mercoledì 13 novembre 2019

“I Giorni del Sud – Il Mezzogiorno incontra il Marocco”: conclusa la due giorni alla Reggia di Caserta. Traettino: “Marocco interlocutore naturale per il Sud. Le Zes? O approntiamo una legislazione speciale o è meglio abbandonarle”.




“Il Marocco è un Paese stabile politicamente, dinamico sotto il profilo economico, in costante crescita ed ha eccellenti rapporti con l’Italia. Per il Sud rappresenta una grande opportunità per realizzare investimenti e per approdare in maniera organica sui mercati africani”. Così ha iniziato il proprio intervento il presidente di Confindustria Caserta, Luigi Traettino, in occasione della seconda e conclusiva giornata de “I Giorni del Sud – Il Mezzogiorno incontra il Marocco”, evento promosso da Confindustria Caserta, Unione Industriali di Napoli e Fondazione per la Sussidiarietà e tenutosi stamani presso la Cappella Palatina della Reggia di Caserta. La manifestazione ieri ha vissuto la sua prima giornata a Napoli, a Castel dell’Ovo.
Il leader degli industriali casertani, poi, ha affrontato il tema delle Zone Economiche Speciali (ZES), strumento che in Marocco è stato utilizzato e che ha consentito di raggiungere risultati straordinari e che in Campania stenta ancora a decollare: “Le ZES – ha aggiunto Traettino – sono state l’ultimo atto di politica industriale degli ultimi anni. Purtroppo abbiamo passato due anni solo per decidere come attribuire il credito di imposta. Nelle Zone Economiche Speciali, in tutto il mondo, il fattore decisivo è la certezza dei tempi per la realizzazione delle opere. Senza questo aspetto, è impossibile competere. Per quanto riguarda le nostre ZES, o si ricorre a una legislazione speciale, con un commissariamento a livello centrale che coordini le attività delle varie autorità e che garantisca i tempi, oppure è meglio abbandonare questo strumento e voltare pagina”.
Traettino, poi, ha sottolineato come sia necessario guardare “in modo nuovo al Mediterraneo, non solo come fonte di emergenze e di problemi, ma come luogo di sviluppo. Il Mezzogiorno è una piattaforma naturale dell’area, la Campania ha due interporti di prim’ordine, ma necessita ancora di migliori collegamenti infrastrutturali”.
La mattinata ha vissuto due momenti, moderati dal direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo D’Errico, con delle tavole rotonde. Con il Ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, l’Ambasciatore del Marocco in Italia, Youssef Balla, e l’ex Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, si sono confrontati il presidente del Centro Studi “Meseuro” per l’Europa del Mediterraneo, Mario Mauro, il segretario generale dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, Sergio Piazzi, e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito.
Nell’altra tavola rotonda in programma, aperta dal Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, e sempre moderata dal direttore del “Corriere del Mezzogiorno”, Enzo D’Errico, dal titolo “Educazione e lavoro”, hanno interloquito il rettore dell’Università “Parthenope” di Napoli, Alberto Carotenuto, il presidente della Fondazione Crui e direttore scientifico CUOA Business School, Alberto De Toni, il presidente della Svimez, Adriano Giannola, il presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università “Federico II” di Napoli, Piero Salatino, il direttore del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Francesco Izzo. Al termine della sessione di lavoro, è stata presentata una best practice aziendale ad opera di Nicola Giorgio Pino, presidente del Gruppo Proma. A tutti i relatori sono state offerte delle medaglie celebrative dal Consorzio Orafo “Il Tarì” di Marcianise, mentre durante i lavori sono stati proiettati dei contributi video della Scuola di Formazione del Tarì e del Consorzio G.R.A.L.E., spin-off dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
“Energia, agricoltura e acqua – ha spiegato il Ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola -  sono gli elementi che accomunano l’Italia e il Marocco. Questi sono gli asset, accanto all’automotive di qualità e alla digitalizzazione, lungo i quali si può rafforzare il rapporto tra le economie di questi due Paesi. Non bisogna avere timore, non bisogna chiudersi, ma entrare nel sistema economico del continente africano, che rappresenta una grande opportunità di sviluppo per l’Italia e, in particolare, per il Sud”.
“Con l’Italia – ha affermato l’Ambasciatore del Marocco in Italia, Youssef Balla – condividiamo valori e interessi, così come confermato dalla recente firma del Partenariato Strategico tra i due Paesi. Lavoriamo con il vostro Paese per la prosperità del Mediterraneo. Il Marocco è un hub per l’intera area, è un Paese stabile politicamente e in grande crescita economica e costituisce per le imprese italiane una grande opportunità non solo di investimenti in loco ma anche per accedere agli altri mercati del continente africano”.
Per l’ex Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, “il Mezzogiorno d’Italia è strategico nel Mediterraneo e deve ricoprire un ruolo sempre più importante. Per fare ciò, però, - ha proseguito - è necessario puntare sulla qualità del capitale umano, rafforzando la scuola e l’università. Inoltre, vanno valorizzate le energie positive costituite da quelle imprese capaci di competere sui mercati internazionali e che dobbiamo mettere in condizione di fare rete, consentendo loro di far crescere tutto il tessuto produttivo del territorio”.
A concludere i lavori il presidente di Confindustria Caserta, Luigi Traettino, il presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Vito Grassi, e il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini.


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