mercoledì 25 settembre 2013

Liti e controversie tra condomini. Risponde di molestie il vicino che cova rancore e che lava le scale condominiali con il detersivo che causa allergia all'altro condomino

Liti e controversie tra condomini. Risponde di molestie il vicino che cova rancore e che lava le scale condominiali con il detersivo che causa allergia all’altro condomino.
Condannata la signora dispettosa ad un’ammenda, alle spese processuali e mille euro alla cassa delle ammende: risultano «biasimevoli» i motivi di  chi si vendica per una vecchia lite usando sostanze irritanti

Dispetti frequenti nei condomini italiani che possono costare una condanna penale come per esempio il “vizio” di pulire il pianerottolo e la parte di scale dell’edificio di pertinenza con detersivi che causano allergia alla vicina, specie se ciò è fatto per vendicarsi di vecchi rancori risalenti a una lite arrivata in tribunale. Ed  è così che la Cassazione penale con la sentenza 39197/13 pubblicata in data odierna, relativamente ad un accadimento curioso ma frequente, ha condannato all’ammenda di 100 euro, oltre al pagamento di mille euro alla cassa delle ammende e delle spese processuali alla parte civile.
I giudici della prima sezione penale della Suprema Corte nel dichiarare inammissibile il ricorso presentato dalla vicina con la mania delle pulizie hanno ritenuto sussistenti i «biasimevoli motivi» stabiliti dall’articolo 660 del codice penale: i detersivi usati risultano insopportabili per la vicina, tanto da causarle reazioni allergiche nonostante fosse stato richiesto di utilizzare prodotti meno irritanti, tanto che due testimoni della parte civile avevano confermato tale richiesta. A nulla vale il tentativo di tirare in ballo l’impresa di pulizia poiché il vizio di lavare il pianerottolo non è altro che un dispetto per dar fastidio alla vicina: circostanza confermata dal rancore dovuto a una serie di liti condominiali sfociate finite nelle aule di tribunale.
Per Giovanni D'Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” la decisione in questione conferma che quello che appare come un dispetto a volte può causare conseguenze ben più importanti sia per chi lo subisce ma anche per chi lo compie.


Fonte: comunicato stampa

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