Santo
Natale 2019
Messa del giorno
_____________
“Oggi su di noi spenderà la luce, perché è
nato per noi il Signore” (Ant. Ingr.)
Cari fratelli e sorelle,
Inondati di luce, in questa
celebrazione del giorno del Natale del Signore, ringraziamo con tutto il cuore
e glorifichiamo Dio che ci ha salvati e ci salva con la sua infinita
Misericordia.
Il Natale del Signore è per tutti noi
un evento fondamentale per la storia della nostra vita e per quella di tutta
l’umanità.
Il Vangelo di Giovanni, che abbiamo
appena ascoltato, si apre con un bellissimo inno al Verbo incarnato. Il Bambino,
che è nato nella grotta di Bettlemme, è Dio; è il Verbo della vita; è il Verbo
di Dio, esistente in principio, da sempre. E questo Verbo si è fatto “carne”,
uomo come noi. È questa la nostra gioia: Dio è con noi, per sempre. La sua
venuta non è fugace e passeggera; Egli è venuto per restare, per dimorare con
noi; la sua tenda, la sua casa è tra le nostre case, nei nostri quartieri;
nelle nostre città .
Guardiamo il presepe e, in particolare,
il presepe napoletano: tutta la vita di una comunità ha per centro la grotta di
Betlemme. Presepe non significa una casa bella, luminosa, pulita; presepe
(cercare nel vocabolario) significa stalla e, quindi, mangiatoia, paglia, letame,
animali … Gesù, il Verbo, il Dio vero e onnipotente, è nato in una stalla! Che
mistero di amore e di umiltà: sembra quasi incredibile alla nostra mente
abituati a tutt’altri ragionamenti!
Il presepe che avete fatto nelle vostre
case è il presepe del vostro buon cuore, bello e luminoso. Ma ditemi: tra i
personaggi del presepe chi è il più piccolo? La risposta è facile: è Gesù! E il
personaggio più grande? Sempre Gesù!Sì, è proprio così: Gesù è il più piccolo e
il più grande; è piccolo e fragile come tutti i bambini, ma è grande perché è
Dio onnipotente che si è fatto uomo, ma è sempre Dio. È ciò che ci ha
annunziato Giovanni all’inizio del suo Vangelo.
Il Verbo si è fatto carne e cominciò ad
abitare in mezzo a noi a Nazareth, quando Maria disse all’Angelo che glielo
annunziava; “avvenga di me quello hai detto”. Così Gesù fu portato a Betlemme,
dove fu dato alla luce da Maria sua Madre; fu profugo in Egitto; lavorò a
Nazareth fino a trenta anni; viaggiò per tre anni per tutta la Palestina; fu
crocifisso sul Calvario a Gerusalemme; risorse e ritornò al Padre.
Questo ci dice che Gesù di Nazareth,
Verbo incarnato, ha abitato con noi, si è messo al nostro livello: nella gioia
e nel dolore; nel lavoro e nel riposo si è fatto uno di noi, uno come noi,
uguale a tutti noi; fuorché nel peccato; uno che ha subito la nostra stessa sorte.
Ma ecco il nostro dramma, descritto da
S. Giovanni: “La luce splende, ma le tenebre non l’hanno accolta; …. Egli venne
tra la gente, ma i suoi non l’hanno accolto. Ma a quelli che l’hanno accolto ha
dato il potere di deventare figli di Dio”.
Che significa accogliere Gesù?
Significa credere in Lui, credere a quello che ha detto o ha fatto; farlo
nascere e crescere nella nostra vita, facendogli spazio in tutto quello che
facciamo o desideriamo di fare.
Tutto ciò ci fa essere nella gioia perché
la nostra gioia è Cristo. Se dopo questa
celebrazione del Natale, uscendo da questa chiesa, qualcuno ci domandasse:
perché sei contento? dovremmo rispondere
senza esitare: E Cristo, il Bambino appena nato, che mi rende contento!
Cari fratelli e sorelle, è questa gioia
e questa pace che io auguro a tutti voi, alle vostre famiglie, alle nostre
città.
Maria, la Madre di Dio e Madre nostra,
ci ottenga questi preziosi doni dal suo Figlio e ci insegni ad amarlo e ad
adorarlo, come Lei ha fatto.
Auguri
di Santo Natale
Dio
vi benedica e
‘A
Maronna c’accumpagna!