giovedì 22 maggio 2014

L'Interpol ha sequestrato più di 9 milioni di farmaci falsi


L'Interpol ha sequestrato 9,4 milioni di farmaci contraffatti o falsi e potenzialmente pericolosi, durante un'operazione eseguita simultaneamente in 111 paesi e sui siti web dove acquistare i medicinali o che  fanno una pubblicità ancora più mirata. Lo ha annunciato oggi il portavoce dell'organizzazione della Cooperazione di Polizia con sede a Lyon.Secondo l'Interpol, che riunisce 190 paesi membri, l'operazione chiamata "Pangea VII" è la più grande mai eseguita contro i farmaci contraffatti. Durante l'operazione condotta dal 13 al 20 maggio, questa ha portato all'apertura di 1,235 indagini, la rimozione di 19.000 annunci che pubblicizzavano farmaci illeciti e la chiusura di oltre 10.600 siti di vendita al dettaglio di internet.L'Interpol ha inoltre dichiarato "Nel corso dell'operazione sono stati arrestati in tutto il mondo 237 individui ed è stato effettuato il sequestro di farmaci potenzialmente pericolosi per un valore di oltre  36 milioni di dollari".Tra i 9,4 milioni di farmaci contraffatti sequestrati durante l'operazione sono incluse le pillole dimagranti, trattamenti contro il cancro e disturbi dell'erezione, farmaci contro il raffreddore o tosse, la malaria o prodotti per abbassare il colesterolo.Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” come dimostra l'operazione dell'Interpol, il giro di affari legato ai farmaci contraffatti è colossale. Non lo ripeteremo mai abbastanza: i farmaci vanno acquistati solo ed esclusivamente in farmacia. E l´uso di questi medicinali falsi è talmente diffuso che perfino i medici di base sono convinti che i loro pazienti vi abbiano fatto ricorso almeno una volta nella loro vita. Non su Internet peraltro lo vieta la legge, né su canali alternativi come banchetti improvvisati o simili che pure ci possono sembrare più pratici, economici e convenienti. Ne va della nostra salute.
                                                                                                                                                           
                                                                                                                                                              Fonte: Giovanni D’AGATA

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