L'arrivo del fantasista Alessandro Rosina a San Pietroburgo nel 2009 era stato circondato da grandi aspettative. L’ex del Torino per diversi motivi non ha lasciato un ricordo importante pur vincendo con lo Zenit due titoli e una Coppa di Russia. In esclusiva ai microfoni di Itasportpress.it, il calciatore del Catania, ripercorre la sua esperienza in Russia.
Nella sua lunga carriera ha conquistato titoli importanti solo in Russia. L’esperienza allo Zenit, cosa le ha lasciato di positivo e negativo?
“I trofei vinti senza dubbio mi hanno fatto enormemente felice. Ho messo nella mia personale bacheca due titoli russi e una Coppa di Russia. Di negativo c’è di non essere stato protagonista come era nelle mie intenzioni. C’è rammarico per quello che potevo dare alla tifoseria di San Pietroburgo ma non angoscia per non esserci riuscito. Purtroppo errori miei e altri fattori hanno fatto evaporare le mie aspettative”
Sarà una casualità ma lo Zenit ha vinto l’ultimo titolo nel 2012 con lei in organico. Quest’anno dopo 13 turni la squadra allenata da Villas-Boas ha 7 punti di vantaggio sul Cska. Crede possa farcela a conquistare il quarto titolo della storia?
“Hanno cambiato tanto a cominciare dall’allenatore ma quest’anno hanno una grossa chance per vincere il titolo visto che sono partiti molto forte e il Cska è in ritardo. Credo vinceranno il titolo”.
Durante la sua esperienza a San Pietroburgo, quale giocatore russo l'ha maggiormente impressionata?
“Senza dubbio il mio ex compagno di squadra Aleksandr Keržakov, un attaccante che a livello internazionale è poco conosciuto ma ultimamente ha stabilito un record di gol in Nazionale e ieri ha segnato all'Ungheria”
I calciatori italiani in terra russa hanno avuto poca fortuna. Se un collega le chiedesse un consiglio se accettare una offerta da un club della Russian Premier League cosa risponderebbe?
“Io sono rimasto molto affascinato dalla Russia. E’ stata una esperienza formativa perché sono riuscito a confrontarmi con un’altra realtà ben diversa da quella italiana. Ci sono giocatori italiani come Bocchetti che stanno in Russia da tempo e si trovano bene. Con me allo Zenit giocava Criscito che sta continuando brillantemente la sua avventura a San Pietroburgo. Spalletti allo Zenit ha vinto tanto e questo conferma che in Russia si lavora anche bene. Non è facile per un italiano adattarsi in un paese diverso per cultura e clima ma dopo qualche mese è tutto in discesa. A un mio collega direi di andare in un club russo.”
Il c.t. della Russia Fabio Capello è molto contestato dalla stampa ma anche dal ministro dello Sport visto che la Nazionale non brilla. Crede che sia il tecnico giusto per far vincere alla Russia il Mondiale nel 2018?
“Capello è un tecnico adatto per allenare una grande nazionale ma non credo che possa portare la Russia a vincere il Mondiale 2018 anche se si giocherà in casa loro. Sarà impossibile per Capello portarli sul gradino del podio più alto per un problema di qualità della squadra nettamente più basso rispetto ad altre nazionali come la Germania, il Brasile e l’Argentina. La stessa Italia è un gradino più su rispetto alla Russia”
Fonte:
ESCL. ITASPORTPRESS1 |
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