sabato 24 maggio 2014

Piccola patria, il film del Martedì al cineforum di Caserta FilmLab.

Questa settimana per il classico appuntamento del cineforum, Caserta FilmLab propone Piccola patria. Appuntamento martedì 27 maggio alle ore 18 e alle ore 21. Piccola patria è un film italiano del 2013 scritto e diretto da Alessandro Rossetto, presentato alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti e in prima internazionale al Festival di Rotterdam 2014 (nella sezione Spectrum dedicata a “film e registi che offrono un contributo essenziale alla cultura cinematografica internazionale”). Primo “lungometraggio di finzione” di uno tra i nomi più significativi del documentario italiano (già al centro nel 2010 di una retrospettiva al New York Documentary Film Festival), Piccola Patria racconta, sullo sfondo di un’estate calda e soffocante nella provincia del Nordest italiano, la storia di due ragazze e del loro desiderio di andare via dal piccolo paese dove vivono. Luisa (Maria Roveran) è piena di vita, disinibita, trasgressiva; Renata (Roberta Da Soller) è oscura, arrabbiata, bisognosa d’amore. Le vite delle due giovani raccontano la storia di un ricatto, di un amore tradito, di una violenza subita: Luisa usa Bilal (Vladimir Doda), il suo fidanzato albanese, Renata usa il corpo di Luisa per muovere i fili della propria vendetta. Entrambe vogliono lasciare la piccola comunità che le ha cresciute, tra feste di paese e raduni indipendentisti, famiglie sfinite e nuove generazioni di migranti presi di mira da chi si sente sempre minacciato. Luisa, Renata e Bilal rischieranno di perdersi, di perdere una parte preziosa di sé, di perdere chi amano, di perdere la vita. Insomma, il Nord Est agricolo e operaio, il Veneto indipendentista e xenofobo, l'integrazione e la disintegrazione, il lavoro e la crisi, piccola patria che potrebbe essere ovunque, in Italia, in Europa, nel mondo. Il reale e la finzione si mescolano, l'apertura al mondo e l'iperattività di Luisa (l'attrice e cantante Maria Roveran, anche autrice e interprete di due brani della colonna sonora del film) si scontrano con la rassegnazione e l'inerzia degli adulti, creando un conflitto che non è più, non solo, quello tra autoctoni e stranieri, ma tra più mondi. Conflitto che potrebbe esplodere in ogni istante, ovunque, in qualsiasi piccola patria del pianeta. Il racconto di Rossetto è scandito anche da una notevole colonna sonora, a cura di Paolo Segat, Alessandro Cellai e la già citata Roveran, impreziosita da due opere tradizionali ("L'Aqua ze morta" e "Joska la rossa") recuperate e rinnovate dal compositore e maestro vicentino Bepi De Marzi, usando il dialetto veneto per i testi.


Fonte: comunicato stampa

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