La bellezza del custodire
III Lettera di Avvento 2022
Carissime
sorelle e fratelli, sig. Sindaco, sig. Prefetto e autorità tutte qui convenute,
carissima
città tutta,
è particolarmente bello essere con voi
in questo giorno così caro al popolo napoletano, il giorno dell’Immacolata,
giorno di festa e di affidamento, giorno di attesa di una nascita ma allo
stesso tempo giorno in cui l’attesa nasce e si fa concreta, attraverso i segni
natalizi degli addobbi, dell’albero e soprattutto del presepe, che dalle nostre
parti rappresenta la Nascita di Cristo non nel suo tempo ma nel nostro, non
nella sua terra ma nella nostra terra, tra le nostre strade, nella nostra
Napoli.
È bellissimo che il tempo anche “laico”
del Natale si apra ufficialmente a Napoli proprio sotto lo sguardo di una madre
che attende, di una madre immacolata nell’amore, di una madre che fa suoi tutti
i figli amati da suo Figlio. E il nostro essere qui è un segno di gratitudine
verso Maria, un segno di affidamento da parte dell’intera città alla Speranza
che porta in grembo. È per questo che i Vigili del Fuoco a breve porranno tra
le sue braccia dei fiori, segno di omaggio e di bellezza, di preghiera e di gratitudine.
E permettetemi di condividere con tutti voi la gratitudine per questi nostri
fratelli Vigili del Fuoco, che discretamente sono accanto a noi, vigilando sui
nostri pericoli, intervenendo eroicamente senza timore, come è accaduto anche
recentemente alle zone di Ischia martoriate dalla frana. Il nostro pensiero
quest’oggi va anche a questi fratelli e sorelle, alle vittime, agli sfollati,
ai soccorritori, alla Chiesa isclana e al suo pastore. Oltre che dalla nostra
preghiera, siano sostenuti dalla forza della nostra solidarietà, solidarietà in
cui Napoli non è seconda a nessuno, e lo dico con fierezza, con la fierezza di
chi si sente ormai parte di questo popolo spesso ferito ma sempre solidale!
E oggi mi rivolgo proprio a te Napoli,
affinché tu possa continuare a essere ciò che già sei, una città colorata dalla
natura, illuminata dalla bellezza, riempita di gioia dalla creatività e
dall’amore dei suoi figli.
Napoli, tu sei la città della gioia! Non
della gioia superficiale, non di quell’allegria che fugge dai problemi trovando
nella superficialità un rifugio dall’impatto con la dura realtà quotidiana. No,
tu sei la città della gioia perché hai imparato nel corso del tempo, tra le
vicende della storia - anche quelle più recenti - a guardare oltre le nuvole
nella certezza che il sole c’è sempre, anche quando per qualche attimo viene
ostruito dal grigiore della tempesta. La gioia per te non è mai stata negazione
dei problemi ma forza per superarli con la tenacia di gettare il cuore oltre
l’ostacolo. Quante tempeste e mareggiate abbiamo vissuto o viviamo ancora in
questo periodo! Penso alla tempesta della pandemia, in cui tu, Napoli, hai dato
una dimostrazione smisurata di solidarietà e attenzione ai piccoli e agli
ultimi, impedendo che fosse ulteriormente ferito chi già barcollava in un
equilibro precario. Penso alla tempesta del lavoro, che ha visto numerosi
operai, piccoli commercianti e artigiani privi del lavoro e dell’occupazione che
con dignità avevano diligentemente portato avanti per anni! Penso alla tempesta
della camorra, un cancro mortifero della nostra terra sempre arginato e
combattuto da tanti uomini e donne che attraverso il proprio lavoro
istituzionale, l’associazionismo, l’impegno della denuncia e il volontariato ne
hanno ostacolato e tuttora ne ostacolano la vittoria, avvicinandone sempre più
la sconfitta, si perché come ogni fenomeno di male anche questo, anche la
camorra sarà sconfitta, ve lo assicuro, senza titubanza alcuna. Napoli quante
battaglie hai affrontato e affronti ogni giorno ma non lo fai mai con gli occhi
tristi e il viso spento; lo fai invece con una decisa allegria, con una gioia
radicata nel cuore, con quell’audace entusiasmo sostenuto dalla speranza e
rafforzato dalla certezza di non essere soli, di essere comunità, di essere popolo.
Si, il popolo napoletano è gioia, e la sua gioia si alimenta nella scelta
quotidiana di camminare insieme, di tenersi la mano, di non andare soli, perché
soli si perde sempre sul lungo termine ma insieme, anche se forse è più
faticoso, si vince sempre. E tu Napoli nella storia questo lo hai dimostrato
tante volte e sono certo che anche oggi, in questo tempo complesso e difficile,
lo dimostrerai, vincendo con il bene ogni male, con la medicina del tuo amore
ogni ferita sanguinante.
Oggi, ai piedi di questo storico
obelisco, icona dell’amore smisurato che lega la nostra terra a Maria di
Nazareth, l’Immacolata Madre di Dio, Madre dei poveri e Madre di ogni figlio di
questa città, come figlio e pastore della Chiesa partenopea, voglio affidarti
tre gioie da custodire. Ma voglio farti prima una premessa, una confidenza: custodire
non significa fermare il tempo e sotterrare un bene prezioso, custodire non
significa chiudere in un cassetto al riparo da sguardi indiscreti o da mani
furtive il proprio tesoro. Custodire significa invece proteggere e valorizzare.
Anche rischiando. Sfidando la rassegnazione che troppe volte ci afferra in un
immobilismo che ostacola la speranza. Si, la rassegnazione ci impedisce di
custodire la gioia e soprattutto genera indifferenza. Un’indifferenza apatica,
rassegnata alla credenza pessimista che nulla può cambiare, perché il mondo va
così. Invece no. Il mondo può cambiare se si custodisce nel cuore la gioia. E l’unico
modo per custodire la gioia è farla crescere. E per questo Maria, in questo di
tempo di Avvento, in questo periodo che declina le sue note sul pentagramma
dell’attesa, può esserci di aiuto, insegnandoci l’arte del custodire la gioia.
Lei che tra mille difficoltà ha protetto nel cuore la Parola di salvezza e la
carne del suo Figlio, ci insegna che anche la gioia ha una sua gestazione, e
che questa gestazione deve tradursi in una nascita, che nel tuo caso è la
nascita di una città ancor più gioiosa perché fondata sul bene dell’unità,
della pace, della giustizia.
Napoli, la
prima gioia che ti voglio affidare è la gioia dei bambini, la gioia dei più
piccoli, dei più giovani che sono in fondo il segreto dell’allegria e della
speranza di ogni città, come di ogni famiglia. Tu hai una grande ricchezza, un
patrimonio sconfinato di umanità che deriva proprio dal tuo essere una città
giovane, una delle città più giovani di Italia e di Europa. Quasi in
controtendenza con quell’inverno demografico di cui parla spesso anche Papa
Francesco, tu conservi ancora oggi un capitale umano meraviglioso, fatto di
bambini, adolescenti, giovani. Ma per custodire i tuoi figli più piccoli, i tuoi
cittadini più giovani, tu, amata Napoli, hai bisogno di fare realmente e
concretamente dei passi. Si, perché i tuoi piccoli e i tuoi giovani, che pur sono
la tua gioia, rappresentano anche la tua ferita più profonda, quando non riesci
a prendertene cura fino in fondo, quando non ti rendi per loro un luogo
vivibile e sicuro, quando offrendogli poche opportunità li costringi ad
emigrare nel resto d’Italia e del mondo e ad allontanarsi a malincuore dalla
loro madre. Napoli, custodisci te ne prego la gioia dei tuoi piccoli, diventa
voce della loro speranza, poni segni concreti per il loro presente e non solo
per il loro futuro. Che ogni tua scelta politica, amministrativa, corporativa,
sociale, ecclesiale tenga conto di loro, delle loro necessità e che queste
abbiano la meglio su tutto, su ogni interesse di parte. In questi mesi hanno
mosso i primi passi, sulla scia del Patto Educativo, i tavoli di Forcella, Ponticelli
e Soccavo: come è stato bello vedere realtà diverse, a volte apparentemente
distanti, mettersi insieme per pensare al bene di ogni tuo figlio piccolo e
fragile. Come vorrei, cara Napoli, che nel tempo presente si guardi realmente
alla gioia dei bambini, senza arenarsi tra burocrazie e linguaggi differenti,
senza cedere a visioni miopi e poco lungimiranti che riducono il Patto
Educativo alla gestione dei fondi del PNRR, senza andare oltre, senza dar vita
ad un processo lungo e ampio, fatto di confronto paritario e di accoglienza di
tutti i punti di vista di coloro che cercano con onestà e fatica di custodire
la gioia dei bambini, degli adolescenti, dei giovani. Napoli, Maria stessa,
amica dei piccoli e dei fragili, oggi te li affida, ti affida la loro gioia, la
loro vita, chiedendotene cura!
La seconda gioia che ti chiedo di custodire, amata Napoli, è
la gioia dell’incontro. Nel tuo codice genetico è iscritta la bellezza dell’incontrarsi,
del confrontarsi, del contaminarsi e dell’ospitarsi vicendevolmente nel cuore
prim’ancora che in una casa o in una piazza. E mentre ti dimostri sempre capace
di essere in prima linea quando si tratta di accogliere tra le tue braccia
figli distanti, stranieri venuti da lontano per visitarti o per chiederti aiuto
e ospitalità, non sempre sei solerte nel far incontrare delle parti di te,
delle membra del tuo unico corpo, che troppo spesso rischia di apparire
smembrato e diviso. È per questo che ti chiedo di custodire e far crescere
sempre più la gioia dell’incontro partendo proprio da te, dalle tante realtà
che ti compongono e che a volte rischiano di apparire città diverse, distanti,
incomunicabili tra loro. Città che si camminano accanto senza parlarsi, o che
si sfruttano reciprocamente per convenienza solo in alcuni momenti. Napoli,
torna a far incontrare le tue membra, abbatti gli steccati difensivi tra classi
sociali, aiuta i tuoi figli a sentirsi tutti solidali gli uni con gli altri.
Napoli, prendo a prestito le parole di uno dei tuoi figli e ti prego: “non ti
disunire”! Conserva la gioia dell’incontro, moltiplicala trasformandola nella
letizia dell’unità ritrovata, santificala riscoprendo che la gioia è reale,
vera, duratura solo quando condivisa con tutti, partendo da coloro che hanno
meno motivi e possibilità per gioire! Che a tutti i livelli si riscopra la
gioia dell’incontro, la bellezza dell’ascolto profondo dell’altro e la forza del
dialogo e dell’unità. È anche se è
normale e oserei dire necessario confrontarsi partendo da punti di vista
distanti e differenti, questi non si trasformino mai in assolutismi che
impediscono l’incontro e il dialogo ma diano piuttosto vita a quella
“convivialità delle differenze” tanto cara ad un profeta del nostro sud!
Napoli, Maria stessa, donna dell’ascolto, madre dell’unità, ti affida la grazia
dell’incontro, chiedendotene cura!
Un’ultima gioia, voglio affidarti, Napoli, città bellissima.
Ed è proprio la gioia della bellezza. Guardati, specchiati nel mare che ti
bagna, lasciati illuminare dal sole caldo che ogni giorno sorge sulle tue
strade, adornati con i gioielli di arte che fanno di te non la cartolina di
un’epoca ma un film ancora in corso, il cui finale di speranza, va scritto
insieme. Sii consapevole della tua bellezza. E non sfoggiarla solo nelle grandi
occasioni e nei grandi eventi. La gioia della bellezza raggiunga ogni
quartiere, ogni periferia, ogni strada, ogni vicolo, ogni piazza, ogni casa,
ogni cuore. Ricorda però che la bellezza
non è un fatto di facciata, non basta un bonus edilizio per ridarle splendore
perché la bellezza vera, quella integrale, parte dal cuore. Perché la bellezza
vera, quella duratura, ha a che fare con il bene e con la bontà. Papa
Francesco, che è tuo amico e ti segue sempre con affetto, ce lo ha ricordato
tante volte parlandoci di “ecologia integrale”. Che parte dal cuore dell’uomo e
arriva alla creazione, che inizia dall’anima e si manifesta nell’arte, che
nasce nella mente umana e si traduce in scelte politiche, urbanistiche,
ambientali. È solo dalla bellezza “integrale” che nasce la gioia. E solo una
bellezza condivisa che dà frutti duraturi, capaci di generare speranza.
Custodisci amata Napoli la gioia della tua bellezza, che ogni tuo figlio si
adoperi con coraggio nel restaurare prima ancora che le strade la propria vita,
prima ancora che i condomini le relazioni, prima ancora della viabilità
l’urbanistica del cuore, liberando le strade occluse dall’individualismo,
spazzando via i detriti del rancore e dell’indifferenza, illuminandolo
nuovamente con le luci dell’amore e della solidarietà. Diventa sempre più per
la nostra Italia e per l’intera umanità il segno di una bellezza buona, di una
bontà gioiosa, di una gioia eterna, capace di sconfiggere ogni tristezza e di
diramare ogni tenebra.
E
tu Maria,
donna
bellissima,
fonte
della nostra gioia,
Madre
della nostra città,
continua
ad accompagnare Napoli
tra
le strade del tempo e della storia.
Tu
che dall’alto di quest’obelisco
che
ti raffigura Immacolata,
sembri
penetrare con il tuo sguardo discreto
ogni
strada, ogni casa, ogni cuore,
aiutaci
a riscoprire la grazia del camminare insieme,
l’importanza
del custodire la gioia dei piccoli,
la
bellezza che nasce dall’amarsi gli uni gli altri.
E
se nei momenti bui
la
tristezza e il dolore sembrano aver la meglio,
la
prepotenza e l’ingiustizia appaiono invincibili,
soccorrici
con le parole del tuo Magnificat,
ridesta
in noi la fiducia nei capovolgimenti dell’amore,
sostieni
la nostra speranza in Colui che
ha
disperso i superbi nei pensieri
del
loro cuore;
che
ha rovesciato i potenti dai troni,
che
ha innalzato gli umili;
che
ha ricolmato di beni gli affamati,
che
ha rimandato i ricchi a mani vuote,
che
ha soccorso e sempre soccorrerà Napoli,
nella
misura in cui imparerà a trovare
solo
e soltanto nell’amore
il
segreto della vera gioia.
Maria,
Madre di Napoli, Fonte della sua gioia, prega per noi!
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