venerdì 27 dicembre 2019

Santo Natale 2019 Messa del giorno celebrata dal card. Sepe


Santo Natale 2019
 Messa del giorno
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“Oggi su di noi spenderà la luce, perché è nato per noi il Signore” (Ant. Ingr.)

    Cari fratelli e sorelle,
         Inondati di luce, in questa celebrazione del giorno del Natale del Signore, ringraziamo con tutto il cuore e glorifichiamo Dio che ci ha salvati e ci salva con la sua infinita Misericordia.
         Il Natale del Signore è per tutti noi un evento fondamentale per la storia della nostra vita e per quella di tutta l’umanità.
         Il Vangelo di Giovanni, che abbiamo appena ascoltato, si apre con un bellissimo inno al Verbo incarnato. Il Bambino, che è nato nella grotta di Bettlemme, è Dio; è il Verbo della vita; è il Verbo di Dio, esistente in principio, da sempre. E questo Verbo si è fatto “carne”, uomo come noi. È questa la nostra gioia: Dio è con noi, per sempre. La sua venuta non è fugace e passeggera; Egli è venuto per restare, per dimorare con noi; la sua tenda, la sua casa è tra le nostre case, nei nostri quartieri; nelle nostre città .
         Guardiamo il presepe e, in particolare, il presepe napoletano: tutta la vita di una comunità ha per centro la grotta di Betlemme. Presepe non significa una casa bella, luminosa, pulita; presepe (cercare nel vocabolario) significa stalla e, quindi, mangiatoia, paglia, letame, animali … Gesù, il Verbo, il Dio vero e onnipotente, è nato in una stalla! Che mistero di amore e di umiltà: sembra quasi incredibile alla nostra mente abituati a tutt’altri ragionamenti!
         Il presepe che avete fatto nelle vostre case è il presepe del vostro buon cuore, bello e luminoso. Ma ditemi: tra i personaggi del presepe chi è il più piccolo? La risposta è facile: è Gesù! E il personaggio più grande? Sempre Gesù!Sì, è proprio così: Gesù è il più piccolo e il più grande; è piccolo e fragile come tutti i bambini, ma è grande perché è Dio onnipotente che si è fatto uomo, ma è sempre Dio. È ciò che ci ha annunziato Giovanni all’inizio del suo Vangelo.
         Il Verbo si è fatto carne e cominciò ad abitare in mezzo a noi a Nazareth, quando Maria disse all’Angelo che glielo annunziava; “avvenga di me quello hai detto”. Così Gesù fu portato a Betlemme, dove fu dato alla luce da Maria sua Madre; fu profugo in Egitto; lavorò a Nazareth fino a trenta anni; viaggiò per tre anni per tutta la Palestina; fu crocifisso sul Calvario a Gerusalemme; risorse e ritornò al Padre.
         Questo ci dice che Gesù di Nazareth, Verbo incarnato, ha abitato con noi, si è messo al nostro livello: nella gioia e nel dolore; nel lavoro e nel riposo si è fatto uno di noi, uno come noi, uguale a tutti noi; fuorché nel peccato; uno che ha subito  la nostra stessa sorte.
         Ma ecco il nostro dramma, descritto da S. Giovanni: “La luce splende, ma le tenebre non l’hanno accolta; …. Egli venne tra la gente, ma i suoi non l’hanno accolto. Ma a quelli che l’hanno accolto ha dato il potere di deventare figli di Dio”.
         Che significa accogliere Gesù? Significa credere in Lui, credere a quello che ha detto o ha fatto; farlo nascere e crescere nella nostra vita, facendogli spazio in tutto quello che facciamo o desideriamo di fare.
         Tutto ciò ci fa essere nella gioia perché la  nostra gioia è Cristo. Se dopo questa celebrazione del Natale, uscendo da questa chiesa, qualcuno ci domandasse: perché sei contento? dovremmo  rispondere senza esitare: E Cristo, il Bambino appena nato, che mi rende contento!
         Cari fratelli e sorelle, è questa gioia e questa pace che io auguro a tutti voi, alle vostre famiglie, alle nostre città.
         Maria, la Madre di Dio e Madre nostra, ci ottenga questi preziosi doni dal suo Figlio e ci insegni ad amarlo e ad adorarlo, come Lei ha fatto.
         Auguri di Santo Natale
         Dio vi benedica e
         ‘A Maronna c’accumpagna!


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