CALVI RISORTA. Martedì 6 maggio c’è stata la conferenza dei servizi sulla questione della centrale a biomasse in occasione della quale il Comitato per l’Agro Caleno: No centrale a biomasse si è dato appuntamento in presidio sotto il comune di Calvi Risorta per un aggiornamento popolare sugli esiti della stessa e per rilanciare la battaglia.
L’attuale sindaco Antonio Caparco e l’assessore alle attività produttive Martino hanno partecipato all’incontro e, al contrario di quanto annunciato negli ultimi giorni, non hanno fatto alcuna richiesta di rinvio della conferenza. Anzi, presentando una mezza paginetta da alunno della terza elementare, hanno sostanzialmente dato il via libera all’impianto di Iavazzi limitandosi a chiedere provvedimenti velleitari per attenuare il ‘cattivo odore’ della centrale.
La domanda resta la stessa di sempre: perché Caparco sostiene un impianto di un privato? Per quale motivo il sindaco in carica continua pubblicamente a negare di essere a conoscenza dei dettagli che riguardano la centrale ma, nelle sedi istituzionali, promuove la realizzazione dell’ecomostro? Cosa ci guadagnano, il sindaco ed i suoi assessori, dall’affare di Iavazzi?
Durante la mattinata di ieri, nonostante la presa di posizione favorevole del Comune di Calvi Risorta rappresentato da Caparco, è arrivata la notizia dalla Regione che annunciava la “sospensione” della conferenza dei servizi in quanto l’azienda proponente era sprovvista della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che va rilasciata dal Ministero competente. Un dettaglio significativo che la dice lunga sulla serietà di chi, pur di far andare in porto l’operazione biomasse, è disposto a soprassedere sulle implicazioni ambientali che ne derivano.
E così, nel tardo pomeriggio una cinquantina di persone sono accorse sotto il comune di Calvi Risorta, dove i Mutanti Caleni (gli stessi che hanno apposto lo scorso 29 marzo il sigillo popolare all’area pozzi destinata a ricevere l’impianto) hanno letto una dichiarazione popolare promettendo resistenza ad oltranza e dichiarando guerra alla speculazione ed alla devastazione del territorio, rilanciando la mobilitazione permanente in ogni casa, in ogni strada, in ogni paese e dando appuntamento ad una prossima iniziativa pubblica nelle settimane antecedenti alle elezioni amministrative.
A fare pressioni per il rinvio non è stato di certo il Comune di Calvi che, oramai acclarato sponsor della centrale, ha messo in scena un teatrino indegno smascherato non solo dal movimento popolare, ma anche dai sindaci dei paesi limitrofi (Pignataro, Camigliano e Sparanise) che, producendo atti concreti e realmente tesi a bloccare l’iter, sono riusciti nell’intento. I sindaci dell’agro richiedono a gran voce di poter partecipare, insieme al Comitato, alla conferenza dei servizi perché la tutela dell’ambiente è un dovere di tutti, specialmente quando in discussione vi è un impianto situato nel bel mezzo del nostro territorio, in una zona altamente inquinata che necessita di una bonifica immediata.
La battaglia andrà avanti e, nonostante le aggressioni fisiche e verbali e le minacce recapitate persino nelle buche della posta dei militanti, non c’è paura nel fronte popolare che anzi rilancia facendo notare a Iavazzi, presidente della Juve-Caserta che l’unico canestro che non farà mai sarà quello della biomasse, a costo di impedirlo con i nostri stessi corpi!
Fonte: comunicato stampa
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