CODICE APPALTI, ORDINE DEGLI
ARCHITETTI PPC DI CASERTA CONTRO L’APPALTO INTEGRATO: “NON È LA SOLUZIONE PER
FAVORIRE INVESTIMENTI, MA UN MODO PER PRODURRE RICORSI IN TRIBUNALE”
“L’appalto
integrato non è la giusta soluzione per accorciare i tempi burocratici e questo
ci dice l’esperienza passata. Nella maggior parte dei casi, gli appalti
integrati producono ricorsi, quindi ciò che si pensa essere uno strumento di
semplificazione, diventa uno strumento per intasare ulteriormente i nostri
tribunali e ritardare quindi gli investimenti sul Paese”.
È netta la
posizione dell’Ordine degli Architetti PPC di Caserta sullo strumento previsto
nel nuovo Codice degli Appalti ed ipotizzato per velocizzare procedure di
aggiudicazione ed esecuzione delle opere pubbliche.
“L’appalto
integrato deve essere utilizzato solo come extrema ratio, quando la necessità
di salvare un bene culturale o l’urgenza di riattivare o edificare un asset
importante per il Paese, supera il sistema di tutele espresso dalle professioni
tecniche ordinamentate, nella progettazione e nella direzione di opere. Tale
tutela si esprime attraverso il controllo del lavoro delle imprese, finalizzato
alla verifica che i lavori vengano realizzati facendo salvi gli interessi dello
Stato”, spiega il presidente dell’Ordine Raffaele Cecoro, d’intesa con gli
ordini del resto d’Italia.
“Per
tagliare i tempi tecnici, andrebbero rivisti alcuni sistemi di produzione e
validazione del progetto: questo sì darebbe un impulso straordinario agli
investimenti, determinando tempi certi di realizzazione. Forti delle esperienze
nel settore delle costruzioni, ci mettiamo a disposizione, proprio in questi
giorni in cui è all’esame il DdL delega in materia di contratti pubblici,
perché in un breve lasso di tempo vi possa giungere una proposta di modifica di
alcuni articoli di legge, che permetta in modo concreto di cambiare
radicalmente sistema, facilitando e velocizzando enormemente la capacità di
spesa delle amministrazioni pubbliche”, conclude Cecoro.
Caserta,
01.10.2021
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