Che l'Italia non sia più meta definitiva dell'immigrazione e che sia il ponte verso lidi più ambiti come i paesi del Nord Europa è chiaro da tempo come viene confermato da quello che appare sempre più come un servizio taxi per migranti pronti a tutto pur di varcare il confine italiano dopo essere "approdati" in vario modo sul nostro territorio nazionale.La conferma arriva anche dalla Svizzera, dove nei giorni scorsi, nell'ambito di una specifica attività investigativa durata varie settimane e coordinata dalla Procuratrice Pubblica Margherita Lanzillo, sono state arrestate tre persone con le accuse di usura e infrazione aggravata alla Legge federale sugli stranieri. A segnalarlo è il Ministero pubblico elevetico, la Polizia cantonale e le Guardie di confine.Lunedì 15 settembre, infatti, a Ponte Cremenaga, le Guardie di confine hanno fermato un cittadino italiano 36enne e un cittadino iraniano43enne, entrambi residenti (non domiciliati) nel Luganese. A bordo di una delle auto trasportavano 5 clandestini iracheni. Il giorno seguente, a Miglieglia, agenti della Polizia cantonale hanno invece fermato un 29enne cittadino iraniano.Risulta peraltro che i malcapitati clandestini per effettuare il viaggio dai loro paesi di origine hanno versato ingenti somme. Si ipotizza che a monte vi sia una organizzazione che si occupa di organizzare e coordinare questi viaggi, lucrando sui migranti.Sono queste organizzazioni criminali che devono essere colpite per arginare questo fenomeno di reale sfruttamento, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, attraverso l'incentivazione di strategie di lotta e di controllo da effettuarsi già sul territorio italiano.
Fonte: comunicato stampa Giovanni D’AGATA
Nessun commento:
Posta un commento