Quello che ci allarma maggiormente è che con l’avvenuta indicazione del luogo, pare che gli scavi abbiano interessato soltanto lo spiazzale antistante la cava, e si siano interrotti dopo pochissimi metri dal loro inizio (circa 10).
Se questa notizia dovesse risultare vera, ancora una volta vince la superficialità delle operazioni, e soprattutto questo fumo negli occhi non toglie dalla memoria delle comunità dell’Agro Caleno il disastro calce idrata, le fuoriuscite di gas dalla cava dai suoi pozzi di 30 Mt e la presenza di camion che, incolonnati come formiche, entravano, scaricavano e uscivano nell'indifferenza e nel silenzio totale delle istituzioni tutte.
Ci chiediamo, inoltre, come i dati ufficiali, che dovrebbero decretare 20 anni di sotterramenti (e di tumori) possano passare come veritieri limitandosi ad operazioni svolte in una zona circoscritta e non in quella direttamente interessata.
Con le pregresse esperienze, abbiamo più di un dubbio, un esempio su tutti potrebbero essere i dati dell’Arpac in riferimento all’incendio Ilside che smentivano qualsiasi tipo di danno ambientale, evidente, invece, sotto gli occhi di tutti, anche solo con la nube nera che per vari giorni è stata sulle nostre teste.
È per questi motivi che invitiamo le comunità ad autodifendersi, non solo perché non sarà mai un semplice timbro o parere istituzionale a farci dimenticare il degrado che da decenni ci accompagna; attaccare il disastro Calce Idrata è per noi soltanto una delle molteplici mine del campo minato in cui viviamo.
Se solo volessimo limitarci al territorio di Sparanise, tale geografia del danno ci porterebbe alla Ex-Pozzi, allo scempio TurboGas, alle discariche abusive sotto la TAV, ai roghi e all’insalubrità di tutta la zona Rio Lanzi ed ovunque famiglie con casi di malattie tumorali letali che questa sciagura procura in maniera costante nel tempo.
Fonte: comunicato stampa
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