Al via la raccolta firme lanciata dal movimento Caserta Decide per bloccare e ridiscutere da capo il blocco del progetto "Qualità dell'abitare" che interesserà tutto il quartiere Acquaviva.
Nel silenzio assordante, l’Amministrazione
Marino ha approvato una colata di cemento al Rione Acquaviva! Caserta
Decide chieda vengano subito ritirati i seguenti progetti:
1) Il progetto di “housing sociale”
(ovvero altre case in una città in calo demografico!) da 102 milioni di euro in
zona Saint Gobain,
2) Il project financing delle Ex
Casermette: sei ettari di verde che vorrebbero regalare ad un privato per 99
anni per fare non si sa cosa!,
3) L’ennesimo parcheggio interrato di 180 posti in via Feudo San Martino che ci costerà quasi 7 milioni di euro e che dista nemmeno 800 metri dal parcheggio Carlo III che è sempre vuoto!
Caserta non ha bisogno di altro cemento,
di case e di parcheggi! Caserta ha bisogno di aree verdi, di rigenerare il
patrimonio edilizio esistente e di trasporto pubblico! Facciamoci sentire! La
petizione potrà essere firmata al link
https://www.casertadecide.it/bastacemento
Il nostro impegno, come Caserta Decide, sarà di far vincere quella città che sogna un grande parco verde pubblico e che è stanca del partito del cemento: renderemo l’area MACRICO F2 ed avvieremo il processo di acquisizione dell’area per restituirla alla città.
"L’Amministrazione Marino ha prodotto ormai 5 anni di niente sul più grande sogno dei casertani." dichiara Raffaele Giovine, candidato sindaco per Caserta Decide. "Serve subito una destinazione chiara assimilabile ad F2 per l’area Ma.Cri.Co nel nuovo Piano Urbanistico, poi è necessario avviare un tavolo incessante con l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero che ormai da venti anni a questa parte ha fatto capire che non è interessato a donare l’area" Anche per il problema "economico" ci sarebbe una soluzione : "Si potrebbe provare lo strumento della permuta; potremmo valutare la permuta del Ma.Cri.Co con Palazzo Acquaviva, o con altri beni di valore equivalente" continua Giovine. "Spesso sentiamo dire che il problema sarebbe la gestione dell’area: potremmo fare come il Central Park di New York e cioè promuovere una gestione affidata agli abitanti ed al terzo settore, come accade già in tantissime aree della città. Per realizzare grandi cambiamenti serve un solo ingrediente: la voglia di cambiare davvero" conclude.
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