Escalation di furti di medicinali dalle farmacie degli ospedali italiani. Allerta per i pazienti
Basta ripercorrere con occhi non particolarmente attenti le cronache locali e nazionali degli ultimi mesi anche attraverso un semplice screening su qualsiasi motori di ricerca web, per rendersi conto di quale sia un’ulteriore prova degli effeti della crisi sul Paese che connesso a quello degli sprechi perenni e mai completamente rimossi, fotografa compiutamente quello che è lo stato della sanità italiana.
Lo “Sportello dei Diritti” in tal senso denuncia l’incessante susseguirsi di furti di farmaci dalle farmacie ospedaliere di molti nosocomi e cliniche. Sarebbe questo, secondo quanto sta emergendo da alcuni indagini, un nuovo business individuato dalla criminalità organizzata: rubare farmaci su tutti i costosissimi anti-tumorali, da poter rivendere in Stati stranieri dove non sono forniti gratuitamente ai malati. A far propendere per queste piste sarebbe la circostanza che i ladri agirebbero su commissione alla ricerca di determinati tipi di medicinali. Solo per fare qualche esempio , i farmaci anti-tumorali, in particolare per le patologie a carico di seno e prostata, ma anche quelli per la cura della Sla e di malattie di minore gravità, sarebbero ricercatissimi soprattutto nell’Est Europa. In particolare in Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Romania, Albania, dove i servizi sanitari non li passano ai malati e dove, soprattutto nelle repubbliche ex Sovietiche, ci sono grandi disponibilità economiche. Altri sbocchi sono Gran Bretagna e Germania.
Ad essere particolarmente colpite sono, guarda caso, soprattutto le regioni meridionali ove tradizionalmente affondano le proprie radici storiche le organizzazioni criminali più note.
Fatti simili sono stati segnalati al Policlinico e all’Ospedale San Paolo di Bari e nella farmacia dell'ospedale Perrino di Brindisi, a Caserta, a Lecce e in altri centri della Calabria, della Puglia, Sicilia, Campania, Abruzzo e Lazio ma nessuna regione è immune. E sempre per la cronaca, i medicinali fatti sparire sono quelli per il trattamento del cancro, reumatoide, della psoriasi e del Morbo di Crohn. Come se i ladrocini fossero commissionati da qualcuno che sa bene a che cosa puntare.
In molti casi si tratta di farmaci che hanno un grande valore sul mercato e che rappresentano le cure più innovative per tanti pazienti. Alcuni hanno fatto delle stime e hanno rilevato che tra il 2012 e l’inizio di quest’anno sono stati undici i colpi più importanti messi a segno negli ospedali italiani, per un bottino complessivo di oltre 15 milioni di euro ma non si contano, però i piccoli furti, quelli che il giono dopo fanno sparire dai nostri centri di cura migliaia di confezioni di medicinali. .
Il fatto più clamoroso rimane al momento il ladrocinio perpetrato al Policlinico di Borgo Roma a Verona dove hanno trafugato 21 tipi di medicinali utilizzati per la cura di artrite reumatoide, sclerosi multipla, emofilia e trattamenti oncologici, farmaci che in alcuni casi hanno costi elevati (duemila euro a fiala) e l'ammontare totale si attesta su oltre un milione e centomila euro.
E’ ovvio, spiega Giovanni D'Agata, residente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” che se ci sono furti, vuol dire che esiste un mercato parallelo per la vendita dei “bottini”, mercato che ovviamente non può fornire le garanzie e le prescrizioni dovute per gran parte dei farmaci e nella fattispecie quelli particolari di cui si parlava. Giova, quindi, raccomandare ai pazienti: di seguire solo le vie ufficiali per accedere ai farmaci. Nessuna altra forma di approvvigionamento, online o su mercati paralleli, può garantire la necessaria sicurezza, oltre che configurarsi come reato. Infatti, i farmaci rubati, potrebbero essere contraffatti e rimessi in circolazione su mercati paralleli, in Italia o all’estero, come detto,senza le dovute garanzie.
Mentre è particolarmente utile richiedere alla ASL ed alle direzioni sanitarie dei nosocomi di amplificare il sistema della sorveglianza e dei controlli per cercare di contrastare tale fenomeno criminale che tanti danni causa al sistema del nostro welfare.
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