Caserta non è mancata alla manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil a Roma, per “DATECI RETTA”, l’appuntamento deciso dopo 15 anni per gridare al Governo la difficile condizione della popolazione anziana del paese, dei pensionati, un Governo colpevole secondo i sindacati di "non aver fatto nulla per migliorare la condizione di vita di 16 milioni di persone over".
L’incontro a Piazza San Giovanni, nello storico punto di ritrovo del movimento sindacale, ha visto arrivare nella Capitale da tutta Italia centinaia di pullman e di treni e da Caserta decine di centinaia dei nostri iscritti e soprattutto i nostri rappresentanti sindacali, per la Cisl e la Cisl Pensionati, si stima quasi centomila pensionati in piazza per Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil.
“Questa manifestazione era prevista da tempo – ci spiega Vittorio Guida, Segretario Provinciale Fnp Cisl - per mettere sotto osservazione i temi che sono all’ordine del giorno nel confronto col governo ma continuamente inascoltati. DATECI RETTA significa proprio questo, portiamo a confronto temi, tesi, proposte, soluzioni, ma dall’altra parte troviamo arroganza e porte chiuse a qualunque ascolto, mentre noi proponiamo provvedimenti che potrebbero assolutamente essere presi in considerazione, dei semplici diritti, come l’invecchiamento attivo, il diritto alla salute, un sistema di protezione sociale che guardi finalmente anche alla terza età.
E’ arrivato il momento di sconfessare l’idea che sussiste nel nostro paese, una considerazione mitologica errata, vale a dire che le persone anziane tolgano assistenza, lavoro e previdenza ai giovani, è un enorme errore. Ci deve invece essere un forte legame tra le generazioni, perché chi oggi ha qualche anno in più ha costruito la storia di questo paese e i giovani con quella storia si devono connettere, la devono comprendere. Chi semina divisioni generazionali semina la distruzione del paese”.
L’iniziativa di oggi rientra all’interno di una linea politica delle confederazioni nazionali di Cgil, Cisle Uil, iniziata già con la manifestazione del 9 febbraio scorso e seguita da tutta una serie di iniziative, quella degli edili il 15 marzo per lo #sbloccacantieri, quella di pochi giorni fa della Scuola, contro la regionalizzazione del sistema scolastico, la Fp scenderà in piazza l’8 giugno, il 14 ci sarà una iniziativa dei meccanici, il 22 di giugno si rimetterà al centro delle discussioni il tema del mezzogiorno.
“Quindi, come si vede c’è una strategia a livello nazionale - precisa Giovanni Letizia, Segretario Generale Cisl Caserta - nata da una difficoltà di interlocuzione con questo governo che non è né formale, né sostanziale. C’è stata un’apertura dopo l’iniziativa del 9 febbraio, importantissima che ha scosso il governo, è giusto ricordare che in piazza c’erano 200mila persone , questo dimostra la vitalità di Cgil, Cils e Uil, indipendentemente se ci sia o meno in atto un momento elettorale.
Questa iniziativa dunque, insieme a quelle già realizzate e ad altre in corso e da venire, hanno l’ unico obiettivo di aprire una discussione forte col governo, mettendo al centro i temi veri di cui il paese ha bisogno, come il diritto alla salute, un diritto trasversale, non interessa solo le generazioni che sono avanti nell’età, ma avere un sistema sanitario che funziona e si rafforza nella dimensione pubblica è sicuramente un aspetto importante per ogni generazione e l’intero paese.
Bisogna ripensare e rivedere alcuni aspetti di un welfare che per certo va modernizzato, la società cambia, i contesti cambiano, ed è lo stesso per il tema importantissimo del lavoro. Un governo che non ha investito sul lavoro, anzi un governo che tende a spaccare e dividere il paese, c’è infatti tutta la grande discussione sull’autonomia e sulla regionalizzazione di una serie di temi strategici e vitali, quali l’istruzione, la cultura, questioni che ci appartengono per tenere il paese unito. Soprattutto a noi del sud che di questi temi abbiamo spesso fatto un volano per sopperire ad altre mancanze. Il tema della coesione nazionale ci appartiene per intero.
La forza politica che sette, otto mesi, è uscita forte dalle urne, oggi purtroppo fa i conti con una serie di politiche sbagliate soprattutto nel Mezzogiorno dove era la prima forza e doveva assolutamente mettere a terra temi strategici per questo territorio. Lo abbiamo detto tante volte, questo paese non ha bisogno di assistenza ma di lavoro, il tema della povertà che sicuramente va affrontato, è diverso dal tema del lavoro che rimane la priorità.
Tutto ciò ci impone una grande senso di responsabilità, una chiamata forte a scendere in piazza e a continuare a farlo con consapevolezza ed una unità di intenti che non è solo di carattere confederale ma che sia invece anche intergenerazionale. Tutto questo ci deve mettere in una condizione di lavoro sinergico per un cambio di rotta non per un cambio di governo. Le organizzazioni sindacali non devono cambiare i governi, non hanno questo interesse, devono cambiare le linee politiche dei governi, che devono ascoltarci e aprire una discussione seria e proficua per il rilancio del Paese e del Mezzogiorno, partendo dal Lavoro, dalla Salute, dall’Istruzione e dall’Unità nazionale. Ecco perché siamo e continueremo ad essere in piazza”.
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