domenica 30 marzo 2014

Caserta FilmLab presenta "Mary and Max" al Jarmusch club di Caserta. Primo film del ciclo "i cult di animazione in lingua originale".

Domani sera 31 marzo alle 21, Caserta Film Lab  inaugura presso il Jarmusch Club il filone “i cult di animazione in lingua originale”. Il film capofila è Mary and Max di Adam Elliot, Australia 2009, con le voci originali di Philip Seymour Hofman e Toni Colette. Mary Dinkle è una bambina che vive nella periferia di Melbourne, in Australia, insieme ai suoi genitori e al suo gallo. Non è una bambina molto socievole e le sue amicizie si limitano al suo animale da compagnia e ad alcuni pupazzi di sua costruzione, raffiguranti i personaggi del suo cartone animato preferito. Il papà di Mary, Noel Norman, lavora in una fabbrica di bustine di tè e non dedica molte attenzioni alla figlia. La madre, Vera Lorraine, è sempre ubriaca e rappresenta motivo di turbamento da parte della piccola Mary che dopo la morte del nonno, unico punto di riferimento della bambina, non ha più nessuno che possa rispondere alle numerose domande che si pone sul mondo che la circonda. Proprio la grande curiosità di Mary la porta a spedire una lettera ad un indirizzo casuale in America, per avere risposta ad una delle sue tante domande. Riceve tale lettera Max Horowitz: un curioso newyorkese di quarantaquattro anni con la Sindrome di Asperger, asociale ed emotivamente fragile. Tra i due nasce una grande amicizia. Mary continua a raccontare a Max le sue angosce e i suoi sogni, Max fa lo stesso con la medesima ingenuità della bambina. Si accompagnano l'un l'altra nel trascorrere della vita, sia quando Mary perde i genitori, sia quando Max viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Fino al giorno in cui Mary, ormai diventata grande, si dedica agli studi universitari di psichiatria, laureandosi e pubblicando un libro proprio sulla sindrome di Asperger e usando Max come caso di studi. Quando spedisce una copia del libro all'amico, lui reagisce male, ponendo fine alla corrispondenza tra loro. Mary cade in depressione, al punto di distruggere tutte le copie del suo libro e di cadere nell’alcolismo. Intanto Max prosegue sua vita il più regolarmente possibile, finché un piccolo scontro con un mendicante non lo fa ritornare sui suoi passi e perdonare Mary, alla quale manda subito un pacco con alcuni regali in segno di riconciliazione. Il pacco trova Mary appena prima che compia un insano gesto, causato anche dall'abbandono di lei da parte del marito. Mary ritrova la sua ragione di vita e si scopre anche che aspetta un bambino. Ad un anno dal tentato suicidio, Mary si reca con suo figlio a New York, a trovare Max per la prima volta. Quando arriva però Max è morto da qualche ora. Primo brillante lungometraggio per l'australiano Adam Elliot (già Oscar nel 2004 come miglior corto di animazione per "Harvie Krumpet"), è un film sulla solitudine. In particolare su due solitudini apparentemente diverse, distanti nello spazio e nel tempo (anagrafico), ma in qualche modo esattamente uguali e speculari. Elliot coinvolge lo spettatore con un umorismo sottile, inatteso, a volte tagliente, amaro, leggermente caustico, ma intriso di un'atmosfera sempre candida e innocente, perché con candore e innocenza i due protagonisti osservano e cercano (inutilmente) di capire i loro rispettivi mondi. Una delle migliori produzioni australiane degli ultimi anni, film d'apertura al Sundance festival, e una delle opere d'animazione più interessanti e coraggiose nel parlare con intelligenza di amicizia e amore, e anche di morte, nevrosi, fobie, differenze sessuali e religiose, incomprensioni, ma soprattutto solitudine, senza ammiccamenti, senza ruffianerie o luoghi comuni. Non si considera l’età. Si hanno le stesse domande, gli stessi problemi da risolvere, e a volte una piccola cosa, la lettera di un perfetto sconosciuto può cambiarti la vita, e puoi trovare quello che hai sempre cercato.

Fonte: comunicato stampa

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