Il sassofonista Francesco Cafiso uno dei massimi esponenti dell’italian jazz, protagonista in esclusiva regionale venerdì 13 dicembre al Moro di Cava dè Tirreni. Con lui sul palco ci saranno Vincenzo Florio al contrabbasso Elio Coppola alla batteria e Pietro Lussu al pianoforte (inizio ore 22, info: 0894456352 e www.pubilmoro.it ).
Francesco Cafiso nasce a Vittoria (Rg), il 24 maggio 1989. Inizia a suonare il sassofono a soli sei anni, ma già a nove anni è in tour con la sua band composta da musicisti adulti e che lui stesso dirige.
Nel 2002, all'età di 13 anni, Wynton Marsalis lo coinvolge nel suo tour europeo e da quel momento, giustamente, si parla di Cafiso come dell’enfant prodige del jazz italiano.
Da allora, Cafiso ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, si esibisce regolarmente in tutto il mondo, nei club e nei festival più importanti. Ha collaborato con parecchi artisti e con i nomi più prestigiosi della musica internazionale. Dal 2008 dirige il Vittoria Jazz Festival. Nel 2009, su segnalazione di Wynton Marsalis, si esibisce a Washington, D.C., durante i festeggiamenti in onore del presidente Barack Obama e del Martin Luther King Day. Sempre nel 2009, Umbria Jazz lo ha nominato “ambasciatore della musica jazz italiana nel mondo”. Nel 2012, in occasione delle Olimpiadi di Londra, è stato invitato a esibirsi, presso la sede di Casa Italia, alla presenza dell’Ambasciatore italiano a Londra e dei vertici del CONI. C’è stata poi una lunga permanenza negli Usa, dove ha tenuto una serie di masterclasses di sassofono alla UPenn, l’autorevole università di Filadelfia.
DICHIARAZIONI DI CAFISO
“Ho iniziato da piccolissimo. La musica è uno strumento per potersi raccontare e poter esprimere la tua assenza attraverso le note. Anche se io credo che molte cose siano innate. Altrimenti non ci spiegheremmo perché alcuni ragazzini, pur non avendo insegnamenti e esperienza, siano già dei talenti. Poi ovviamente il tempo passa un po’ per tutti. Ho fatto trent’anni da poco. Però, continuo sempre a fare musica, perché è la mia più grande passione, per me significa vita, significa tutto. Quindi…. Non ho perso per niente l’entusiasmo, anzi cresce a dismisura sempre, perché le idee fortunatamente non mancano, i progetti sono tanti, le collaborazioni, i viaggi… quindi, questo alimenta ancora di più la mia passione. L'incontro che ha cambiato la mia vita è stato quello con Wynton Marsalis. Ero un ragazzino. Ebbi l'opportunità di suonare al Pescara Jazz Festival, nel luglio del 2002. Avevo aperto il set di Wynton con la sua orchestra. Io suonavo in duo con Franco D'Andrea. Marsalis mi ascoltò e decise, l'estate seguente, di portarmi in giro nel suo tour europeo. Quella per me fu un'esperienza incredibile dal punto di vista musicale e umano. E ci fu un exploit mediatico notevole.Circa il mio futuro registrerò dei dischi, uno in America, uno invece sto ancora capendo come e dove, ma sarà un progetto molto importante con un’orchestra sinfonica. Sono reduce dall’Iran, dove ho fatto un tour di una ventina di giorni, toccando alcune città importanti, tra le quali Teheran e Esfahan.”
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