governo e del Parlamento. In particolare, al Presidente del Consiglio dei Ministri prof. avv. Giuseppe Conte sono state inviate due lettere. La prima, del 26 marzo (cfr. allegato), riguardante la richiesta di approvazione di due misure urgenti, in sede di conversione del Decreto “Salva Italia”, per le famiglie sovraindebitate e a rischio usura. La prima richiesta, di modifica dei criteri di accesso al Fondo di Solidarietà per le vittime di usura, di cui all’art. 14 della legge 108/1996, estendendolo anche alle famiglie, a tutte le persone fisiche vittime dell’odioso reato dell’usura. Attualmente l’accesso al Fondo è destinato esclusivamente agli operatori economici, commerciali, artigiani, artisti e professionisti. La seconda, di previsione che le somme residue annuali non utilizzate dal Fondo per interventi di solidarietà alle vittime dell’usura, di cui all’art. 14, siano destinate, nella misura del 50% al Fondo di prevenzione dell’usura di cui all’art. 15 della medesima legge, con un anticipo per questa annualità 2020, a valere sull’attuale disponibilità del Fondo per via dell’emergenza

I rapporti con il Ministero dell’Interno, come pure con le Prefetture a livello territoriale, sono proseguiti come per il passato all’insegna della reciproca attenzione e di una costruttiva collaborazione. Nel periodo 1 gennaio – 31 dicembre 2020 sono pervenute 539 istanze, 284 al fine dell’elargizione (estorsione) e 255 al fine dell’erogazione del mutuo (usura). Dal raffronto con gli anni precedenti risulta confermata la generale diminuzione delle richieste da parte di entrambe le tipologie di vittime. Da segnalare che anche nel 2020 si rileva un fenomeno molto noto e cioè che ben 384 domande per la concessione del mutuo da parte di vittime di usura sono state respinte per “mancanza di requisiti soggettivi”. Interpretando il dato, è evidente che il mancato intervento riguarda per la gran parte soggetti non economici non tutelati dall’art. 14 della legge 108/96.

L’attività delle Fondazioni antiusura, come noto, è strutturalmente collegata, per le caratteristiche del disegno stabilito dalla Legge n. 108/1996, a quella bancaria ed all’efficacia e all’efficienza delle risposte delle sue strutture. Non mancano gli aspetti positivi di questa relazione, ma in generale va segnalato che gli effetti della pandemia, senza trascurare le conseguenze dei processi di aggregazione bancaria, hanno finito per accentuare alcune criticità alla base dei rilievi critici segnalati da alcune Fondazioni nel loro rapporto con gli istituti di credito convenzionati. Il primo riguarda la frequenza del ritardo con cui questi ultimi hanno evaso le richieste di aiuto. Altra lamentela generale è la richiesta di alte percentuali di garanzia pretese che in diversi casi si sono attestate sul 100% del valore dell’intervento.

 

Conclusioni e Previsioni

 

Facendo tesoro dell’esperienza maturata in ormai 25 anni di presenza attiva, l’attenzione  verrà rivolta al rafforzamento dei rapporti con il mondo alla Consulta nazionale Antiusura vicino della Caritas, per una collaborazione sempre più feconda, anzitutto a livello diocesano, e con le altre Associazioni e Fondazioni impegnate sui terreni della prevenzione e del contrasto dell’usura, del sovraindebitamento, dell’azzardo; la promozione di alleanze e di partnership verrà estesa anche ai più qualificati soggetti nella società civile e nel mondo accademico che operano per la promozione dell’inclusione sociale e finanziaria delle persone in maggiori difficoltà.

La Consulta curerà ancora di più la capacità di analisi e di proposta, d’interlocuzione libera, franca e costruttiva, con il mondo delle istituzioni, dell’economia e della finanza, avendo il coraggio di aprire anche nuove strade di ricerca e di sperimentare innovazione, nuove soluzioni, per riuscire a rispondere alle responsabilità sempre maggiori che la pandemia e soprattutto il post pandemia impongono a tutti gli attori della scena pubblica e sociale.

La “posta in gioco”, infatti, sarà sempre la stessa: guardare le cose del mondo dal punto di vista degli ultimi, di coloro che sono ai margini, e cercare di fare quanto possibile per promuoverne la dignità, attraverso l’esercizio di un ruolo attivo e pienamente responsabile nel contesto sociale, economico e culturale in cui siamo inseriti.

 

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