mercoledì 26 novembre 2014

Musica. GIOVANNI AMATO TRIO in concerto al VINILE - Domani Giovedì 27 novembre Start ore 21.30 Salerno - Ingresso Libero‏‎


Vinile Live – Rassegna d’autunno presenta
GIOVANNI AMATO TRIO
Giovanni Amato /Tromba & Filicorno, Antonio Caps /Organo Hammond, Stefano Tatafiore /Batteria


Giovedì 27 novembre 2014 – VINILE, via Velia 26, Salerno – Start ore 21.30 – INGRESSO LIBERO

SALERNO – “Nella mia vita ho sempre vissuto, pensato ed urlato la mia anima jazz”: ad affermarlo è il trombettista Giovanni Amato, protagonista insieme al suo trio di  Vinile Live, la rassegna a cura del Vinile e di Progetto Sonora, questo giovedì 27 novembre alle ore 21.30 con ingresso libero. Sul palco, insieme ad Amato, anche Antonio Caps all’organo Hammond e Stefano Tatafiore alla batteria. Un concerto in cui la tromba, con il suo suono unico ed affascinate, attraversa gli standard jazz e le composizioni originali, trovando un’armonia con tutti gli altri strumenti.

“Perché il jazz? È una domanda che mi sono fatto e che continuo a farmi, ma a cui non so rispondere – scrive Giovanni Amato - Il jazz rispecchia il mio modo di pensare e di vivere: rumoroso, sincopato, a volte apparentemente senza senso, con assoli intensi e parti totalmente confuse. Un mezzo, a mia disposizione, per spazzare via la polvere della vita di tutti i giorni e per ritrovare tutto me stesso. Da sempre, come persona e come musicista, piuttosto che talking about, io privilegio lo screaming about jazz. Forse il jazz ha scelto me”.

Lo swing eccezionale, unito ad uno scorrevolissimo fraseggio boppistico, il tocco morbido e potente, la musicalità versatile e spontanea sono da sempre le sue peculiarità. Compositore di notevole spessore ed ottimo arrangiatore, Giovanni Amato inizia a suonare la tromba molto presto, da bambino, influenzato dal padre trombettista. A sei anni il primo regalo, con cui ha inizio un lungo gioco proseguito per tutta la vita:  elemento centrale la tromba, a cui, come ad una donna, bisogna dedicare attenzioni quotidiane. Lo studio intenso, costante, iniziato come autodidatta, ascoltando dischi, da Chet Baker e Harry James a Donald Byrd, Lee Morgan, Clifford Brown, Bill Evans e più avanti Freddie Hubbard e molti altri, per appassionarsi poi al genere. Su questi incomincia ad improvvisare e intorno ai sedici anni entra a far parte dell’importante  jazz band del noto musicista napoletano Antonio Golino "Elbas Jazz Group" che si esibisce nei più noti club di Napoli. Intanto continua anche lo studio della musica classica, diplomandosi nell'89 al conservatorio di Salerno con il massimo dei voti.
Dal 1990 inizia un'intensa attività concertistica che lo introduce nei grandi circuiti Italiani ed internazionali, in tour per il mondo. Numerose le collaborazioni con altri musicisti, come Danilo Perez, Lee Konitz, Gary Peacoc, Steve Grossman, George Garzone, Bill Hart, Jerry Bergonzi, Tom Harrell, Peter Eskine, Tony Scott, Mike Goodrich, Ronnie Cuber, Diane Schuur,  Kirk Lightsey, Vincent Herring, Randy Brecker, Avishai Cohen, Kevin Mahogany, Richard Galliano, Bob Mover, Gene Jackson, Kenny Davis, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto, Maurizio Gianmarco, Dado Moroni, Rita Marcotulli, Danilo Rea, Antonio Faraò.
Nel 2008 viene invitato ad esibisirsi e a presentare il proprio album Organic all'Italian Jazz Festival presso il prestigioso "Ronnie Scott's Jazz Club di Londra, mentre nel 2009 è vincitore assoluto dell’Italian Jazz Award” come migliore artista jazz italiano dell’anno.


Nel “cantiere” culturale del Vinile-Cibo Vino Musica, ripreso simbolicamente anche nella moderna architettura, con tralicci e pietre di tufo a vista, la rassegna di musica dal vivo si sviluppa in contemporanea con i vernissage di Parète-Artisti al Muro, ideata in collaborazione con la Fornace Falcone. L’open space si apre così alle mostre dei più importanti artisti campani in un’estemporanea collettiva in cui ognuno è protagonista, senza separazioni tra l’angolo riservato ai live e la cucina a vista. Fino al prossimo 14 dicembre la parete bianca del Vinile ospiterà l’opera Italian F(l)ood dell’architetto Gianpaolo Lambiase. Una doppia tela, 1,20 x 2,40 metri, che supera i canoni estetici per lanciare un messaggio politico e riproporre attraverso lo sguardo il problema del dissesto idrogeologico. Un’unica grande onda, un flusso d’acqua che inonda e devasta di contro alla cementificazione del territorio e all’impermeabilizzazione del suolo. La necessità di promuovere un’azione di governo congiunta per incentivare un’inversione di tendenza e creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile. Una full immersion sensoriale che collega l’arte alla cucina dello chef Giovanni Sorrentino, ricercata ed originale, alla riscoperta dei sapori tradizionali rivisitati in chiave contemporanea, accessibile però a tutti con prezzi molto contenuti. Ultimo traguardo registrato dal locale di via Velia, a pochi mesi dall’inaugurazione, è l’inserimento nell’edizione 2015 della Guida di Identità Golose, una bussola enogastronomica che orienta tra i ristoranti d'autore in Italia e nel mondo.  

Fonte: comunicato stampa

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